Il Papa all'udienza generale parla di San Bernardo di Chiaravalle: vero teologo ed
evangelizzatore è chi poggia il suo capo sul cuore di Gesù
Stamani il Papa, durante l’udienza generale in Piazza San Pietro, ha svolto la sua
catechesi su San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), “annoverato tra i grandi Dottori
della Chiesa” e “conosciuto come l’ultimo dei Padri per la capacità che ebbe di raccogliere
sapientemente la ricca eredità della dottrina patristica”. Operò un grande rinnovamento
nella vita monastica del tempo, “richiamò con decisione la necessità di una vita sobria
e misurata … raccomandando il sostentamento e la cura dei poveri”; prese “le difese
degli ebrei, condannando i sempre più diffusi rigurgiti di antisemitismo”, contrastò
l’eresia dei Catari che disprezzando la materia disprezzavano il Creatore. Il Papa
ha quindi messo l’accento su due aspetti centrali della dottrina di Bernardo relativi
a Gesù e Maria.
“Per Bernardo – ha detto – la vera conoscenza di Dio consiste
nell’esperienza personale, profonda di Gesù Cristo e del suo amore. E questo – ha
aggiunto - vale per ogni cristiano: la fede e anzitutto incontro personale, intimo
con Gesù, è fare esperienza della sua vicinanza, della sua amicizia, del suo amore,
e solo cosi si impara a conoscerlo sempre di più, ad amarlo e seguirlo sempre più”.
Riguardo a Maria, San Bernardo ricorda la sua partecipazione alla Passione del Cristo
che “superò di molto nell’intensità le sofferenze fisiche del martirio. Bernardo –
afferma il Papa - non ha dubbi: ‘per Mariam ad Iesum’, attraverso Maria siamo condotti
a Gesù. Egli attesta con chiarezza la subordinazione di Maria a Gesù, secondo i fondamenti
della mariologia tradizionale”. Ma sottolinea “anche il posto privilegiato della Vergine
nell’economia della salvezza, a seguito della particolarissima partecipazione della
Madre {compassio) al sacrificio del Figlio”.
Le riflessioni di san Bernardo,
“un innamorato di Gesù e di Maria” – ha rilevato il Papa – “provocano ancor oggi in
maniera salutare non solo i teologi, ma tutti i credenti. A volte – ha detto - si
pretende di risolvere le questioni fondamentali su Dio, sull'uomo e sul mondo con
le sole forze della ragione. San Bernardo, invece, solidamente fondato sulla Bibbia
e sui Padri della Chiesa, ci ricorda che senza una profonda fede in Dio, alimentata
dalla preghiera e dalla contemplazione, da un intimo rapporto con il Signore, le
nostre riflessioni sui misteri divini rischiano di diventare un vano esercizio intellettuale,
e perdono la loro credibilità. La teologia rinvia alla ‘scienza dei santi’, alla loro
intuizione dei misteri del Dio vivente, alla loro sapienza, dono dello Spirito Santo,
che diventano punto di riferimento del pensiero teologico. Insieme a Bernardo di Chiaravalle
– ha proseguito - anche noi dobbiamo riconoscere che l’uomo cerca meglio e trova
più facilmente Dio ‘con la preghiera che con la discussione’. Alla fine, la figura
più vera del teologo e di ogni evangelizzatore rimane quella dell’apostolo Giovanni,
che ha poggiato il suo capo sul cuore del Maestro”.
Nei saluti ai fedeli
polacchi il Papa, parlando del Sinodo per l’Africa, ha detto queste parole: “Come
sapete, la Chiesa in quel continente, malgrado diverse difficoltà, cresce continuamente.
Non solo propaga e approfondisce la fede in Cristo, ma anche porta aiuto ai popoli
che ancora soffrono a causa della povertà, dei conflitti o della mancanza d’accesso
all’istruzione e alla sanità. Non le manchi il nostro sostegno spirituale e materiale!”.
Il
Papa, al termine dell’udienza, ha salutato gli studenti internazionali dell’Associazione
Rondine Cittadella della Pace (Arezzo) che hanno consegnato al Pontefice il ‘Documento
in 14 punti per la pace nel Caucaso’. Il testo è stato discusso e approvato da oltre
150 esponenti caucasici (giovani, famiglie, accademici, imprenditori, rappresentanti
della società civile, esperti) quale significativo gesto di diplomazia popolare.
