2009-10-22 16:02:12

I vescovi argentini: dialogo e inclusione sociale per sconfiggere la violenza


“Occorre incoraggiare una cultura del dialogo, dell’incontro e della ricerca del consenso”. Così si è espresso ieri il vescovo di Sant'Isidro, in Argentina, mons. Jorge Casaretto, presidente della Commissione episcopale per la Pastorale sociale a proposito di diversi atti di violenza sociale e politica che preoccupano l’intero Paese. L’auspicio del presule è arrivato dopo l’aggressione assurda e gratuita al senatore dell’opposizione Gerardo Morales, avvenuta in località Mar del Plata, dove già si erano registrate alcune occupazioni violente da parte dei cosiddetti “piqueteros”. Si tratta, ha osservato mons. Casaretto, “di fatti preoccupanti” che ci ricordano che “se c’è un metodo che noi non dobbiamo usare mai è quello della violenza”. “Possiamo parlare su tutto e cercare accordi su ogni tipo di conflitto” ha concluso il presule per poi commentare la recente proposta della Commissione nazionale Giustizia e Pace che suggerisce l’istituzione di un “introito minimo in favore dell’uguaglianza e dell’equità nell’infanzia”. Eduardo Serrantes, presidente della Commissione ha precisato che in realtà è una proposta molto articolata, con diverse iniziative al suo interno, che ha uno scopo principale e fondamentale: favorire uguali opportunità nell’ambito dello sviluppo umano garantendo a tutti, in particolare i più deboli, un minimo di sicurezza sociale. In concreto, ad esempio, si propone alle autorità pubbliche di legiferare per garantire la parità di diritto sull’assegno familiare affinché tutti i bambini e le bambine possano avere questo beneficio indipendentemente da qualsiasi altra considerazione. Oggi, si è rilevato, non è così perché esistono radicali differenze fra figli di ragazze madri, figli di operai e contadini e figli di impiegati statali e del settore privato. Eduardo Serrantes ha precisato che non si tratta di iniziative politiche, nel senso che possono essere annoverate fra le proposte dei partiti, ma di iniziative che favoriscano il dibattito in materia per arrivare poi ad una vera politica statale a prescindere dalla maggioranza al governo. “La cosa fondamentale oggi è correggere al più presto le disuguaglianze per adempiere non solo al dettato della Costituzione, ma anche agli impegni assunti con la firma di Convenzioni internazionali sull’infanzia che l’Argentina ha ratificato”. La Chiesa e le sue strutture impegnate nella pastorale sociale ritengono che si tratti di un’iniziativa possibile e fattibile solo se tutte le parti accettano “un dialogo maturo e istituzionale” con l’obiettivo di individuare le soluzioni migliori. La proposta suggerisce una copertura finanziaria minima (180 pesos) a tutti, dalla nascita fino ai 18 anni, e ciò consentirebbe “un’inclusione sociale” di almeno 6 milioni di bimbi e adolescenti oggi completamente esclusi. Per la Commissione nazionale Giustizia e Pace dell’episcopato argentino, il costo totale della proposta è di quasi 13.000 milioni di pesos, finanziabili attraverso una ri-assegnazione dei fondi dell’attuale Programma per le famiglie e con una decisione politica ed etica che assegni il 4,4% della legge finanziaria, pari allo 0,9 del Pil, alla protezione e sostegno dell’infanzia senza distinzioni. (A cura di Luis Badilla)







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