2009-10-22 14:30:45

Mons. Migliore all'Onu: no ai pregiudizi sull'Africa, più giustizia nelle relazioni commerciali


“Le condizioni di commercio internazionale devono conformarsi alle necessità e alle sfide economiche che l’Africa vive”. Sono parole di mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, intervenuto alla 64.ma sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite su una “Nuova Partnership Economica per lo Sviluppo dell’Africa”. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Mons. Migliore ha parole di apprezzamento per un impegno a favore dello sviluppo di una nuova cooperazione economica, ma chiarisce subito che innanzitutto “vanno eliminati i pregiudizi: “una volta per tutte”, dice. L’Africa non è solo corruzione, colpi di Stato, conflitti regionali. L’Africa ha espresso ed esprime anche “grande capacità di gestire i processi di transizione all’indipendenza o la ricostruzione dopo conflitti”. Inoltre contribuisce con personale qualificato al lavoro degli organismi internazionali o alla vita scientifica, accademica, intellettuale. “L’Africa – dice mons. Migliore - ha saputo offrire alla comunità internazionale esempi e valori degni di ammirazione e oggi può offrire anche segni di realizzazione di molte delle sue speranze”. Questo non va dimenticato – raccomanda mons. Migliore – se no si resta nell’ambito dell’assistenzialismo senza voler contribuire a dare atto alle “reali potenzialità del continente africano”. Quello che ci vuole – chiarisce – è “una solidarietà fattiva”, per risolvere i problemi che certamente non mancano. Primo fra tutti il livello drammatico di povertà: la maggior parte dei Paesi africani è molto lontana dall’obiettivo che si vorrebbe raggiungere entro il 2015: dimezzare la povertà di quanti vivono con meno di un dollaro al giorno. Mons. Migliore, dunque, raccomanda alcune scelte importanti per i Paesi più industrializzati: investire in Africa, sostenere programmi di diversificazione in campo agricolo e in generale programmi di diversificazione delle economie, rivedere le condizioni del commercio internazionale. Questo significa innanzitutto creare opportunità per i prodotti africani. Inoltre, mons. Migliore chiede di puntare al ruolo attivo che l’Unione Africana può assicurare nella cooperazione con gli organismi internazionali. Perché il G20 significhi davvero apertura a nuovi equilibri internazionali; perché sia un “forte punto di riferimento per l’economia mondiale” ma senza creare nuove esclusioni per i Paesi più piccoli.







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