Ecco
il testo integrale della catechesi del Papa:
Cari fratelli
e sorelle,
oggi vorrei parlare su san Bernardo di
Chiaravalle, chiamato “l’ultimo dei Padri” della Chiesa, perché nel XII secolo, ancora
una volta, rinnovò e rese presente la grande teologia dei Padri. Non conosciamo in
dettaglio gli anni della sua fanciullezza; sappiamo comunque che egli nacque nel 1090
a Fontaines in Francia, in una famiglia numerosa e discretamente agiata. Giovanetto,
si prodigò nello studio delle cosiddette arti liberali – specialmente della grammatica,
della retorica e della dialettica – presso la scuola dei Canonici della chiesa di
Saint-Vorles, a Châtillon-sur-Seine e maturò lentamente la decisione di entrare nella
vita religiosa. Intorno ai vent’anni entrò a Cîteaux, una fondazione monastica nuova,
più agile rispetto agli antichi e venerabili monasteri di allora e, al tempo stesso,
più rigorosa nella pratica dei consigli evangelici. Qualche anno più tardi, nel 1115,
Bernardo venne inviato da santo Stefano Harding, terzo Abate di Cîteaux, a fondare
il monastero di Chiaravalle (Clairvaux). Qui il giovane Abate, aveva solo venticinque
anni, poté affinare la propria concezione della vita monastica, e impegnarsi nel tradurla
in pratica. Guardando alla disciplina di altri monasteri, Bernardo richiamò con decisione
la necessità di una vita sobria e misurata, nella mensa come negli indumenti e negli
edifici monastici, raccomandando il sostentamento e la cura dei poveri. Intanto la
comunità di Chiaravalle diventava sempre più numerosa, e moltiplicava le sue fondazioni.
In quegli stessi anni, prima del 1130, Bernardo
avviò una vasta corrispondenza con molte persone, sia importanti che di modeste condizioni
sociali. Alle tante Lettere di questo periodo bisogna aggiungere numerosi Sermoni,
come anche Sentenze e Trattati. Sempre a questo tempo risale la grande amicizia di
Bernardo con Guglielmo, Abate di Saint-Thierry, e con Guglielmo di Champeaux, figure
tra le più importanti del XII secolo. Dal 1130 in poi, iniziò a occuparsi di non pochi
e gravi questioni della Santa Sede e della Chiesa. Per tale motivo dovette sempre
più spesso uscire dal suo monastero, e talvolta fuori dalla Francia. Fondò anche alcuni
monasteri femminili, e fu protagonista di un vivace epistolario con Pietro il Venerabile,
Abate di Cluny, sul quale ho parlato mercoledì scorso. Diresse soprattutto i suoi
scritti polemici contro Abelardo, un grande pensatore che ha iniziato un nuovo modo
di fare teologia, introducendo soprattutto il metodo dialettico-filosofico nella costruzione
del pensiero teologico. Un altro fronte contro il quale Bernardo ha lottato è stata
l’eresia dei Catari, che disprezzavano la materia e il corpo umano, disprezzando,
di conseguenza, il Creatore. Egli, invece, si sentì in dovere di prendere le difese
degli ebrei, condannando i sempre più diffusi rigurgiti di antisemitismo. Per quest’ultimo
aspetto della sua azione apostolica, alcune decine di anni più tardi, Ephraim, rabbino
di Bonn, indirizzò a Bernardo un vibrante omaggio. In quel medesimo periodo il santo
Abate scrisse le sue opere più famose, come i celeberrimi Sermoni sul Cantico dei
Cantici. Negli ultimi anni della sua vita – la sua morte sopravvenne nel 1153 – Bernardo
dovette limitare i viaggi, senza peraltro interromperli del tutto. Ne approfittò per
rivedere definitivamente il complesso delle Lettere, dei Sermoni e dei Trattati. Merita
di essere menzionato un libro abbastanza particolare, che egli terminò proprio in
questo periodo, nel 1145, quando un suo allievo, Bernardo Pignatelli, fu eletto Papa
col nome di Eugenio III. In questa circostanza, Bernardo, in qualità di Padre spirituale,
scrisse a questo suo figlio spirituale il testo De Consideratione, che contiene insegnamenti
per poter essere un buon Papa. In questo libro, che rimane una lettura conveniente
per i Papi di tutti i tempi, Bernardo non indica soltanto come fare bene il Papa,
ma esprime anche una profonda visione del mistero della Chiesa e del mistero di Cristo,
che si risolve, alla fine, nella contemplazione del mistero di Dio trino e uno: “Dovrebbe
proseguire ancora la ricerca di questo Dio, che non è ancora abbastanza cercato”,
scrive il santo Abate “ma forse si può cercare meglio e trovare più facilmente con
la preghiera che con la discussione. Mettiamo allora qui termine al libro, ma non
alla ricerca” (XIV, 32: PL 182, 808), all’essere in cammino verso Dio.
