La vita è bella: a Madrid, famiglie in piazza contro l'aborto
Il popolo della vita invade pacificamente le vie di Madrid per una grande manifestazione
contro il disegno di legge dell’esecutivo Zapatero, che liberalizza la pratica dell’aborto.
Se la norma venisse approvata dalle Camere, anche le minorenni potrebbero abortire,
nelle prime 14 settimane di gravidanza, senza la necessità di un’autorizzazione da
parte dei genitori. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Per i bambini,
per le donne, contro l’aborto. Il Movimento per la vita spagnolo è oggi in piazza
per dire “no” alla “cultura della morte” e per ribadire che “Ogni vita è importante”.
Sono 40 le associazioni civiche impegnate nella manifestazione odierna, che è appoggiata
dai vescovi spagnoli. Un evento, ribadiscono i promotori, che è a favore del nascituro
ma anche delle donne. Per loro, infatti, il Movimento per la vita chiede politiche
adeguate di sostegno che pongano fine al dramma di 112 mila aborti ogni anno. Dal
canto suo, il responsabile del Forum della Famiglia iberico, Benigno Blanco, ha dichiarato
al quotidiano “Avvenire” che la riforma abortista voluta da Zapatero relegherà le
donne in una situazione ancora più spinosa, senza aiuti e senza alternative. In particolare,
Blanco pensa alle ragazze di 16-17 anni, “che vengono addirittura lasciate senza l’aiuto”
del padre e della madre. Il disegno di legge, peraltro, si inserisce in un clima culturale
che sempre più mette in discussione il valore non negoziabile della vita. Una preoccupazione,
questa, che si percepisce anche nelle scuole, come sottolinea don Francisco
Ruiz Millàn, ispettore dei salesiani per la zona di Siviglia, intervistato
da Fabio Colagrande: R. – Ci si
preoccupa tanto, perché come voi sapete noi salesiani lavoriamo anche nell’educazione
dei giovani e il nostro governo sta influendo sul tipo di cultura insegnata ai nostri
ragazzi. Perciò c’è il grave problema che i ragazzi pian piano facciano propria una
cultura di morte. Una ragazza può abortire senza sentire i genitori; non c'è il rispetto
della vita del nascituro che è in lei. E questa cultura può arrivare anche alla scuola,
perché vi può essere imposta.
D. – Cosa si aspetta
per la manifestazione? Cosa vi aspettate voi salesiani?
R.
– Prima di tutto, ci aspettiamo una grande voglia in tutta la Spagna di partecipare,
perché pensiamo che anche nella società spagnola siano in tantissimi ad essere contrari
all'aborto. Allora, dobbiamo dire pubblicamente che non siamo pochi: siamo tanti ad
essere contro questa legge. Secondo, ci aspettiamo che anche il governo dica qualcosa,
perché deve rispondere a questa manifestazione. Cosa dirà? Dirà: "Va bene, in tanti
sono contro di noi, però noi andiamo avanti"? Noi ci aspettiamo veramente che il governo
cambi. Ma dobbiamo lottare.