Il saluto di Benedetto XVI all'Associazione Rondine Cittadella della Pace
Il Papa, al termine dell’udienza, ha salutato gli studenti dell’Associazione Rondine
Cittadella della Pace che hanno consegnato al Pontefice il ‘Documento in 14 punti
per la pace nel Caucaso’. Il testo è stato discusso e approvato da oltre 150 esponenti
caucasici (giovani, famiglie, accademici, imprenditori, rappresentanti della società
civile ed esperti) quale significativo gesto di diplomazia popolare. Fabio Colagrande
ha intervistato il prof. Franco Vaccari, presidente della Cittadella dell Pace,
e mons. Riccardo Fontana, arcivescovo di Arezzo, dove ha sede l’Associazione.
Ascoltiamo il prof. Vaccari:
R. – 150
persone sono venute da tutte le regioni del Caucaso, e a Rondine e a La Verna sono
state insieme in un atteggiamento di dialogo, perché tutto è partito proprio dal conflitto,
in cui il dolore e l’angoscia, riproposti da quella regione, sono rimbalzati a Rondine.
E Rondine tiene sempre aperta una domanda: cosa si può fare? E’ nata l’idea di convocare
tutti i popoli, perché a Rondine non ci sono solo georgiani e abkazi o georgiani e
russi, ma ci sono anche ceceni, ingusceti e giovani che vengono da altri luoghi del
Caucaso. Quindi, c’è stata l’idea di chiamare tutti questi popoli, e poiché, tragicamente,
a turno, toccava a ciascuno di loro, c'è venuta l’idea di non fare una cosa settoriale,
ma qualcosa che abbracciasse tutti quanti. Così è nata la conferenza a La Verna.
D.
– Prof. Vaccari, perché avete voluto consegnare questo documento anche al Papa?
R.
– Adulti e giovani insieme sono riusciti a realizzare qualcosa che poteva sembrare
un sogno. Quando si parte, però, si trema un po’ e allora si cerca di avere una benedizione.
E siamo venuti dal Santo Padre consegnandogli un’intenzione, che ha subito incoraggiato.
E dobbiamo dire che l’incoraggiamento del Papa è stato davvero di grande forza morale
per noi e per i giovani, che erano e sono i primi protagonisti, ma anche per chi si
è messo a guardare che cosa stava succedendo a Rondine.
D.
– Mons. Fontana, che significato ha questa consegna oggi al Papa di un documento,
frutto davvero di una delle attività più concrete e più belle dell’Associazione Rondine?
R.
– Intanto, è il riconoscimento di una sinergia naturale che c’è stata. Il Papa tramite
i suoi nunzi apostolici, il nunzio Gugerotti e il nunzio Mennini, ha favorito la pace
nel Caucaso in tutti i modi possibili. Un’esperienza bellissima è che c’è una convergenza
ecumenica su questa realtà. Elia II di Georgia si è mosso concretamente, perché non
si spargesse sangue tra fratelli. Il Papa - che è a conoscenza ed è ispiratore di
quest’opera - è perfettamente convinto che la pace con l’ortodossia significa pace
per molti popoli, ed era giusto che ricevesse il primo segno formale di questo lavoro
fatto dai ragazzi intellettuali dei nostri popoli caucasici: i giovani sono la speranza,
faranno loro il futuro. (Montaggio a cura di Maria Brigini)