Vorrei
ora soffermarmi solo su due aspetti centrali della ricca dottrina di Bernardo: essi
riguardano Gesù Cristo e Maria santissima, sua Madre. La sua sollecitudine per l’intima
e vitale partecipazione del cristiano all’amore di Dio in Gesù Cristo non porta orientamenti
nuovi nello statuto scientifico della teologia. Ma, in maniera più che mai decisa,
l’Abate di Clairvaux configura il teologo al contemplativo e al mistico. Solo Gesù
– insiste Bernardo dinanzi ai complessi ragionamenti dialettici del suo tempo – solo
Gesù è “miele alla bocca, cantico all’orecchio, giubilo nel cuore (mel in ore, in
aure melos, in corde iubilum)”. Viene proprio da qui il titolo, a lui attribuito dalla
tradizione, di Doctor mellifluus: la sua lode di Gesù Cristo, infatti, “scorre come
il miele”. Nelle estenuanti battaglie tra nominalisti e realisti – due correnti filosofiche
dell’epoca - l’Abate di Chiaravalle non si stanca di ripetere che uno solo è il nome
che conta, quello di Gesù Nazareno. “Arido è ogni cibo dell’anima”, confessa, “se
non è irrorato con questo olio; insipido, se non è condito con questo sale. Quello
che scrivi non ha sapore per me, se non vi avrò letto Gesù”. E conclude: “Quando discuti
o parli, nulla ha sapore per me, se non vi avrò sentito risuonare il nome di Gesù”
(Sermones in Cantica Canticorum XV, 6: PL 183,847). Per Bernardo, infatti, la vera
conoscenza di Dio consiste nell’esperienza personale, profonda di Gesù Cristo e del
suo amore. E questo, cari fratelli e sorelle, vale per ogni cristiano: la fede è anzitutto
incontro personale, intimo con Gesù, è fare esperienza della sua vicinanza, della
sua amicizia, del suo amore, e solo così si impara a conoscerlo sempre di più, ad
amarlo e seguirlo sempre più. Che questo possa avvenire per ciascuno di noi!
In
un altro celebre Sermone nella domenica fra l’ottava dell’Assunzione, il santo Abate
descrive in termini appassionati l’intima partecipazione di Maria al sacrificio redentore
del Figlio. “O santa Madre, - egli esclama - veramente una spada ha trapassato la
tua anima!... A tal punto la violenza del dolore ha trapassato la tua anima, che a
ragione noi ti possiamo chiamare più che martire, perché in te la partecipazione alla
passione del Figlio superò di molto nell’intensità le sofferenze fisiche del martirio”
(14: PL 183,437-438). Bernardo non ha dubbi: “per Mariam ad Iesum”, attraverso Maria
siamo condotti a Gesù. Egli attesta con chiarezza la subordinazione di Maria a Gesù,
secondo i fondamenti della mariologia tradizionale. Ma il corpo del Sermone documenta
anche il posto privilegiato della Vergine nell’economia della salvezza, a seguito
della particolarissima partecipazione della Madre (compassio) al sacrificio del Figlio.
Non per nulla, un secolo e mezzo dopo la morte di Bernardo, Dante Alighieri, nell’ultimo
canto della Divina Commedia, metterà sulle labbra del “Dottore mellifluo” la sublime
preghiera a Maria: “Vergine Madre, figlia del tuo Figlio,/umile ed alta più che creatura,/termine
fisso d’eterno consiglio, …” (Paradiso 33, vv. 1ss.).
Queste
riflessioni, caratteristiche di un innamorato di Gesù e di Maria come san Bernardo,
provocano ancor oggi in maniera salutare non solo i teologi, ma tutti i credenti.
