A Roma il film su padre Popiełuszko a 25 anni dalla sua uccisione. Intervista con
il regista
Era il 19 ottobre del 1984, 25 anni fa, quando, in una Polonia che viveva il dramma
della transizione da un regime totalitario alla democrazia, venne ritrovato il corpo
senza vita di padre Jerzy Popiełuszko, cappellano del sindacato Solidarnosc, torturato
e ucciso. Il film “Popiełuszko” del regista Rafał Wieczyński, sul sacerdote martire
ucciso da emissari del regime, viene presentato oggi pomeriggio nel contesto del Festival
internazionale del Film di Roma. A Rafał Wieczyńskiabbiamo chiesto
perché oggi un film su questo importante sacerdote e quali sono state le difficoltà
che ha incontrato. L'intervista è di Stefano Leszczynski:
R. – (Parole
in polacco) La cosa più difficile è stata, indubbiamente, quella di guardare
la realtà di allora con gli occhi di un prete, con gli occhi di un uomo che aveva
una missione da svolgere; poi il fatto di dover unire il complesso sfondo storico
dell’epoca con la sua visione e il suo modo di agire, quasi mistico. Per circa 20
anni, nessuno aveva fatto il lavoro di scrivere la verità storica di quel periodo
del regime comunista, di Solidarnosc e dell’importante ruolo della Chiesa, svolto
nel processo di riconquista della libertà.
D. –
A quell’epoca la Chiesa era fortemente vicina al popolo, soprattutto nella resistenza
al regime comunista. Oggi, come è cambiato il rapporto tra la Polonia e la Chiesa?
R.
– (Parole in polacco) Sicuramente la coscienza della presenza della Chiesa
nella vita della Polonia è ancora molto, molto forte. Questo potrebbe essere testimoniato
dal fatto che il film è ritornato nuovamente nei cinema, dopo essere stato distribuito
in primavera e dopo essere stato visto già da oltre un milione e mezzo di persone.
E’ tornato, perché le persone vogliono vederlo ancora. Quindi, la partecipazione è
sicuramente grande nel vedere il film, come anche la coscienza dei polacchi di far
parte di una comunità cristiana. Oggi, nei tempi moderni, è molto facile allontanarsi
dalla Chiesa. La Chiesa in Polonia, però, ha già dimostrato diverse volte come i polacchi
si uniscano sempre quando ce n’é bisogno, e storicamente parlando, proprio nel segno
della Chiesa.
D. – Cosa risponde a chi potrebbe dire
che il suo è un film politico?
R. – (Parole in polacco) Direi
che è una domanda molto tendenziosa. Sicuramente si è voluto usare spesso il nome
di padre Popiełuszko nelle lotte politiche. Per ciò che riguarda la
sua storia, se andiamo a vedere bene a fondo, lui è stato un personaggio apolitico,
perché ha lottato solamente ed esclusivamente per la libertà personale di ogni uomo,
qualunque nome portasse. Molto spesso anche il regime ha cercato di allontanarlo dal
suo ufficio di prete, dicendo che si occupava troppo di politica ed invece lui era
apolitico.
D. – Quindi, è d’accordo con il presidente
Wałęsa, che dice che non si è trattato di un omicidio politico?
R.
– (Parole in polacco) Per il regime comunista la Chiesa nella sua totalità
rappresentava il principale avversario. Dunque, alla domanda se padre Popiełuszko
sia morto per motivi politici, rispondo che lo è nella stessa misura in cui Gesù Cristo
è morto per motivi politici.