Al Simposio per l'ecumenismo e l'ambiente, in corso a Memphis, in primo piano l'eredità
spirituale di Martin Luther King
Prosegue la tappa a Memphis, in Tennessee, dei partecipanti al Simposio di Religione,
Scienza e Ambiente. I lavori scientifici del convegno, dedicato quest’anno al Mississippi,
si apriranno domani a New Orleans, alla presenza del Patriarca ecumenico di Costantinopoli,
Bartolomeo I. Ma intanto i delegati hanno potuto visitare il Museo nazionale dei diritti
civili, dedicato a Martin Luther King. Da Memphis, il servizio della nostra inviata,
Giada Aquilino:
Sono
passati 41 anni dal quel 4 aprile 1968, ma il tempo sembra essersi fermato al Museo
nazionale dei diritti civili a Memphis, sorto nel luogo esatto dell’assassinio di
Martin Luther King, il leader del movimento per i diritti dei neri d’America e simbolo
dell’impegno pacifista negli Stati Uniti e nel mondo. I partecipanti al Simposio di
Religione Scienza e Ambiente hanno infatti visitato il Lorraine Motel, uno dei pochi
alberghi in quegli anni ad ospitare anche afroamericani. Lì il reverendo King alloggiava.
Poi, a togliergli la vita, sulla terrazza della stanza 306, fu una pallottola sparata
da una finestra non lontana. A Memphis, in quei giorni erano in sciopero gli operatori
dell’immondizia. Dopo la morte di due di loro in un incidente sul lavoro, chiedevano
maggiori diritti, più sicurezza, in sintesi: il rispetto delle loro dignità. E Martin
Luther King era venuto in città proprio per ribadire il suo credo in una giustizia
sociale che fosse, senza distinzioni, giustizia per tutti. Intanto, nel resto degli
Stati Uniti, erano gli anni delle proteste contro la guerra in Vietnam, delle contestazioni
nei campus, delle rivolte nei ghetti urbani. Al Museo, risuonano forti la voce del
leader del movimento per i diritti civili e il suo “I have a dream”. A fare da guida
ai partecipanti al Simposio è stato un ospite d’eccezione, il reverendo Billy Kyles,
che la sera dell’assassinio era accanto a Martin Luther King ed oggi è l’unico testimone
di quanto successe. In lui rivive il ricordo di quell’uomo che sognava nuovi cammini
per bianchi e neri, perché – sono parole dello stesso Martin Luther King – “potremo
lavorare insieme, pregare insieme, lottare insieme, sapendo che un giorno saremo liberi”.