2009-10-20 14:35:04

Appello dei leader cristiani per la pace nel Sudan meridionale


Le Chiese cristiane del Sudan hanno rivolto un pressante appello a tutte le autorità del Paese e alla comunità internazionale affinché venga assicurata la piena attuazione al Comprehensive Peace Agreement (CPA), l’accordo di pace che dal gennaio 2005 ha determinato l’autonomia del Sud Sudan da Khartoum, fissando per il 2011 il referendum sulla sua eventuale secessione. In una dichiarazione congiunta diffusa nei giorni scorsi, i leader cristiani rilevano come sin dalla loro firma a Nairobi, i protocolli del trattato siano stati o attuati solo parzialmente, o rimessi in discussione, con il risultato che un Sudan pacificato e unito è oggi percepito come una opzione meno interessante dai cristiani e dalle altre minoranze del Paese. La conseguenza di questo ritardo è che “la riconciliazione non viene pienamente perseguita” e la legislazione nel Nord Sudan è ancora basata sulla legge islamica. Anche i recenti scontri tribali verificatisi in diverse parti del sud – afferma la dichiarazione, firmata tra gli altri da mons. Paulino Lukudu Loro, arcivescovo di Khartum - sono da attribuire a questo ritardo. Secondo i leader cristiani, inoltre, le violenze avrebbero potuto essere in larga parte evitate con un migliore dispiegamento delle forze di sicurezza. Essi chiamano quindi in causa le responsabilità del Governo autonomo del Sud Sudan (Goss) e i separatisti del Sudan People’s Liberation Army (SPLA) che - sottolineano - hanno il dovere di unire e proteggere tutti i cittadini nel sud , “quale che sia la loro etnia e ovunque siano esposti al pericolo di aggressioni”. “Dio – è il loro monito - giudicherà tutti quelli che operano contro i diritti del loro popolo”. Le Chiese cristiane, da parte loro, confermano il loro impegno per l’unità e la pace e per l’educazione dei cittadini sudanesi chiamati a votare nei prossimi due anni. Ogni contributo in questo senso da parte delle autorità, delle ong e delle istituzioni internazionali è benvenuto e auspicabile. Gli accordi pace di Nairobi del 2005 hanno posto fine a più di 20 anni di guerra civile tra il potere centrale di Khartoum, controllato dal National Congress Party, di ispirazione islamica, e il Sudan Peoples Liberation Army (SPLA), braccio armato degli insorti del Sud, in prevalenza cristiani ed animisti. Malgrado l’accordo, il Sudan è tutt’altro che pacificato, in particolare nella martoriata regione del Darfur dove – come è noto - un nuovo sanguinoso conflitto con il governo centrale sta mietendo centinaia di migliaia di vittime. (L.Z.)







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