Chiuso in Thailandia il Congresso mondiale di Signis sui diritti dei bambini
“Abbiamo il diritto di essere qui, siamo il futuro del mondo.” Con questo slogan
gli oltre trecento ragazzi presenti al Congresso mondiale di Signis hanno salutato
la conclusione dei lavori dei delegati di 70 Paesi di tutto il mondo, convenuti a
Chiang Mai, in Thailandia. Il Congresso di Signis, l’associazione cattolica mondiale
per la comunicazione, ha offerto una panoramica quanto mai efficace dell’impegno quotidiano
di migliaia di operatori ed educatori cristiani a favore della promozione della pace,
e in particolare dei diritti dei bambini e dei ragazzi. Questo era anche il tema dell’assemblea
dedicata a “I Media per una cultura di pace – I diritti dei bambini, promessa del
domani”. Così la partecipazione ai lavori del Congresso di ragazzi provenienti soprattutto
dai Paesi del sudest asiatico, non è stata semplicemente una cornice. L’invito di
Signis, rivolto a tutti i mezzi di comunicazione, è di prendere sul serio la difesa
dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, non solo quelli indispensabili alla
sopravvivenza, ma anche all’educazione e al diritto di essere protagonisti del proprio
futuro. Da Chiang Mai, il servizio di Pietro Cocco.
In un mondo
che si trasforma sotto la spinta delle nuove tecnologie della comunicazione e attraverso
i media, i bambini e i giovani rappresentano l’elemento centrale per la costruzione
di un futuro di pace nel rispetto dei diritti di tutti. E’ questa la convinzione che
ha animato i tre giorni di Congresso di Signis, senza facili demagogie ma forte di
un’esperienza radicata nel territorio. I circa trecento partecipanti provenivano in
gran parte dal sudest asiatico, Thailandia, Cambogia, Malaysia, Singapore, Giappone,
e dall’Africa, ma anche dall’India, dal Bangladesh, dal Libano, dall’Europa, dal Nord
e Sud America, dall’Oceania. Tutti ben consapevoli della dura realtà in cui spesso
i bambini sono costretti a crescere. Allora l’invito al cambiamento lanciato dal Congresso
non è un auspicio, ma è un impegno vissuto nel concreto delle società di oggi. Sono
state presentate decine di iniziative, di programmi radio e televisivi, cortometraggi,
film, esperienze di media education, tutte orientate a favorire la partecipazione
dei bambini e dei giovani alla costruzione del loro futuro. Soprattutto nelle situazioni
in cui i bambini sono vittime di violenze, di sfruttamento per il lavoro, di negazione
dei loro sogni, privati di una famiglia. Sono tutte iniziative nate in ambito ecclesiale
per i ragazzi e con i ragazzi, nella convinzione che tra i diritti fondamentali c’è
quello all’educazione che solo può innescare processi di sviluppo duraturi. Grande
enfasi è stata dedicata nei tanti workshop, ad essere costruttori di ponti attraverso
i media, e non di barriere tra le culture, i gruppi etnici, le fedi religiose. Occorre
favorire ed educare al più largo accesso ai new media, perché cresca la partecipazione
di tutti, e non solo dei più ricchi, dei più avvantaggiati. E’ questa una responsabilità,
è stato osservato, che interpella in modo particolare gli operatori cristiani nel
campo della comunicazione, per portare la buona notizia del Vangelo di Gesù e contribuire
ad un mondo migliore. “Non lasciateci soli” è stato uno degli slogan lanciati dai
ragazzi agli operatori del mondo della comunicazione, che significa anche: non abbandoniamo
i media ad essere strumenti di consumo, di potere politico, e di logiche di contrapposizione.
Ed è l’impegno che Signis vuole portare avanti nei prossimi anni, sostenendo i media
comunitari e la promozione sociale e civile, attraverso i media, dei diritti dei bambini
e dei giovani, delle minoranze, di chi è considerato ‘altro’ nella società. Per saperne
di più, è disponibile il sito web di Signis: www.signis.net.