Brasile: il relatore Onu per l'Alimentazione difende i 'sem terra'
“Queste persone meritano appoggio, le occupazioni di terre sono l’ultima risorsa che
hanno per essere ascoltati. Il Brasile è un paese dove enormi porzioni di terra appartengono
a una percentuale molto piccola della popolazione e gran parte di queste terre è improduttiva:
per questo ci sono persone che non sanno come sfamarsi, perché non hanno accesso alla
terra”. Concludendo una missione in Brasile, - riferisce l'agenzia Misna - il relatore
speciale per il diritto all’alimentazione dell’Onu, l’avvocato belga Olivier de Schutter,
ha richiamato l’attenzione sulla lotta del Movimento dei lavoratori rurali senza terra
(Mst), che da 25 anni si batte per la riforma agraria. “C’è una strategia orchestrata
per screditare il movimento” ha detto De Schutter da Brasilia, respingendo un recente
studio commissionato dalla Confederazione nazionale dell’agricoltura all’Istituto
di ricerche statistiche ‘Ibope’ che ha segnalato problemi di “produttività e manutenzione”
dei piccoli insediamenti rurali affidati ai ‘sem terra’. “Esiste un contenzioso tra
agricoltura familiare e agroindustria, ma la produttività non è il solo aspetto importante:
l’agricoltura - ha detto - non serve solo a produrre alimenti ma anche a creare reddito
per i produttori e posti di lavoro, oltre che a preservare l’ambiente e la biodiversità”.
De Schutter ha elogiato le politiche sociali promosse dall’amministrazione del presidente
Luiz Ignacio Lula da Silva, che hanno portato nell’ultimo decennio alla riduzione
della malnutrizione e della mortalità infantile, giudicando tuttavia “inaccettabili”
le sacche di povertà ed estrema povertà che sussistono in diverse zone del paese e
incoraggiando il governo a un “maggiore rigore sulla loro applicazione per evitare
la corruzione”. De Schutter ha espresso anche parere favorevole a una proposta per
emendare la Costituzione e per inserire l’alimentazione tra i diritti fondamentali
dei cittadini brasiliani, affermando che “i simboli sono importanti” e che l’iniziativa
potrebbe rappresentare “un segnale di valore anche per altri paesi che stanno intraprendendo
la stessa strada”. (R.P.)