A volte si pretende di risolvere le questioni fondamentali su Dio, sull’uomo e sul
mondo con le sole forze della ragione. San Bernardo, invece, solidamente fondato sulla
Bibbia e sui Padri della Chiesa, ci ricorda che senza una profonda fede in Dio, alimentata
dalla preghiera e dalla contemplazione, da un intimo rapporto con il Signore, le nostre
riflessioni sui misteri divini rischiano di diventare un vano esercizio intellettuale,
e perdono la loro credibilità. La teologia rinvia alla “scienza dei santi”, alla loro
intuizione dei misteri del Dio vivente, alla loro sapienza, dono dello Spirito Santo,
che diventano punto di riferimento del pensiero teologico. Insieme a Bernardo di Chiaravalle,
anche noi dobbiamo riconoscere che l’uomo cerca meglio e trova più facilmente Dio
“con la preghiera che con la discussione”. Alla fine, la figura più vera del teologo
e di ogni evangelizzatore rimane quella dell’apostolo Giovanni, che ha poggiato il
suo capo sul cuore del Maestro.
Vorrei concludere
queste riflessioni su san Bernardo con le invocazioni a Maria, che leggiamo in una
sua bella omelia. “Nei pericoli, nelle angustie, nelle incertezze, - egli dice - pensa
a Maria, invoca Maria. Ella non si parta mai dal tuo labbro, non si parta mai dal
tuo cuore; e perché tu abbia ad ottenere l'aiuto della sua preghiera, non dimenticare
mai l'esempio della sua vita. Se tu la segui, non puoi deviare; se tu la preghi, non
puoi disperare; se tu pensi a lei, non puoi sbagliare. Se ella ti sorregge, non cadi;
se ella ti protegge, non hai da temere; se ella ti guida, non ti stanchi; se ella
ti è propizia, giungerai alla meta...” (Hom. II super «Missus est», 17: PL 183, 70-71).
SINTESI
E SALUTI Chers Frères et Sœurs, Saint
Bernard est l’un des plus grands Docteurs de l’Eglise. Né en 1090 à Fontaines, en
France, il entre à Cîteaux, nouvelle fondation monastique, vers l’âge de 20 ans. Quelques
années plus tard, en 1115, il fonde le monastère de Clairvaux, où il va affiner sa
conception de la vie monastique et la mettre en pratique, soulignant particulièrement
la nécessité d’une vie sobre et mesurée, et recommandant le soutien des pauvres. En
ces années, il développa une vaste correspondance avec de nombreuses personnes, de
haute et de modeste condition. A partir de 1130 il s’occupera aussi de graves questions
concernant le Saint-Siège et l’Eglise. Deux aspects centraux de la doctrine de saint
Bernard concernent Jésus Christ et Marie, sa sainte Mère, qui nous conduit à son Fils.
Pour l’Abbé de Clairvaux, la vraie connaissance de Dieu consiste dans l’expérience
personnelle de Jésus Christ et de son amour. La foi est avant tout une rencontre intime
avec Jésus, qui nous permet de faire l’expérience de sa proximité, de son amitié,
de son amour. C’est seulement ainsi qu’on apprend à le connaître toujours plus, à
l’aimer et à le suivre. Que cela se réalise pour chacun de nous ! *
* * Je salue cordialement les pèlerins de langue française, particulièrement
les jeunes d’Alsace et de Normandie ainsi que les servants de messe des unités pastorales
Notre-Dame et Sainte-Claire du canton de Fribourg. Que l’enseignement de saint Bernard
vous aide à découvrir toujours plus en Marie la Mère qui protège de toute crainte
et qui nous guide vers son divin Fils. Que Dieu vous bénisse !
