2009-10-21 08:24:04

Appello degli Ulema per liberare il missionario irlandese, Michael Sinnot, rapito nelle Filippine


“Condanniamo questo atto come fortemente contrario ai principi dell’Islam e della cristianità”: la Conferenza nazionale degli Ulema delle Filippine (Nucp), principale organizzazione di religiosi musulmani nel Paese a maggioranza cattolica, stigmatizza in un messaggio il sequestro del missionario irlandese, rapito da ignoti la scorsa settimana nel sud dell’arcipelago asiatico. “Riteniamo – scrivono gli Ulema - che questo atto sia quanto di più lontano dalla lunga tradizione di tolleranza, compassione e buona volontà che queste fedi hanno in comune”, e in contrasto anche con “tutte le altre fedi che hanno sempre promosso attivamente buone relazioni tra i vicini”. Nel messaggio i religiosi musulmani chiedono l’immediata e incondizionata scarcerazione dell’anziano missionario della Società di San Colombano; allo stesso tempo, rivolgono un appello ai media chiedendo di non usare a “sproposito” il nome dell’Islam – ricorrendo a termini come “militanti islamici” o “terroristi musulmani” – nel fare riferimento ai rapitori del religioso. “Così facendo – scrivono gli Ulema - si ottiene solo il risultato di creare una frattura tra i musulmani e i nostri fratelli, i cristiani, oltre a perpetuare odio e incomprensioni”. Intanto anche le autorità filippine sembrano aver accantonato la pista ‘religiosa’ del rapimento, privilegiando quella estorsiva. Conferma dei buoni rapporti tra musulmani e cattolici di Mindanao arriva dai confratelli di padre Sinnot. “Dalle alte autorità religiose alla gente comune”, la comunità musulmana ci ha dimostrato “incredibile vicinanza”, ha riferito alla Misna, padre Patrick O'Donoghue, superiore della comunità di San Colombano di Pagadian. Alcun contatto finora con i rapitori. Negli ultimi giorni le autorità militari filippine hanno accusato alcuni comandanti dissidenti del Fronte di liberazione islamico Moro (Milf), gruppo che si batte per l’indipendenza di alcune zone meridionali delle Filippine e che nel 2007 sequestrò il missionario italiano Giancarlo Bossi del Pontificio Istituto per le missioni estere (Pime). Notizie - precisano fonti della Misna contattate a Manila - che mancano di conferme e che potrebbero rispondere a ragioni politiche, visti i negoziati in corso tra il governo e il Milf per una ripresa dei colloqui di pace. Secondo la ricostruzione fornita dai confratelli, padre Michael, 78 anni, è stato rapito in pieno centro da un gruppo di sei uomini armati mentre stava passeggiando da solo a poche decine di metri dall’ingresso della Casa dei padri colombani di Pagadian. Padre Sinnott, originario di Barntown, nella contea di Wexford, è stato ordinato sacerdote nel 1954 e assegnato a Mindanao nel sud delle Filippine nel 1957 subito dopo gli studi compiuti a Roma. Ha servito a Mindanao fino al 1966 e dopo un periodo di dieci anni trascorso in Irlanda, è tornato stabilmente nelle Filippine nel 1976. (R.G.)







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