2009-10-16 16:15:23

Concluso ad Assisi il convegno sul Vangelo nelle opere di carità dei religiosi in Italia


Si è concluso ieri, 15 ottobre, a Santa Maria degli Angeli (Assisi) il primo convegno sull’attività dei Religiosi nei centri operativi di aiuto sociale da loro gestiti. Vi hanno partecipato 550 consacrati appartenenti a 150 Istituti, invitati dagli organismi nazionali a cui fanno riferimento per approfondire insieme gli aspetti teologici, storici, comunionali e profetici delle oltre 600 attività in cui lavorano. Si tratta di aspetti impegnativi ma indispensabili per una carità creativa, quanto mai necessaria in questo periodo che, per diverse ragioni (non ultima quella economica), impone una stretta collaborazione con tutti per affrontare le sfide che in Italia si delineano nelle opere di carità e di impegno sociale. Il successo sarà facilitato se si attueranno alcune strategie indispensabili, in parte risalenti ai Fondatori che “hanno avviato - ha detto mons. Giuseppe Pasini - la solidarietà istituzionale e la cittadinanza attiva quando nessuno ne parlava, mettendo le basi per i futuri sistemi pubblici di Welfare”. Altri requisiti di successo sono stati individuati nella “messa in rete” del lavoro, cioè nella collaborazione; nell’impegno nel territorio e nella collaborazione con i laici. Solo se fondata si questi principi, è stato fatto notare, la carità non si limiterà a rispondere a questa o quella emergenza, ma si inscriverà in una visione di futuro, calandosi e immedesimandosi nelle grandi prove che angustiano l’uomo e che si debbono conoscere “per poter seguire e servire il disegno di Dio”. Dove questo è stato attuato si sono raggiunti successi insperati, com’è trapelato dalle sorprendenti testimonianze di alcuni partecipanti, alcuni dei quali laici. Lì la carità ha accolto quel “colpo d’ala” che, secondo quanto ha detto mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, la rende umile, discreta e bella”. Il convegno si è chiuso con la proposta di alcuni orientamenti, tra cui vanno sottolineati quelli di rafforzare il lavoro in rete; di investire mezzi e risorse umane per creare mentalità e concretizzare un lavoro comune; di riportare la persona al centro delle attività; di costruire organismi di settore come piattaforma di dialogo con gli enti pubblici; di individuare un rappresentante unitario nel rapporto con essi; di diventare stimolo per la chiesa locale e testimonianza viva di fiducia nelle Provvidenza, attuando “un’economia della gratuità”. (A cura di padre Egidio Picucci)







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