Intervento di Mons. António Francisco JACA, Vescovo di Caxito (ANGOLA)
S. E. R. Mons. António Francisco JACA, S.V.D., Vescovo di Caxito (ANGOLA) Intervento
consegnato per iscritto ma non pronunciato in Aula.
La guerra civile e fratricida
che ha devastato l’Angola negli ultimi trent’anni, oltre al suo seguito di morti,
ha lasciato traumi profondi nel nostro popolo: migliaia di famiglie distrutte e disgregate;
migliaia di vedove e orfani, migliaia di ex militari, senza sufficiente assistenza
e destinati, alcuni, all’abbandono, e una parte del nostro popolo che continua a vivere
sulla soglia della povertà, ecc. Se, da una parte, ci sono investimenti significativi
per la ricostruzione delle infrastrutture distrutte dalla guerra - e ciò è lodevole
- dall’altra, poco o quasi niente si è fatto per aiutare a ricostruire il tessuto
umano gravemente ferito dai lunghi anni di guerra civile. Le conseguenze già si fanno
sentire, in particolare con l’aumento allarmante della criminalità fra i giovani e
gli adolescenti. La preoccupazione della società angolana oggi è nota. La disperazione
si sta impossessando delle famiglie più povere, prive del necessario per vivere, e
molti genitori non sanno più come dare un’educazione ai propri figli. Le nostre chiese
e i santuari diventano così, molte volte, locali di rifugio, per chiedere aiuto, piangere
sulle proprie pene e cercare una parola di consolazione. Una parola di consolazione
che le famiglie non sempre trovano poiché - e lo dico con grande tristezza - molti
nostri sacerdoti, impegnati in molte altre cose, non sono disponibile ad occuparsi
di loro e non prestano loro la necessaria attenzione pastorale, soprattutto nel sacramento
della Riconciliazione e nel ministero dell’ascolto. L’esodo della popolazione dai
villaggi verso le città ha causato profondi cambiamenti nel modus vivendi delle popolazioni.
La famiglia è stata colpita ancora una volta, in particolare per quel che riguarda
l’educazione dei figli. A titolo di esempio: i bambini, nelle grandi città in particolare,
rimangono soli a casa, poiché i genitori, costretti a uscire all’alba per andare a
lavorare, li lasciano a dormire e, al ritorno a casa, la sera tardi, li trovano addormentati.
Chi si occupa di questi bambini per tutto il giorno? Abbandonati alla loro sorte,
hanno per compagni altri bambini, la strada, la televisione, ecc. Abbiamo così bambini
che si occupano di altri bambini, educati per strada, alla mercé di tutto e di tutti. Si
assiste anche alla tacita invasione della televisione nella vita familiare. È innegabile
l’influenza negativa sui bambini e sui giovani di certi programmi trasmessi dai canali
nazionali e internazionali: telenovelas, film di violenza, videoclip, musiche dal
linguaggio improprio (trasmesse anche ampiamente dalle radio), che ostentano uno stile
di vita estraneo alla nostra realtà, che incoraggiano la violenza e altri comportamenti
antisociali. È anche opportuno segnalare qui certi contenuti diffusi attraverso Internet
o il cellulare, con gli sms e i videomessaggi, mezzi moderni di comunicazione di cui
la nuova generazione fa largo uso. In quest’ultimo campo, sono proprio adolescenti
e giovani i protagonisti della reciproca trasmissione di messaggi indecorosi. In
molti quartieri periferici, soprattutto nelle grandi città, esistono “sale” cinematografiche
improvvisate, dove bambini e adolescenti “consumano” ingenuamente film di violenza
o non raccomandabili ai minori.