L'Onu sull'oppio afghano: uccide migliaia di persone e alimenta terrorismo e mafie
L’oppio afghano alimenta la tossicodipendenza, la criminalità e il terrorismo. E’
la denuncia che arriva dal rapporto “Tossicodipendenza, Criminalità e Insurrezione”
realizzato dall’Ufficio Onu contro la Droga e il Crimine (UNODC), reso noto ieri.
Un documento nel quale si evidenziano le conseguenze devastanti per la salute pubblica
e si spiega come funziona il mercato che vale 65 miliardi di dollari. Benedetta
Capelli:
Sono 900
le tonnellate di oppio e quasi 400 quelle di eroina esportate dall’Afghanistan ogni
anno. Un pericolo per la sicurezza e la salute dei Paesi situati lungo le narco-rotte
balcaniche ed euro-asiatiche, fino all’Unione Europea, alla Russia, all’India e alla
Cina. Un fenomeno che produce 15 milioni di tossicodipendenti, causa 100 mila morti
all’anno, diffonde l’Aids e soprattutto – ed è questa una novità importante - finanzia
mafie, ribelli e terroristi. Il rapporto Onu evidenzia ancora l’incongruenza tra l’alto
volume di consumo di eroina nel mondo e il basso volume di sequestri: un problema
che nasce dai mancati controlli nelle regioni frontaliere e dalla costante violazione
degli accordi sul transito di merci tra Afghanistan, Pakistan, Iran. Proprio nella
Repubblica Islamica si sta registrando una diffusione dell’Hiv senza precedenti, perché
Teheran vanta uno dei tassi più elevati di tossicodipendenza al mondo. Le
Nazioni Unite si dicono preoccupate per l’aumento consistente di denaro che il traffico
di droga oggi frutta ai talebani, almeno 125 milioni all’anno e che rischia di finanziare
il terrorismo internazionale. “Una macchina da guerra sempre più complessa – ha detto
Antonio Costa, direttore dell’ufficio Onu - e geograficamente vasta”. “I narco-cartelli
– ha aggiunto - stanno annullando la distinzione tra affari ed ideologia. Il traffico
di droga arricchisce sia gente dai colletti bianchi, quanto insorti dai turbanti neri”.
I fondi – si legge ancora nel rapporto - servono anche a finanziare i gruppi terroristici
nei Paesi vicini; i ribelli Baluchi, il Partito Islamico del Turkmenistan, il Movimento
Indipendentista Islamico dell’Uzbekistan, e l’Organizzazione per la Liberazione del
Turkistan Orientale in Cina. Altra anomalia, segnalata dal
rapporto, è che i volumi di droga sequestrata calano in percentuale quanto più le
droghe si avvicinano ai mercati lucrativi dell’Europa. Ciò significa che un grammo
di eroina del valore di 3 dollari a Kabul può costarne 100 a Londra, Milano o Mosca.
E’ quindi fondamentale stroncare il mercato sul luogo di produzione e non su quello
del consumo. Una tragedia che è essenzialmente umana perché il numero dei morti per
droga supera, ad esempio, quello dei soldati della Nato uccisi in 8 anni di conflitto.
E’ necessario dunque, per le Nazioni Unite, dare assistenza ai contadini per ridurre
l’offerta; investire sulla prevenzione e mettere in campo misure di contrasto per
spezzare il ciclo letale di criminalità organizzata e terrorismo.