Dear Brothers and Sisters, In our continuing catechesis on the
theologians of the Middle Ages, we now turn to one of the most outstanding, Saint
Bernard of Clairvaux. Bernard combined the austerity of the Cistercian monastic renewal
with intense activity in the service of the Church in his time. Because of his great
learning and deep spirituality he is venerated as a Doctor of the Church, and is often
called “the last of the Fathers”. Together with his theological writings and homilies,
including the celebrated Sermons on the Song of Songs, Bernard maintained a vast correspondence,
developed warm friendships with his contemporaries, defended sound doctrine, and combated
heresy and outbreaks of antisemitism. His spirituality was profoundly Christ-centred
and contemplative, and his celebration of the sweetness of Christ’s name won him the
title of Doctor mellifluus. Bernard is also known for his fervent devotion to our
Lady and his insight into her intimate sharing in the sacrifice of her Son. May Bernard’s
example of a faith nourished by prayer, study and contemplation, lead us closer “to
Jesus through Mary” and grant us that wisdom which finds joyful fulfilment in the
knowledge of the saints in heaven. * * * I offer a warm welcome
to the English-speaking pilgrims present at today’s Audience, especially from the
Dioceses of Lismore and Saginaw accompanied by their Bishops, as well as from Holy
Cross and Saint Margaret Mary Parish in Edinburgh. I also greet the visitors from
the Netherlands, Nigeria, Tanzania, England, Ireland, Norway and Sweden. Upon all
of you I invoke God’s blessings of peace, joy and hope!
Liebe
Brüder und Schwestern! Der heilige Bernhard von Claivaux, den ich für die
heutige Katechese ausgewählt habe, gehört sicher zu den größten religiösen Gestalten
des Mittelalters. Er wurde um 1090 in Fontaines in Burgund geboren, besuchte die Schule
der Stiftsherren von Saint-Vorles und trat mit etwa 20 Jahren mit einer Reihe von
Gefährten in das Reformkloster Cîteaux ein. Bereits im Jahr 1115 erhielt Bernhard
den Auftrag, ein Tochterkloster in Clairvaux zu errichten. Er wurde der erste Abt
dieser Niederlassung und gründete von dort aus weitere 68 Klöster. Bernhard war ein
begnadeter Prediger und Schriftsteller. Seine Werke zeichnet eine hohe literarische
Qualität aus. Die Tradition hat ihn als Doctor mellifluus bezeichnet, als Lehrer,
dessen Rede süß wie Honig fließt. Dies bezieht sich nicht nur auf seine sprachliche
Begabung, sondern vor allem auf den Inhalt seiner Werke: sie sind ganz auf Gott ausgerichtet.
Die wahre Gotteserkenntnis besteht für Bernhard nicht in einer denkerischen Leistung,
sondern in der persönlichen Erfahrung der Liebe Christi. Und das Geschöpf vermag mit
seiner persönlichen kleinen Liebe dem Schöpfer zu antworten. Sie ist geringer als
die göttliche Liebe, und doch ist sie vollkommen, wenn sie ganz geschenkt wird. Maria
hat diese Liebe in beispielhafter Weise zum Ausdruck gebracht. Bernhard hat keinen
Zweifel daran, daß wir durch Maria zu Jesus geführt werden. Von ihr können wir lernen,
Jesus nahe zu sein, und wir dürfen sie bitten, uns auf dem Weg mit Christus zu begleiten. ***** Ganz
herzlich grüße ich alle Brüder und Schwestern deutscher Sprache, unter ihnen heute
besonders die Gruppe aus Paderborn mit Weihbischof König, die Pilger aus Münster mit
Weihbischof Janssen und die Schüler der Liebfrauenschule in Vechta. Der heilige Bernhard
will uns lehren, eine lebendige Beziehung zu Christus durch das regelmäßige Gebet
und durch die Sakramente aufzubauen. Streben wir danach, bei dieser „Wissenschaft
der Heiligen“ gute Schüler zu sein. Der Herr geleite euch dabei mit dem Licht seiner
Gnade.
(Traduzione a cura della Radio Vaticana: Cordialmente
saluto tutti i fratelli e sorelle di lingua tedesca, tra loro in particolare oggi
il gruppo di Paderborn con il vescovo ausiliare König, i pellegrini da Münster con
il vescovo ausiliare Janssen e gli alunni della “Liebfrauenschule” di Vechta. San
Bernardo ci vuole insegnare a costruire un rapporto vivo con Cristo attraverso la
preghiera costante ed i sacramenti. Impegniamoci ad essere buoni alunni in questa
“dottrina dei santi”. Il Signore vi accompagni con la luce della sua misericordia.)
