A Vienna, stallo nei negoziati sul nucleare iraniano
Tutto fermo a Vienna dove, a partire da ieri, hanno preso il via i negoziati sul nucleare
tra Iran, Stati Uniti, Russia e Francia. Stamani Teheran ha ribadito che, anche in
presenza di un’intesa, non fermerà il proprio programma atomico. Empasse sulla presenza
della Francia al vertice mentre in Iran si complica la situazione politica interna.
Il nostro servizio :
Sono cento
i parlamentari che hanno sporto una denuncia contro il leader dell’opposizione Mussavi.
Avrebbe commesso un “crimine contro la nazione” mettendo in discussione i risultati
delle presidenziali dello scorso mese di giugno. Un’iniziativa che arriva a complicare
quanto accade a Vienna. Non è infatti ripresa la riunione sul nucleare di Teheran
fra Iran, Usa, Russia e Francia. Proprio Parigi è stata nel mirino del ministro degli
Esteri iraniano Mottaki che ha definito “senza alcuna ragione” la presenza francese
che invece è stata confermata. Mottaki ha anche ribadito che non è in discussione
il “diritto” dell’Iran di sviluppare la tecnologia nucleare anche in presenza di un
accordo con le potenze del 5+1, Paesi con diritto di veto al Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite, e la Germania. L’intesa riguarderebbe la fornitura all'Iran di
uranio arricchito al 20% che, ha aggiunto Mottaki, “non ha relazione con il programma
nucleare”. A pesare sulla riunione, intanto, c’è quanto accaduto domenica in Beluchistan,
un attacco costato la vita a 41 persone, tra cui 15 guardie della Rivoluzione. Teheran
ha assicurato una risposta schiacciante contro i separatisti del gruppo Jundullah,
che ha rivendicato l’azione e che, secondo le autorità iraniane, sarebbero sostenuti
dai servizi segreti di Stati Uniti, Gran Bretagna e Pakistan. Proprio fonti di Islamabad
hanno affermato oggi che gli autori delle violenze avevano intenzione di mettere in
crisi le relazioni tra Iran e Pakistan. Sono tre le persone sospette arrestate stamani,
tutte di nazionalità iraniana. Pakistan-violenza Non
si ferma l’ondata di attentati in Pakistan. Stamani due esplosioni all’università
di Islamabad hanno provocato la morte di 7 persone e almeno 13 feriti. Gli ordigni
sono esplosi in aria a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro. Le autorità pachistane
hanno fermato un sospetto. In mattinata una bomba era stata disinnescata in una scuola
femminile a Peshawar, nel nord ovest del Paese. L’attentato arriva mentre è in corso
l’offensiva anti-talebana nel sud Waziristan, che ha provocato 80 vittime. Nel mese
di ottobre ci sono state decine di attentati in tutto il Pakistan che hanno causato
più di 170 morti.
Iraq-violenza Episodi di violenza anche in Iraq.
L’esplosione di un ordigno artiginale, nella provincia di Ninive, ha provocato ieri
la morte di un soldato americano e il ferimento di altri due militari. Prosegue intanto
la visita del premier iracheno Al Maliki negli Stati Uniti. Oggi è in programma una
conferenza incentrata sugli investimenti americani nel Paese del Golfo. Ieri l’incontro
con il vice-presidente americano Joe Biden che ha esortato Al Maliki a tenere elezioni
trasparenti quando i cittadini saranno chiamati alle urne all'inizio del 2010.
Medio
Oriente-Onu Il rapporto Goldstone sarà discusso entro la fine dell’anno dall’Assemblea
delle Nazioni Unite. L’annuncio è arrivato ieri. Il rapporto riguarda l’operazione
Piombo Fuso che accusa Israele e i militanti palestinesi di Hamas di “possibili crimini
contro l'umanità”, che sarebbero stati commessi durante l'offensiva israeliana nella
Striscia di Gaza avvenuta lo scorso inverno.
Turchia-PKK Mano tesa
del governo turco al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) dopo una quasi trentennale
guerra tesa a creare uno Stato curdo in territorio turco, che fino ad ora ha provocato
40 mila morti. Stamani sono stati rilasciati 29 dei 34 dei militanti che ieri si erano
consegnati alle autorità di Ankara su indicazione del leader storico Ocalan, ancora
in carcere. Decisioni che rientrerebbero in un’iniziativa volta a risolvere la questione
curda ma di cui non si conoscono i dettagli. La questione, insieme alla recente crisi
fra Turchia e Israele e la situazione in Afghanistan, è al centro, secondo fonti giornalistiche,
della riunione di oggi ad Ankara del Consiglio di Sicurezza Nazionale (Mgk), l'organo
costituzionale che include i vertici politici e militari del Paese.
Indonesia-presidenziali Giuramento
stamani per il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono che, dopo la vittoria
delle elezioni di luglio, guiderà il Paese per i prossimi 5 anni nel suo secondo mandato.
Nel discorso di insediamento, Yudhoyono ha promesso un maggiore impegno nella lotta
alla povertà e alla corruzione e, a livello economico, il mantenimento dei livelli
di crescita.
Kirghizistan-politica Crisi politica in Kirghizistan
dopo le dimissioni del premier Ciudinov. Quest’ultimo aveva presentato un ampio ciclo
di riforme che riguardavano gli organi del potere statale.
Italia-mafia Nessuna
trattativa tra lo Stato italiano e la mafia. E’ quanto ha assicurato l’ex comandante
dei Ros Mario Mori, nel corso del processo a Palermo che lo vede imputato per favoreggiamento
a Cosa Nostra. Mori ha ricostruito il clima nel quale maturarono le stragi di Capaci
e di via D’Amelio costate la vita ai giudici anti-mafia Falcone e Borsellino.
Italia-
Abruzzo- Messina Paura a L’Aquila dove stamani si è registrata una nuova scossa
di terremoto di magnitudo 3.5 che non ha provocato né danni né vittime. Intanto si
attendono gli interrogatori per i 12 iscritti nel registro degli indagati nell’ambito
dell’inchiesta sul crollo della Casa dello Studente, costata la vita ad 8 ragazzi.
A Messina inoltre la morte di Katia Panarello, ricoverata da tempo, fa salire a 31
le vittime del nubifragio che ha colpito la zona lo scorso primo ottobre.(Panoramica
internazionale a cura di Benedetta Capelli e Gaia Ciampi)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 293 E'
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