2009-10-14 12:57:59

Intervento di Mons. John Baptist ODAMA, Arcivescovo di Gulu (UGANDA)


S. E. R. Mons. John Baptist ODAMA, Arcivescovo di Gulu (UGANDA)



Vi parlo soprattutto per l’esperienza personale di grande violenza fatta sui bambini nella mia arcidiocesi. Si tratta della violenza perpetrata dai soldati delle forze ribelli della Lord’s Resistance Army (LRA), che negli ultimi anni hanno terrorizzato la popolazione e hanno preso di mira soprattutto i bambini.

Le forze della LRA hanno preso ragazzi e ragazze e li hanno costretti ad arruolarsi, danneggiando terribilmente le loro menti e il loro spirito. Le forze della LRA hanno anche rapito delle giovanette riducendole a schiave del sesso, annientando così le loro speranze e il loro futuro.

Sappiamo che esistono molti problemi di violenza contro i bambini e i giovani, uomini e donne, in altre parti dell’Africa di oggi, dove vengono scatenate guerre insensate, nella Repubblica Democratica del Congo (DRC), nel sud del Sudan, in Africa centrale, per fare un esempio.

Ma c’è una violenza più diffusa che ha luogo quotidianamente in tutto il continente. È la violenza della fame, la mancanza di accesso all’istruzione, la carenza di un’assistenza sanitaria adeguata, e condizioni di vita disumane nelle periferie urbane e nei campi profughi.

Il Sinodo deve certamente levare la voce contro situazioni politiche, economiche e sociali che fanno violenza ai nostri bambini.

Ma lasciatemi aggiungere un altro modo di fare violenza ai bambini, e questo è rappresentato dal numero sconvolgente di aborti che tolgono la vita agli innocenti ancor prima di nascere. Una cultura dell’aborto, una dinamica di mancanza di rispetto per i non-nati, una promozione dei “diritti” che consente addirittura la negazione del diritto alla vita, tutto ciò non è altro che un segno di violenza contro la vita.

Vorrei suggerire due passi da compiere.

Il primo è quello di ergerci, come Chiesa, a favore di un’”etica costante” per il rispetto della vita.

Nel nostro impegno per lo sviluppo, la riconciliazione, la giustizia e la pace, noi portiamo i valori di un rispetto per la vita che è allo stesso tempo un forte contro-testimone della violenza e una vigorosa promozione delle condizioni necessarie alla vita - amore familiare, cibo, istruzione, assistenza sanitaria, lavoro, alloggio, ecc.

Il secondo è quello di rendere testimonianza soprattutto ai diritti delle donne nella dignità che Dio ha conferito loro. Dico questo perché intorno a noi molti parlano dei diritti delle donne in modo da violare i diritti degli altri, soprattutto quello dei figli non ancora nati. Come cattolici dobbiamo farci conoscere quali forti difensori dei diritti delle donne affinché vivano l’eguaglianza che viene loro da Dio, impieghino i loro tanti talenti per il bene delle nostre comunità e contribuiscano pienamente alla missione della Chiesa di annunciare la Buona Novella.








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