Queridos
hermanos y hermanas: San Bernardo, conocido como el último de los Padres
de la Iglesia por la capacidad que tuvo de recoger la herencia de la sabiduría patrística,
nació en mil noventa en Fontaines, Francia. A los veinte años ingresó en la comunidad
monástica de Citeaux, y fue enviado después a fundar un monasterio en Claraval, de
donde fue abad. Desde allí mantuvo una copiosa correspondencia con personas de todo
tipo, componiendo también gran cantidad de sermones, sentencias y tratados. A partir
de mil ciento treinta, se ocupó asimismo de cuestiones que afectaban a la Santa Sede
y a la Iglesia universal. Con sus escritos combatió la herejía de los cátaros, a la
vez que defendió a los judíos. San Bernardo, cuya doctrina destaca por la centralidad
concedida a Jesucristo y a la Virgen María, recuerda que sin una fe profunda en Dios,
alimentada por la oración, la contemplación y la unión íntima con el Señor, la reflexión
sobre los misterios divinos corre el riesgo de quedarse en un ejercicio intelectual
vano y poco convincente. * * * * * * * * * Saludo a los peregrinos
de lengua española, en particular a las Hermanas de la Caridad del Cardenal Sancha,
acompañadas por el Señor Cardenal Antonio Cañizares Llovera, presentes en Roma para
dar gracias a Dios por la reciente beatificación de su Fundador, el Cardenal Ciriaco
María Sancha y Hervás, Arzobispo de Toledo y Primado de España; a los fieles de la
Diócesis de Netzahualcóyotl, con su Obispo, Monseñor Carlos Garfias Merlos, así como
a los demás grupos procedentes de España, México y otros países latinoamericanos.
Que las enseñanzas de San Bernardo de Claraval nos ayuden a encontrarnos personalmente
con Jesús, experimentando su cercanía, cultivando su amistad e imitándolo cada día
más. Muchas gracias. Amados brasileiros do Rio de Janeiro e
demais peregrinos de língua portuguesa, com afecto a todos saúdo e abençôo, desejando
que a vossa peregrinação até junto do túmulo dos Apóstolos Pedro e Paulo reforce,
em cada um, a sua fé. Esta é, antes de tudo, encontro íntimo e pessoal com Jesus Cristo.
Que esta experiência vos leve a conhecê-Lo, amá-Lo e segui-Lo cada vez mais! Ide com
Deus!
Saluto in polacco
Serdeczne
pozdrowienie kieruję do Polaków. Drodzy Bracia i Siostry, dobiega końca Synod dla
Afryki. Jak wiecie, Kościół na tym kontynencie, choć przeżywa różnorakie trudności,
nieustannie się rozwija. Nie tylko krzewi i pogłębia wiarę w Chrystusa, ale także
niesie pomoc narodom, które wciąż cierpią z powodu ubóstwa, konfliktów, czy braku
dostępu do wiedzy i opieki zdrowotnej. Niech nie zabraknie mu naszego wsparcia duchowego
i materialnego! Niech Bóg wam błogosławi!
Traduzione
italiana:
Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi.
Cari fratelli e sorelle, sta per concludersi il Sinodo per l’Africa. Come sapete,
la Chiesa in quel continente, malgrado diverse difficoltà, cresce continuamente. Non
solo propaga e approfondisce la fede in Cristo, ma anche porta aiuto ai popoli che
ancora soffrono a causa della povertà, dei conflitti o della mancanza d’accesso all’istruzione
e alla sanità. Non le manchi il nostro sostegno spirituale e materiale! Dio vi benedica!
SALUTO
IN SLOVACCO
Zo srdca pozdravujem
pútnikov zo Slovenska, osobitne z Bratislavy, Sekúl, Báču, Skalice, Blatného
a Podbieľa. Bratia a sestry, v týchto dňoch sme pozvaní viac uvažovať o
misijnom poslaní Cirkvi i každého jej člena. Aj vy ste povolaní evanjelizovať to prostredie,
v ktorom žijete. S týmto želaním vás žehnám. Pochválený buď
Ježiš Kristus!
Traduzione in italiano
Saluto
di cuore i pellegrini provenienti dalla Slovacchia, particolarmente da Bratislava,
Sekuly, Báč, Skalica, Blatné e Podbieľ. Fratelli e sorelle, in questi
giorni siamo invitati a riflettere più intensamente sull’impegno missionario della
Chiesa, e di ogni suo membro. Anche voi siete chiamati ad evangelizzare nell’ambiente
in cui vivete. Con questi voti vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!
