Colera, fame e Aids continuano a flagellare lo Zimbabwe
In uno Zimbabwe flagellato da colera, Aids e fame, la Chiesa cattolica è rimasta l'unico
punto di riferimento. “Lo Zimbabwe si trova in condizioni critiche – ha spiegato a
“L'Osservatore Romano” il nunzio apostolico nel Paese, l'arcivescovo George Kocherry.
“Gli ospedali pubblici sono al collasso e le uniche strutture sanitarie in grado di
assistere i malati e i loro familiari sono quelli gestiti dai missionari e dalle religiose.
Il Papa, attraverso 'Cor Unum', mi ha inviato ottantamila dollari statunitensi come
gesto della Sua solidarietà paterna verso una popolazione sofferente”. “La nunziatura
apostolica – ha aggiunto – si è accordata con Caritas Zimbabwe per portare nel nostro
Paese generi alimentari da distribuire alle famiglie attraverso le parrocchie. Quando
il colera ha colpito il nostro Paese, il Pontificio Consiglio per la Pastorale della
Salute mi aveva inviato diecimila dollari statunitensi per l'acquisto delle medicine”.
Circa la metà degli oltre 11 milioni di abitanti dello Zimbabwe rischia di morire
di fame. Il colera – ricorda l’agenzia Zenit - ha ormai provocato 75.000 vittime e
la mancanza di farmaci antiretrovirali aggrava l'incidenza dell'Aids, che devasta
la popolazione, per quasi il 25% sieropositiva. In questa drammatica situazione, la
Chiesa è l'unica ancora di salvezza per milioni di persone. Caritas Internationalis
assiste direttamente oltre un milione di persone fornendo cibo, mentre altri progetti
umanitari facenti capo alla Caritas coinvolgono più di tre milioni di abitanti. (A.L.)