2009-10-15 11:09:22

Intervento di Mons. António Francisco JACA, Vescovo di Caxito (ANGOLA)


S. E. R. Mons. António Francisco JACA, S.V.D., Vescovo di Caxito (ANGOLA)
Intervento consegnato per iscritto ma non pronunciato in Aula.

La guerra civile e fratricida che ha devastato l’Angola negli ultimi trent’anni, oltre al suo seguito di morti, ha lasciato traumi profondi nel nostro popolo: migliaia di famiglie distrutte e disgregate; migliaia di vedove e orfani, migliaia di ex militari, senza sufficiente assistenza e destinati, alcuni, all’abbandono, e una parte del nostro popolo che continua a vivere sulla soglia della povertà, ecc.
Se, da una parte, ci sono investimenti significativi per la ricostruzione delle infrastrutture distrutte dalla guerra - e ciò è lodevole - dall’altra, poco o quasi niente si è fatto per aiutare a ricostruire il tessuto umano gravemente ferito dai lunghi anni di guerra civile. Le conseguenze già si fanno sentire, in particolare con l’aumento allarmante della criminalità fra i giovani e gli adolescenti.
La preoccupazione della società angolana oggi è nota. La disperazione si sta impossessando delle famiglie più povere, prive del necessario per vivere, e molti genitori non sanno più come dare un’educazione ai propri figli. Le nostre chiese e i santuari diventano così, molte volte, locali di rifugio, per chiedere aiuto, piangere sulle proprie pene e cercare una parola di consolazione. Una parola di consolazione che le famiglie non sempre trovano poiché - e lo dico con grande tristezza - molti nostri sacerdoti, impegnati in molte altre cose, non sono disponibile ad occuparsi di loro e non prestano loro la necessaria attenzione pastorale, soprattutto nel sacramento della Riconciliazione e nel ministero dell’ascolto.
L’esodo della popolazione dai villaggi verso le città ha causato profondi cambiamenti nel modus vivendi delle popolazioni. La famiglia è stata colpita ancora una volta, in particolare per quel che riguarda l’educazione dei figli. A titolo di esempio: i bambini, nelle grandi città in particolare, rimangono soli a casa, poiché i genitori, costretti a uscire all’alba per andare a lavorare, li lasciano a dormire e, al ritorno a casa, la sera tardi, li trovano addormentati. Chi si occupa di questi bambini per tutto il giorno? Abbandonati alla loro sorte, hanno per compagni altri bambini, la strada, la televisione, ecc. Abbiamo così bambini che si occupano di altri bambini, educati per strada, alla mercé di tutto e di tutti.
Si assiste anche alla tacita invasione della televisione nella vita familiare. È innegabile l’influenza negativa sui bambini e sui giovani di certi programmi trasmessi dai canali nazionali e internazionali: telenovelas, film di violenza, videoclip, musiche dal linguaggio improprio (trasmesse anche ampiamente dalle radio), che ostentano uno stile di vita estraneo alla nostra realtà, che incoraggiano la violenza e altri comportamenti antisociali. È anche opportuno segnalare qui certi contenuti diffusi attraverso Internet o il cellulare, con gli sms e i videomessaggi, mezzi moderni di comunicazione di cui la nuova generazione fa largo uso. In quest’ultimo campo, sono proprio adolescenti e giovani i protagonisti della reciproca trasmissione di messaggi indecorosi.
In molti quartieri periferici, soprattutto nelle grandi città, esistono “sale” cinematografiche improvvisate, dove bambini e adolescenti “consumano” ingenuamente film di violenza o non raccomandabili ai minori.







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