Attentato in Iran contro i pasdaran. Teheran accusa Londra e Washington
Grave attentato suicida stamani nel sud est dell’Iran, dove un kamikaze si è fatto
esplodere, provocando la morte di circa 30 persone, tra cui cinque alti ufficiali
dei Pasdaran, guardia d’elite della Repubblica Islamica. Il presidente Ahmadinejad
ha attribuito a “agenti degli stranieri” l’accaduto, mentre Ali Larijani, guida del
parlamento iraniano, ha definito la strage “il risultato delle azioni degli americani”.
L’attentato, tuttavia, è stato rivendicato da un gruppo sunnita locale. Il servizio
è di Silvia Gusmano. Un
attentato contro un tentativo di riconciliazione. Queste le sembianze dell’azione
suicida che stamani si è consumata in una strada della città di Sarbaz, nella provincia
del Sistan-Baluchistan, al confine con il Pakistan. Qui abita una minoranza di Baluchi,
minoranza sunnita in un Paese al 90 per cento di confessione sciita. E qui, stamani,
era in programma un incontro per favorire la riconciliazione e superare le forti tensioni
interreligiose. Il kamikaze, che ha ucciso 31 persone, ha preso di mira il convoglio
di pasdaran e notabili etnici locali diretti alla riunione. Tra le vittime, cinque
alti ufficiali dei pasdaran, il corpo di sicurezza nato all’indomani della rivoluzione
del ’79 e posto direttamente sotto il comando della Guida suprema del Paese, l’ayatollah
Ali Khamenei. Allarmante il quadro che si apre a livello internazionale. Ahmadinejad
ha dichiarato che si è trattato di “un crimine perpetrato da agenti degli stranieri”
e Larijani ha attribuito la responsabilità agli Stati Uniti, mentre dalla tv di Stato
si sono levate accuse contro Londra. L’attacco, tuttavia, è stato rivendicato dal
gruppo sunnita separatista Jundallah, che già in passato si è dichiarato responsabile
di diversi attentati e rapimenti di agenti dei servizi di sicurezza. La strage più
grave, prima di quella odierna, risale al febbraio del 2007, quando 11 pasdaran furono
uccisi e una trentina rimasero feriti in un agguato contro l’autobus su cui viaggiavano.