Indonesia. Nuova scossa di terremoto: proseguono le operazioni di soccorso
Nuova scossa di terremoto in Indonesia. Il sisma di magnitudo 6.4 ha avuto come epicentro
una località sulla costa a più di mille Km a ovest di Giacarta dove però è stato avvertito.
Non risultano vittime. Intanto bisogna ancora attendere per un bilancio definitivo
del terremoto che ha colpito l’isola di Sumatra e in particolare la città di Padang
il 30 settembre scorso. Le cifre ufficiali fornite dal governo indonesiano e confermate
dall’ONU sono di 830-840 morti accertati, di 250 dispersi e di oltre 2.300 feriti.
Esistono però ad oggi ancora alcune zone non raggiunte dai soccorsi. Sul fronte dei
danni alle abitazioni si parla di 130 mila case crollate e di altre 120 mila danneggiate,
ma recuperabili. A Padang e nei dintorni non mancano volontari e operatori umanitari
nazionali e internazionali. Tra essi quelli della Caritas italiana che operano in
stretto contatto con la Caritas locale. Adriana Masotti ha chiesto a Matteo
Amigoni, da un anno in Indonesia, come si presenta attualmente la situazione del
post terremoto:
R. – A 15
giorni dal sisma, nella città di Padang la situazione è abbastanza migliorata nel
senso che le strade sono state liberate dalle macerie e si può circolare abbastanza
liberamente. Al di fuori della città, nelle zone montuose, ma anche soprattutto nella
zona di Pariaman e di Pasaman che sono a un paio d’ore di distanza in macchina dalla
città di Padang, la situazione è ancora abbastanza difficile. Alcuni villaggi sono
molto difficili da raggiungere per via delle strade che sono state distrutte e abbiamo
notizie anche di alcuni villaggi che faticano a ricevere gli aiuti. Per questo motivo
negli ultimi giorni, il network della Caritas gestito da Caritas Indonesia ha inviato
alcune squadre per andare a vedere la situazione in alcune di queste zone e sono tornati
appunto con queste notizie. Sostanzialmente è necessario portare ancora aiuti di prima
necessità, cioè generi alimentari e anche tende e coperte in alcune di queste zone
nell’entroterra. D. – Quindi, il vostro lavoro come Caritas
e quello delle altre organizzazioni umanitarie è proprio portare i soccorsi spiccioli,
diciamo, per la sopravvivenza delle persone che sono senza casa?
R.
– Sì, è proprio così. Tende e soprattutto coperte, generi di prima necessità, e anche
un kit sanitario e un kit di lavoro con martelli, chiodi e altro materiale, in modo
tale che le famiglie che sono state individuate possano costruire la tenda e sistemare
alla bell’e meglio quello che si riesce perché adesso è la stagione delle piogge.
In attesa - questo Caritas Indonesia lo farà nei prossimi mesi - di partire con la
ricostruzione. D. – Si è sentita la solidarietà internazionale
in questo caso, che impressione ha? R. – Sì, nel senso che il
network di tutte le Caritas internazionali ha cominciato a inviare aiuti e anche denaro.
E proprio in questi giorni si stanno scrivendo i progetti in modo tale che si possa
nei prossimi mesi utilizzarlo. Chiaramente - non ci stanchiamo mai di dirlo - ogni
euro, ogni goccia in più è importante, in quanto il nostro obiettivo è andare in quei
paesi e in quei villaggi dove faticano ad arrivare gli altri perché è più difficile
e questa è un po’ la nostra sfida. D. – Quali sono i canali
per poter offrire il proprio contributo? R. - Caritas italiana
ha lanciato una raccolta fondi subito dopo il terremoto. Si può aderire con i versamenti
con i conti correnti postali e tramite anche i bonifici bancari oppure rivolgendosi
alle Caritas diocesane e parrocchiali. Nella zona di Sumatra, le diocesi vicine a
quella di Padang stanno inviando in questi giorni sia un aiuto economico ma anche
dei volontari, per cui stiamo assistendo a questa gara di solidarietà anche in Indonesia
e questo è un segnale molto importante. Sicuramente si parla di un milione e 250 mila
abitanti che sono stati colpiti o nella casa o nel lavoro o perché non hanno più la
famiglia ecc… per cui un aiuto internazionale è ancora importante.