Africa schiavizzata dal potere del denaro. L’appello dei Padri sinodali: annullare
il debito è un atto di giustizia, non di carità
E in occasione del Sinodo dei Vescovi per l’Africa, la città di Roma dedica un’intera
giornata a questo continente. Lunedì prossimo, in mattinata, il Campidoglio, ospiterà
un convegno internazionale dedicato alla cooperazione in Africa, mentre la sera alle
21.00, presso l’Auditorium della Conciliazione si terrà una serata di musica e cultura
africana. Gli eventi sono organizzati dal Comune di Roma, in collaborazione con la
Segreteria Generale del Sinodo, la Radio Vaticana, la Comunità di Sant’Egidio e Hope,
l’iniziativa del servizio nazionale per la Pastorale Giovanile. La giornata del 19
ottobre vedrà la partecipazione di numerosi Padri Sinodali e del direttore generale
della nostra emittente, padre Federico Lombardi. Il servizio di Isabella Piro:
Roma si mobilita
per l’Africa e il 19 ottobre dedica a questo continente un’intera giornata. In mattinata,
la Protomoteca del Campidoglio vedrà i lavori del Convegno internazionale intitolato
“Africa: quale partnership per la riconciliazione, la giustizia e la pace?” alla presenza
degli stessi Padri Sinodali. Alle 21.00, invece, musica e culture africane animeranno
l’Auditorium di Via della Conciliazione, in una serata intitolata “Africa: croce in
mezzo al mare”. Ma cosa significa questo titolo? Marco Brusati, direttore di Hope:
“Vuol dire che Africa è anche segno che Cristo è ancora presente ed è presente
in un continente che soffre. E’ un continente oggetto della speciale attenzione di
Cristo e quindi è un continente che è destinato a risorgere”.
Anche i
musicisti, gli artisti e i comunicatori sociali, dunque, possono contribuire alla
pace. Ancora Marco Brusati:
“Gli artisti fanno cultura, gli artisti non
hanno confini. Vuol dire che l’artista in Africa, l’artista in Europa ha lo stesso
compito, ha la stessa missione, ovvero quella di formare soprattutto le nuove generazioni
ad essere persone e porre gli altri al centro del proprio cuore. Ciò significa che
l’arte, in particolare la musica, entra nel cuore dei giovani, scava dentro e li rinnova
profondamente, e li mette anche al centro di un pensiero che è questo: prendere coscienza
che senza l’altro noi non ci possiamo salvare”.
“Richiamare l’attenzione
del mondo sull’Africa” è l’obiettivo di questo progetto, ha spiegato il direttore
generale della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, esprimendo l’auspicio che
lo spirito dell’iniziativa non si esaurisca in breve tempo:
“Il nostro
spirito è quello di far sentire tutti questi eventi come parte di un unico grande
evento. Noi siamo tutti mobilitati e cerchiamo di fare rete, di metterci insieme,
perché sia un tempo in cui noi e tutta la comunità cittadina ed ecclesiale ci mobilitiamo
per l’Africa e perché questo possa anche continuare dopo”.
Protagonisti
degli eventi del 19 ottobre saranno anche i giovani delle associazioni e dei movimenti
missionari, per i quali l’Africa non è sinonimo di guerra e disperazione, ma è qualcosa
di più. Ascoltiamo le loro voci:
R. – È un continente con mille possibilità
davanti a sé, ricco di vita e di passione per la vita.
R. – È una risorsa infinita
che con tutte le sue peculiarità dovremmo imparare ad accogliere meglio.
R.
– È un cuore che batte. E’ veramente un Paese pulsante di risorse dal punto di vista
umano.
D. – Cosa si può fare, secondo te, per aiutare concretamente l'Africa?
R.
– Bisogna rispettare anche la gente del posto. Promuovere un progresso con loro e
non senza di loro, a loro discapito. Ci vuole un progetto vissuto e pensato anche
con loro.
R. – Credo, incidere sulle politiche culturali. Credo che ci vogliano
proprio persone che vadano a vivere in Africa, affinché possano conoscere anche un
altro modo di investire nel quotidiano, nel lavoro.
R. – Per me si potrebbe
fare molto, ad esempio, sostenendo i sacerdoti e i missionari, coloro che spendono
la loro vita in questi Paesi, perché le molte difficoltà che incontrano dal punto
di vista pratico potrebbero condizionarli nella loro attività più propriamente pastorale
e spirituale, che è poi quella che può davvero incidere dal punto di vista sociale.
E tra gli artisti che animeranno l’evento, anche il gruppo degli “Whitest”:
sei ragazzi bianchi che cantano la musica “nera” per eccellenza, quella gospel. A
dimostrazione che l’Africa riguarda tutti e che tutti possiamo fare qualcosa per l’Africa.