2009-10-16 15:28:37

Inaugurata presso i Musei Vaticani la mostra "Astrum 2009"


Dare visibilità al patrimonio storico astronomico, presentare e far conoscere al grande pubblico gli strumenti con cui negli ultimi 400 anni, gli scienziati hanno studiato e osservato il cosmo, ma anche ribadire lo stretto connubio che c’è tra la contemplazione del cielo stellato e la teologia. Questi gli obiettivi della mostra “Astrum 2009” inaugurata ieri presso i Musei Vaticani e visitabile fino al 16 gennaio 2010. Presente all’inaugurazione anche il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, che ha sottolineato come l’armonia tra scienza e fede, visibile in questa mostra, sia uno degli aspetti caratterizzanti del Pontificato di Benedetto XVI. Ce ne parla Cecilia Seppia:RealAudioMP3

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La ricerca appassionata, la sete di conoscenza, il desiderio di superare i limiti ma anche l’amore per la verità, la gioia della scoperta: c’è tutto questo in “Astrum 2009”, un’esposizione completa che racconta l’evolversi di una scienza come l’astronomia e il suo continuo intersecarsi con la fede attraverso gli oggetti più vari: dal cannocchiale creato dagli olandesi per scopi bellici al più sofisticato misuratore astronomico, passando per astrolabi di ogni tipo, telescopi e poi carte d’archivio, codici, manoscritti. Strumenti preziosi prima di Galileo e dopo di lui, che hanno reso la maestosa volta del cielo meno sconosciuta. Il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone:

“L’astronomia, tra tutte le scienze, è forse quella che più possiede la più alta carica simbolica per alludere all’orizzonte dell’infinito, del mistero, a quello spazio – cioè – in cui l’uomo, con la sua fragilità e la sua grandezza, si trova immerso. E il cielo, simbolo per eccellenza di Dio, non è solo ‘sopra di noi’, ma anche ‘dentro di noi’, è anche lo spazio tra gli atomi, e l’amore che muove il sole e le altre stelle muove anche l’infinitamente piccolo”.

Quella immensità cosmica attraversata dall’occhio vivido del poeta e del credente, ma anche dell’astrofisico, grazie a questa esposizione diventa patrimonio di tutti. Ma sulla scelta di ospitare una mostra dal carattere prettamente scientifico all’interno dei Musei Vaticani, luogo del bello e della poesia per eccellenza, sentiamo il direttore, il professor Antonio Paolucci:

“La contemplazione dei cieli, dai tempi degli assiro-babilonesi fino ai telescopi a scansione atomica di oggi passando per Keplero, per Galileo, è sempre stata motivata da che cosa? Dall’ansia di conoscenza, dalla curiosità! Ma la curiosità e l’ansia di conoscenza producono emozione e stupore, e l’emozione e lo stupore sono i fondamenti della poesia, dell’arte! Non si può guardare il cielo, per quanto si sia astrofisici o astronomi, senza emozione, senza stupore!”.

Così le stelle si accendono non solo per consegnare la loro luce agli astronomi, ma anche per far brillare gli occhi dell’anima, di chi non smette di sentirsi parte del Creato.

 
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