Siccità e fame in Guatemala: quasi 500 le vittime dall’inizio dell’anno
Sono 469 le vittime in Guatemala dall’inizio dell’anno – riferisce l’agenzia Misna
- per la più grave siccità che abbia colpito il Paese latinoamericano dal 1976. Secondo
i dati del ministero della Sanità, sono stati persi finora 36 mila ettari di coltivazioni
di mais e fagioli, elementi base della dieta quotidiana specie tra i ‘campesinos’.
E, sono oltre 400 mila le famiglie a rischio per la mancanza d’acqua e di generi di
prima necessità nel Paese in tutta l’America Latina con il più alto tasso - 51% -
di malnutrizione cronica tra i bambini di età inferiore ai cinque anni. Per questo
a settembre il Guatemala ha dichiarato lo “stato di calamità”. La situazione più grave
è quella del cosiddetto ‘corredor seco’, che copre sette dipartimenti orientali. Huité,
a Zacapa, è considerato il comune più arido a fronte di politiche inefficaci e nonostante
ospiti lussuose ville private con piscina che si ritiene possano appartenere a narcotrafficanti.
Secondo i rappresentanti dei contadini della zona, a un chilometro di profondità nel
sottosuolo è presente una falda acquifera, su un totale di ben 32 contate nel territorio
nazionale, che sarebbe largamente sufficiente a garantire l’approvvigionamento di
Huité e dei comuni vicini. Nel tentativo di arginare le spese per l’agricoltura, mantenendo
l’umidità nel sottosuolo e favorendo le coltivazioni, nella regione si stanno portando
avanti con aiuti internazionali progetti agro-forestali come la semina di Gliricidia
(anche detto Madre Cacao), un albero delle leguminose usato per fissare il nitrogeno
e arricchire la terra di elementi organici naturali. “Non abbiamo bisogno di assistenzialismo,
ma solo di imparare buone pratiche da trasmettere a lungo termine tra i contadini”
ha detto il sindaco di Huité, Esbin René Guevara. (R.G.)