L'Africa sia protagonista del proprio destino. Drammatica testimonianza di un Vescovo
del Sudan: cristiani crocifissi
Gli africani diventino attori protagonisti del proprio destino: è l’auspicio espresso
stamani dal secondo Sinodo dei Vescovi per l’Africa, in corso in Vaticano sui temi
della riconciliazione, la giustizia e la pace. La Congregazione odierna, la quindicesima
in ordine cronologico, ha visto la presentazione delle relazioni dei Circoli minori.
Alla presenza di Benedetto XVI, i Padri Sinodali hanno iniziato così a delineare le
probabili tematiche da inserire nei documenti finali dell’Assemblea. Il servizio di
Isabella Piro:
Prendere in
mano il proprio destino e viverlo da protagonisti per rilanciare l’Africa: è questo
il mandato che i Padri Sinodali affidano a tutti gli africani. Il Sinodo li aiuti
a prendere consapevolezza della propria dignità e sia un’Assemblea di speranza e di
risurrezione, di impegno e di coraggio.
Poi, i Circoli minori tracciano un
bilancio di quanto fatto fino ad ora. Il risultato è positivo, dicono; tuttavia, alcuni
aspetti andrebbero sottolineati di più. Ma quali? La scelta è ampia: si parte dalla
necessità di tutelare l’ambiente, di guardare alle vocazioni con maggior discernimento,
di pensare alle tradizioni africane come base del processo di riconciliazione. In
esse, infatti, sono presenti molti spunti positivi, come il rito dell’ammissione della
colpa o della promessa di non ricadere nell’errore, che possono conciliarsi con il
cristianesimo.
Quindi, i Padri Sinodali suggeriscono la diffusione di testi
che informino sulla Dottrina della Chiesa nel campo della sessualità, chiedono una
cura pastorale maggiore per i lavoratori, per la famiglia, che deve avere un ruolo
“alto”, e per le donne, comprese le religiose. Attenzione viene invocata per la stregoneria
che danneggia fortemente tutta la società africana, e per i rapporti con l’Islam,
da analizzare caso per caso, dicono i Padri Sinodali, perché i musulmani in Africa
non sono presenti in modo omogeneo, ma si differenziano a seconda dei Paesi.
Maggiore
spazio andrebbe dato anche al problema delle migrazioni, in relazione alla politica
mondiale e al ruolo centrale della Chiesa nella tutela dei diritti umani e della dignità
della persona. Ribadita la necessità di rafforzare i legami tra le Chiese locali e
la Chiesa Universale e di far sì che, all’interno di associazioni che racchiudono
numerose Conferenze episcopali, i vescovi parlino con una voce sola.
E ancora,
i Padri Sinodali ricordano l’importanza dei mass media per la comunicazione ecclesiale
ed anche per la formazione della popolazione: radio e tv, ad esempio, possono contribuire
a veicolare valori sani per la vita familiare. Quindi, la grande sfida dei Paesi in
crisi politica: il processo di riconciliazione va depoliticizzato, dice l’Aula del
Sinodo, la Chiesa non sia mai ostaggio di conflitti istituzionali e accompagni i leader
verso un esercizio del potere lontano dalla corruzione.
Inoltre, i Circoli
minori chiedono azioni decise contro il traffico di armi e la droga, e contro le mutilazioni
genitali femminili. Necessario anche un piano organico contro la pandemia di Aids:
l’Africa deve svegliarsi davanti a tale dramma, dicono i Padri Sinodali, e deve cambiare
il suo stile di vita.
Ribadita poi l’importanza di sostenere le scuole e le
università cattoliche, di avere regole forti per le persone consacrate, per le quali
va pensata una formazione continua, e di coinvolgere maggiormente i laici nell’opera
di evangelizzazione perché, si è detto in Aula, la Chiesa non deve aver paura di loro.
Infine,
i Padri Sinodali suggeriscono l’istituzione di un Congresso eucaristico continentale,
di un incontro panafricano sulle donne e di un forum di preghiera interreligiosa perché,
in un Paese segnato da conflitti e violenze, dicono, pregare insieme è il primo passo
verso la pace.