Economia in lenta ripresa, ma cresce l'allarme occupazione
Per il secondo giorno consecutivo, il Dow Jones ha chiuso le contrattazioni sopra
la soglia psicologica dei 10.000 punti, confermando come l'economia sia in ripresa
dopo la peggiore crisi finanziaria dal 1929. Ottimismo era già stato espresso mercoledì
da parte del presidente statunitense Barack Obama. Ma la crisi è davvero superata?
Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Stefano Zamagni, docente di economia politica presso
l’Università di Bologna: R. – Le crisi
hanno tutte sempre tre dimensioni: la dimensione finanziaria, la dimensione reale
e la dimensione occupazionale. E’ vero che la prima dimensione, quella finanziaria,
è stata superata ed è questo il motivo per cui il Dow-Jones ha superato la soglia
di guardia. Però la dimensione reale non è ancora superata anche se è vero che è in
via di superamento: nei prossimi mesi, il ciclo si invertirà completamente. E' invece
la dimensione legata all'occupazione quella più seria perché i dati dell’occupazione
del 2010 peggioreranno ulteriormente rispetto a quelli del 2009. Questo vuol dire
che la disoccupazione aumenterà.
D. – Proprio nelle stesse ore
in cui arrivava la notizia sulla borsa di New York, sono stati diffusi i dati del
Rapporto Fao-Pam sulla fame nel mondo, che coinvolge circa un miliardo di persone.
Perché l’economia globale non si è mai occupata seriamente di questo problema?
R.
– Il fatto è che nessuno ne vuole mai parlare perché quando si parla di crisi il riferimento
è solo al dato della finanza. C’è una disonestà intellettuale: se fallisce una banca
o se vanno male i conti finanziari di certe imprese tutti si allarmano. Se veniamo
a sapere che milioni di persone, soprattutto bambini, muoiono di fame, si dice: questo
è poco rilevante perché evidentemente non è ancora percepita, nella nostra cultura
economica, l’idea secondo la quale l’economia è per l’uomo e non viceversa! L’economia
deve essere messa al servizio dell’uomo! Essere ancora schiavi di un’economia che
ci trasciniamo dall’Ottocento porta esattamente a questa aberrazione. Ovviamente,
quando poi i nodi arriveranno al pettine – e prima o poi arrivano al pettine! – molti
grideranno si stracceranno le vesti. Sarebbe meglio pensarci per tempo perché un’economia
di mercato non può essere sostenibile se le disuguaglianze di tipo distributivo, cioè
legate alla distribuzione del reddito e della ricchezza, superano una determinata
soglia.
Di allarme occupazionale ha parlato ieri la Banca d’Italia,
che nel suo Bollettino economico conferma quanto siano ancora incerte per il Paese
le prospettive di ripresa. Secondo l’istituto di via Nazionale sono stati persi 500
mila posti di lavoro, e a farne spese sono soprattutto i precari. Obiezioni, infine,
allo scudo fiscale, ma Tremonti risponde: nessun effetto sull’evasione. Alessandro
Guarasci: