Simposio sul Mississipi per l'ecumenismo e l'ambiente
Al via domani negli Stati Uniti l’ottava edizione dei Simposi dell’organizzazione
Religione Scienza e Ambiente, sotto l’alto patronato del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli,
Bartolomeo I. L’edizione di quest’anno, che si concluderà il 25 ottobre, si intitola
"Ripristinare l’equilibrio: il Grande Fiume Mississippi". L’appuntamento - dopo i
precedenti dedicati, a partire dal ‘95, a Mar Egeo, Mar Nero, Danubio, Adriatico,
Mar Baltico, Rio delle Amazzoni, Groenlandia - si svolge sul Mississippi ed è dedicato
alle grandi riserve idriche della Terra e alle conseguenze dei cambiamenti climatici.
La prima parte si terrà a Memphis, con una sessione dedicata alla storia e ai diritti
degli afroamericani, mentre la parte scientifica del Simposio si svolgerà a New Orleans,
con un’attenzione particolare ai danni dell’uragano Katrina. Numerose le occasioni
di studio fra esperti e i momenti di preghiera tra ortodossi e cattolici. La salvaguardia
del Creato dunque, diventa motivo di dialogo in campo ecumenico. Ce ne parla mons.
Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della Commissione episcopale per
l’ecumenismo e il dialogo della Cei, intervistato dalla nostra inviata sul Mississippi,
Giada Aquilino:
R. – Bisogna
dare atto al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, già con Dimitrios, il Patriarca
che ha preceduto Bartolomeo, alla fine degli anni ’80, di avere individuato la salvaguardia
del Creato come un tema da guardare anche - anzi forse soprattutto - da un punto di
vista biblico, cristiano, proprio perché noi iniziamo il nostro Credo: “Credo in Dio,
creatore del Cielo e della Terra”; le Scritture iniziano appunto con questa straordinaria
splendida iniziativa di Dio che crea; e alla fine del tempo vedremo “Cieli nuovi e
terra nuova”. Questa intuizione di cogliere, attraverso gli occhi della fede, la responsabilità
verso il Creato è un patrimonio antico ma che proprio in questi ultimi decenni il
Patriarcato Ecumenico ha rilanciato, Bartolomeo in maniera particolarmente forte,
ed ora è diventato un tema che attraversa tutte le Chiese. Anche la Conferenza episcopale
italiana da ormai tre anni ha scelto la data del primo settembre, quella proposta
dagli ortodossi, per tutto il mese di settembre, per impegnarsi appunto a riflettere
per far crescere questa coscienza nella vita dei fedeli. Ed è uno dei campi dove possiamo
trovarci tutti, senza divisione alcuna. Ecco perché questi Simposi che il Patriarca
promuove sono un’occasione bella per poter approfondire la nostra fede e anche la
nostra responsabilità nei confronti della Creazione. D. - Negli
ultimi anni Benedetto XVI e il Patriarca Bartolomeo I si sono incontrati diverse volte.
Ricordiamo il viaggio del Papa in Turchia, la partecipazione del Patriarca all’apertura
dell’Anno Paolino e poi al Sinodo sulla Parola di Dio. Che significato dare all’intensificarsi
di questi incontri? R. – Un significato altamente ecumenico,
splendido direi. L’uno e l’altro - davvero potremmo dire: “Il Signore li mandò due
a due” - indicano all’intero mondo cristiano quanto sia indispensabile questo impegno
della salvaguardia del Creato ed è importante che il rispetto del Creato comporti
ugualmente il rispetto della vita in tutte le sue fasi, il rispetto della Creazione
in tutti i suoi aspetti. D. – Più di un osservatore sostiene
che oggi il dialogo tra cattolici e ortodossi stia registrando un momento molto positivo.
Qual è la situazione del dialogo dei cattolici per esempio con il mondo protestante? R.
– Con il mondo protestante certamente le difficoltà sono più grandi, anche perché
la divisione riguarda temi dogmatici, temi ecclesiologici e quindi temi sul ministero,
i sacramenti. Con il mondo ortodosso la consonanza dottrinale direi che è praticamente
quasi completa, a parte la questione del primato dove in verità il nodo è il modo
dell’esercizio più che il fatto del primato. I campi di incontro con l’ortodossia
sono molti, ma nel complesso direi che, nonostante le diverse velocità, tuttavia il
cammino ecumenico a me pare ormai irreversibile. D. - A che
punto è il dialogo all’interno dell’ortodossia, ad esempio tra il Patriarcato di Mosca
e quello di Costantinopoli? R. – Anche l’ortodossia è molta
variegata. Come è noto esistono diverse Chiese che sono chiamate autocefale e la Chiesa
cattolica ha rapporti bilaterali con tutte, con il Patriarcato di Mosca, con il Patriarcato
di Costantinopoli, con la Chiesa serba, la Chiesa rumena e così via. Ci sono difficoltà
all’interno dell’ortodossia stessa, un dialogo interortodosso non è facile. Quindi
il problema del cammino dell’unità è anche all’interno dell’ortodossia, come pure
all’interno del rapporto tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse. Ma sono particolarmente
felice di poter constatare del nuovo clima che c’è tra la Chiesa cattolica e il Patriarcato
di Mosca. D. – Si avvicina l’auspicato incontro tra il Papa
e il Patriarca di Mosca? R. – Ambedue le parti ora sanno che
l’incontro deve avvenire.