Saluto
del Santo Padre in lingua ungherese ai pellegrini provenienti
da Rohovce (Arcidiocesi di Bratislava).
Testo
ungherese Isten hozta a magyar
zarándokokat, elsősorban azokat, akik Bácsfáról érkeztek. Szent
Péter és Szent Pál apostolok sírjait látogatva erősödjetek meg a hitben, az Anyaszentegyház
iránti szeretetben és az életszentségre törekvésben. Apostoli áldásommal.
Dicsértessék a Jézus Krisztus!
Traduzione
italiana Un benvenuto ai fedeli di lingua ungherese, specialmente
a coloro che sono venuti da Rohovce. Visitando le tombe degli apostoli Pietro e Paolo,
rinsaldate la vostra fede, l’amore per la Chiesa e la risolutezza per la santità della
vita. Con la Benedizione Apostolica! Sia lodato Gesù Cristo! SALUTO
IN BULGARO Поздравявам поклонниците от България, по-специално
верните от енория „Дева Мария Фатимска” в Плевен и представителите на Католическа
Дейност от диоцеза на София-Пловдив; насърчавам всички навсякъде да свидетелстват
смело християнската вяра. Поздравявам сърдечно с добре дошли делегацията на Православния
Патриархат от България, водена от Негово Високопреосвещенство Епископ Тихон и ги
моля да занесат моя братски поздрав на Негово Блаженство Патриарх Максим.
Saluto
i pellegrini provenienti dalla Bulgaria, in particolare i fedeli della parrocchia
“Madonna di Fatima” in Pleven e gli esponenti dell’Azione Cattolica della diocesi
di Sofia-Plovdiv; tutti incoraggio a rendere ovunque una coraggiosa testimonianza
cristiana. Rivolgo un cordiale benvenuto alla delegazione del Patriacato ortodosso
di Bulgaria, guidata dal Vescovo Sua Eccellenza Tichon, e chiedo loro di portare il
mio fraterno saluto a Sua Beatitudine il Patriarca Maxim.
SALUTO
IN RUMENO
Salut cu afecţiune pelerinii
veniţi din România. Iubiţi prieteni, Ziua Misionară Mondială pe care am
celebrat-o duminica trecută să fie şi pentru voi o invitaţie la a fi misionari ai
Vestei Celei Bune a lui Cristos. Vă binecuvântez din toată inima.
Saluto
con affetto i pellegrini provenienti dalla Romania. Cari amici, la Giornata
Missionaria Mondiale che abbiamo celebrato domenica scorsa sia anche per voi un invito
ad essere missionari della Buona Novella di Cristo. Volentieri vi benedico.
Rivolgo
un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, ai partecipanti
al Capitolo Generale dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù e, mentre ringrazio
questa Famiglia religiosa per il lavoro missionario che svolge soprattutto in Africa,
auspico che essa continui con rinnovato slancio apostolico, a rendere sempre più attuale
nel mondo il carisma di San Daniele Comboni. Saluto i Religiosi Servi della Carità
– Opera Don Guanella e, nell’imminenza della festa del loro Fondatore, li incoraggio
a lavorare nella Chiesa con generosa dedizione. Saluto i cresimati della diocesi di
Faenza-Modigliana, con il loro Pastore Mons. Claudio Stagni, i soci del Credito Cooperativo
Cassa Rurale ed Artigiana, di Pagliano, qui convenuti con il Vescovo di Palestrina
Mons. Domenico Sigalini, come pure i rappresentanti di Rondine-Cittadella della Pace,
accompagnati dal nuovo Vescovo di Arezzo Mons. Riccardo Fontana. A tutti auguro di
crescere sempre nell’amore di Cristo per testimoniarlo in ogni ambito della società.
Saluto, infine, i giovani, i malati e gli sposi novelli. Cari amici, il mese di ottobre
ci invita a rinnovare la nostra attiva cooperazione alla missione della Chiesa. Con
le fresche energie della giovinezza, con la forza della preghiera e del sacrificio
e con le potenzialità della vita coniugale, sappiate essere missionari del Vangelo,
offrendo il vostro concreto sostegno a quanti faticano dedicando la loro intera esistenza
alla evangelizzazione dei popoli.