aiutare i credenti a riscoprire il valore della Confessione
“Aiutare i credenti a riscoprire il valore del Battesimo e della Confessione è … renderli
consapevoli della forza loro donata da Cristo per lottare efficacemente contro il
peccato e le sue strutture che abbrutiscono il mondo; è offrire loro strumenti spirituali
per costruire un’umanità ispirata alla cultura della vita e alla civiltà dell’amore.
Possiamo qui cogliere … il valore pure “sociale” del sacramento della Riconciliazione”.
E’ quanto ha detto ieri pomeriggio il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone,
in occasione della Presentazione del Volume “La Penitenzieria Apostolica e il Sacramento
della Penitenza” edito dalla Libreria Editrice Vaticana: l'incontro si è svolto nella
sede del Tribunale della Penitenzieria. Ecco il testo integrale dell’intervento
del cardinale Bertone:
Signori Cardinali, cari Confratelli
Vescovi e Sacerdoti, gentili Signori e Signore. Intervengo
volentieri a quest’incontro e mi scuso subito per il ritardo con cui sono arrivato.
E’ per me quasi un’esigenza di riparazione essere presente questa sera qui, con voi,
dato che non ho potuto farlo in occasione del simposio del 14 gennaio scorso, che
analizzava i percorsi storici-giuridici-teologici e le prospettive pastorali della
Penitenzieria Apostolica e del Sacramento della Penitenza. In quella circostanza ho
affidato a Mons. Scicluna il compito di leggere l’intervento che avevo preparato e
lo ringrazio per il servizio che mi ha reso. Questa sera i contenuti di quell’interessante
convegno vengono come idealmente rivisitati perché si presenta al pubblico il volume
“La Penitenzieria Apostolica e il Sacramento della Penitenza”, edito dalla LEV, che
li raccoglie in maniera sistematica ed armonica, grazie al paziente lavoro dei curatori
Manlio Sodi e Johan Ickx. Ringrazio per il gentile invito S.E.
Rev.ma Mons. Fortunato Baldelli, nominato recentemente da Sua Santità Penitenziere
Maggiore succedendo all’Eminentissimo Cardinale James Francis Stafford, e il Reggente
S. E. Rev.ma Mons. Gianfranco Girotti. Rivolgo un doveroso saluto a tutti i presenti
– Prelati, sacerdoti, esperti di diritto ecclesiastico, religiosi, giornalisti, amici.
Mi faccio anche interprete dei particolari sentimenti di stima del Santo Padre Benedetto
XVI, partecipando a tutti voi la sua paterna benedizione che ci accompagna in questa
significativa circostanza. Questo volume riveste un notevole
interesse perché, come accennavo, riprendendo le tematiche del simposio del gennaio
scorso, sistematizza le attuali prospettive pastorali relative al sacramento della
Confessione, in questa complessa società post-moderna, dopo aver attentamente ricostruito
i percorsi storici, giuridici e teologici maggiormente emersi nel corso della lunga
e feconda vita della Penitenzieria Apostolica, soprattutto in riferimento al sacramento
della Penitenza. Si tratta – in una parola - di rispondere alla seguente domanda oggi
fortemente avvertita: quale specifico contributo può dare la Penitenzieria alla fedele
comprensione e alla pratica attuazione del sacramento della Penitenza? L’esperienza
del passato – ecco ancora sottolineato il valore del testo che questa sera viene presentato
– è una ricchezza straordinaria. Il suo apporto deve aiutarci a trovare vie nuove,
prospettive conformate alle esigenze pastorali di oggi e strumenti operativi con cui
offrire all’uomo del terzo millennio, inalterato senza dubbio ma comprensibile ed
appetibile, il patrimonio circa il sacramento della Penitenza, che la Chiesa, guidata
dallo Spirito Santo, ha arricchito nei due millenni della sua storia. In
questi giorni, la liturgia ci fa meditare la lettera dell’apostolo Paolo ai Romani.
Egli ci parla proprio quest’oggi delle condizioni e delle lacerazioni alle quali è
sottoposto l’uomo, teso fra il peccato e la grazia, fra il dovere di compiere il bene
e il desiderio e la possibilità di attuare il male, purtroppo sempre presente. Dio
– commenta Paolo – interpella continuamente l’uomo e offre un senso positivo e definitivo
alla sua esistenza ferita; ma quest’uomo, rifiutando l’aiuto divino, è sempre tentato
di costruirsi autonomamente la propria felicità, alla quale però non arriverà mai
definitivamente. E’ allora portato ad accontentarsi di gioie e felicità parziali ed
effimere, spesso fallaci capaci di condurlo pian piano alla morte. Usando il linguaggio
paolino, possiamo infatti affermare che l’uomo fatto di carne e abbandonato alle proprie
forze, giunge ad una situazione limite che è la morte, considerandola in ogni suo
aspetto. Occorre aiutare l’umanità a comprendere – e sta qui
il cuore della sfida e della proposta pastorale di oggi – che solo nella scelta di
Dio, essa trova la sua piena realizzazione; in Dio che in Cristo ci ha donato per
sempre e gratuitamente il suo amore liberante. Con termini figurati ma alquanto mai
eloquenti, l’Apostolo afferma che il peccato quando licenzia i suoi soldati, non può
offrir loro altra moneta che la “morte”. Al contrario, Dio, il Salvatore, “rimunera”
l’uomo con un destino che lo fa sussistere anche al di là della morte: la vita eterna.
Si comprende quindi l’urgenza di un rinnovato annuncio evangelico profondo e pervasivo
che aiuti innanzitutto i cristiani a vivere con gioia e dedizione la loro fede e
a testimoniarla in ogni stato e ambiente di vita. Il sacramento del perdono e della
gioia – permettete che definisca così il sacramento della Penitenza – manifesta in
maniera quasi tangibile il trionfo costante dell’amore di Dio sulla potenza del male;
genera la forza rinnovatrice della misericordia divina che reca pace e gioia al cuore
umano. Aiutare i credenti a riscoprire il valore del Battesimo e della Confessione
è pertanto renderli consapevoli della forza loro donata da Cristo per lottare efficacemente
contro il peccato e le sue strutture che abbrutiscono il mondo; è offrire loro strumenti
spirituali per costruire un’umanità ispirata alla cultura della vita e alla civiltà
dell’amore. Possiamo qui cogliere, ma accenno semplicemente, il valore pure “sociale”
del sacramento della Riconciliazione. Cari amici, questo è l’orizzonte
in cui trova la sua giusta collocazione il presente volume, frutto di riflessioni
e ricerche di validi specialisti su un tema teologico, giuridico e pastorale che tanto
sta a cuore al Papa Benedetto XVI e che la Penitenzieria Apostolica ha voluto giustamente
evidenziare. Auguro di cuore che esso diventi un valido strumento di lavoro non solo
per specialisti e studenti di teologia, ma anche per i sacerdoti e per quanti sono
in cura d’anime. Auspico altresì che questo libro contribuisca a far meglio conoscere
la funzione importante che svolge la Penitenzieria Apostolica e il contributo indispensabile
che offre alla vita e alla missione della Chiesa. Grazie per il vostro gentile ascolto.