Benedetto XVI: ridare slancio ai valori cristiani, fondamento dell'Europa, spesso
soffocati da gruppi di pressione, individualismo e utilitarismo
Nel momento in cui l’Europa celebra il 20.mo anniversario della Caduta del Muro di
Berlino, l’Europa deve attingere al suo patrimonio cristiano per guardare con fiducia
al futuro: è l’esortazione che Benedetto XVI ha rivolto stamani al capo della delegazione
della Commissione delle Comunità Europee, Yves Gazzo, ricevuto in Vaticano per la
presentazione delle Lettere Credenziali. Si tratta del secondo capo della delegazione
della Commissione dopo l’ambasciatore Leitao Ritto. Nel suo appassionato discorso
sull’identità dell’Europa, il Papa ha sottolineato che la tradizione umanista, radicata
nel Cristianesimo, è la forza del Vecchio Continente. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
“La
Chiesa – ha detto Benedetto XVI - desidera accompagnare la costruzione dell’Unione
Europea, ecco perché si permette di ricordarle quali sono i valori fondativi e costitutivi
della società europea, affinché possano essere promossi per il bene di tutti”. Il
Papa si è soffermato proprio su questi valori che hanno fatto nascere l’Europa e che
sono stati “la forza di gravità che ha attirato verso il nucleo dei Paesi fondatori”
le altre nazioni.
Questi valori, ha rilevato il Pontefice,
“sono il frutto di una storia lunga e tortuosa nella quale, nessuno lo può negare,
il Cristianesimo ha giocato un ruolo di primo piano”. L’eguale dignità di tutti gli
esseri umani, la libertà religiosa come fondamento di tutte le altre libertà civili,
la pace come elemento decisivo per il bene comune, e ancora lo sviluppo umano come
vocazione divina sono elementi centrali della Rivelazione cristiana che continuano
a modellare la civilizzazione europea. “Quando la Chiesa
richiama le radici cristiane dell’Europa”, ha tenuto a precisare, “non è alla ricerca
di uno status privilegiato per se stessa”. La Chiesa svolge un’opera di memoria storica,
ricordando innanzitutto una verità, “sempre più passata sotto silenzio”: l’ispirazione
cristiana dei Padri fondatori dell’Unione Europea. La Chiesa, ha detto, desidera manifestare
anche che la base dei valori europei proviene principalmente dal patrimonio cristiano
che ancora oggi continua a nutrire l’Europa. Questi valori, ha sottolineato, “non
costituiscono un aggregato anarchico o aleatorio, ma formano un insieme coerente che
si ordina e si articola, storicamente, a partire da una visione antropologica precisa”.
L’Europa, si chiede dunque il Papa, può forse omettere
il “principio originale dei suoi valori che ha rivelato all’uomo la sua eminente dignità
e la realtà di una vocazione personale” che apre il suo orizzonte a tutti gli uomini
con i quali è chiamato a costituire una sola famiglia? Benedetto XVI ha inoltre evidenziato
il rischio che tali valori siano strumentalizzati da “individui e gruppi di pressione”
desiderosi di far avanzare degli interessi particolari a detrimento di un “progetto
collettivo ambizioso che gli europei attendono” volto al bene comune del continente
e di tutto il mondo. Questo pericolo, ha proseguito, è già ora “percepito e denunciato
da numerosi osservatori” di diversa estrazione. E’ importante allora, è stata la sua
esortazione, che l’Europa non abbandoni il suo modello di civilizzazione. Il suo slancio
originale, ha aggiunto, non può essere “soffocato dall’individualismo o dall’utilitarismo”.
Le immense risorse intellettuali, culturali ed economiche
del continente, ha proseguito, “continueranno a portare dei frutti” se saranno fecondate
“dalla visione trascendente della persona umana che costituisce il tesoro più prezioso
del patrimonio europeo”. Proprio questa tradizione umanista, che appartiene a più
correnti di pensiero, ha constatato, rende l’Europa capace di affrontare le sfide
del domani e di rispondere alle speranze dei popoli. Si tratta principalmente, ha
spiegato, della “ricerca di un giusto e delicato equilibro tra l’efficacia economica
e le esigenze sociali, la salvaguardia dell’ambiente” e soprattutto “l’indispensabile
e necessario sostegno alla vita umana, dal concepimento alla morte naturale e alla
famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna”. “L’Europa”,
è stata ancora la sua riflessione, “non sarà realmente se stessa” se non saprà conservare
l’originalità “che ha fatto la sua grandezza” e che è in grado di “renderla, domani,
uno degli attori principali nella promozione dello sviluppo integrale delle persone
che la Chiesa cattolica considera come l’unico modo possibile per rimediare agli squilibri
presenti nel nostro mondo”. La Santa Sede, ha concluso il Papa, ha un grande rispetto
per le attività delle Istituzioni europee e si augura che, attraverso il loro lavoro,
onorino l’Europa che è più di un continente: è “una casa spirituale”.