Il Card Turkson: i Padri Sinodali ascoltano il grido delle donne
Circoli minori al lavoro, oggi, per il secondo Sinodo dei Vescovi per l’Africa, in
corso in Vaticano sul tema della riconciliazione, la giustizia e la pace. Il programma
prevede il dibattito, a porte chiuse, sulla “Relazione dopo la discussione”. Il documento
è stato presentato ieri pomeriggio dal cardinale Peter Turkson, relatore generale
del Sinodo. Nel testo, il porporato ha riassunto i temi principali emersi in Aula
finora ed ha dettato le linee-guida sulle quali i presuli dovranno lavorare, in vista
dei documenti finali dell’Assemblea. Il servizio di Isabella Piro:
È una Chiesa
africana orgogliosa delle sue origini apostoliche e fiera per i suoi antenati nella
fede quella tratteggiata dal cardinale Turckson. Una Chiesa che, per rendere più forte
il suo compito di riconciliazione, deve ripensare il suo modo di essere e di agire,
guardando alla verità e nella fedeltà per la sua missione. La Chiesa-Famiglia di Dio
in Africa, continua il porporato, deve essere trasformata dal di dentro e deve trasformare
il continente.
Il suo apostolato, allora, comprenderà vari aspetti e il relatore
generale ne indica alcuni: liberare la popolazione africana da ogni paura, compresa
quella provocata dalla magia e dall’occultismo; assicurare la formazione in ogni campo,
dalla catechesi ai mass media, dalla politica alla cultura; sfidare un passato di
colonialismo e sfruttamento; resistere alle minacce della globalizzazione.
“The
issue of migration came up for special mention…” Poi, il cardinale Turkson chiede
attenzione alla questione delle migrazioni, anche in rapporto alle legislazioni dei
Paesi occidentali, e invita a considerare il tema della “etnicità” che può sviluppare
atteggiamenti di esclusione e distruggere le comunità vive, trasformandosi quasi in
una forma di razzismo.
Il relatore generale del Sinodo non dimentica le “ombre”
che coprono la società africana nel campo della famiglia, minacciata dall’ideologia
del “genere”, dalla nuova etica sessuale globale, dall’ingegneria genetica, e attaccata
dalla salute riproduttiva e da stili di vita “alternativi” al matrimonio tra uomo
e donna.
“The Church may see the present and persistent shadows in Africa…” Ma
sono “ombre, continua il cardinale Turkson, che la Chiesa può vedere come sfide ed
opportunità per crescere.
Attenzione viene riservata anche alle donne, ancora
ai margini della cultura africana: i Padri sinodali hanno ascoltato il loro grido,
dice il cardinale Turkson. La Chiesa-Famiglia di Dio è invitata a fare qualcosa contro
le gravi ingiustizie perpetrate contro di loro, come poligamia, violenze domestiche,
discriminazione nel diritto di eredità, matrimoni forzati. Esse hanno bisogno di essere
riconosciute, nella società come nella Chiesa, come membri attivi.
Un altro
appello è rivolto alla difesa dei bambini, “la parte più sofferente della popolazione
Africana”, dice il relatore generale, che subiscono abusi, sono costretti alla guerra,
e si vedono negare il diritto all’educazione. E la stessa cura è riservata ai giovani,
nei confronti dei quali si lamenta la povertà delle politiche governative sull’educazione
e l’occupazione.
Centrale inoltre la necessità di un esercizio responsabile
del potere da parte della leadership africana, che deve stare lontana dalla corruzione,
rispettare i governi democratici, senza tollerare i colpi di Stato. Gli episcopati
africani, ricorda poi il cardinale Turkson, hanno anche un grande interesse a rafforzare
la loro presenza nelle organizzazioni continentali, come l’Unione Africana, in armonia
con l’azione della Santa Sede, per stimolare e garantire iniziative di riconciliazione,
giustizia e pace.
“The tragedy of the pandemic of Hiv-Aids…” Poi, il cardinale
Turkson sottolinea che la pandemia di Aids non è stata persa di vista, ma che la Chiesa
si impegna nello sforzo di ridurre la negativa visione sociale delle persone infette.
Un appello viene quindi lanciato perché in Africa i malati ricevano gli stessi trattamenti
che in Europa.
Quindi, l’accento va alla richiesta di fermare le fabbriche
di armi, di evitare una guerra per l’acqua, di promuovere mass media locali che non
strumentalizzino l’Africa. E ancora: il porporato dice no alla bramosia delle multinazionali
che vogliono appropriarsi delle risorse naturali dell’Africa, scatenando conflitti
non dovuti quindi al tribalismo, e chiede una collaborazione attiva con i musulmani
di buona volontà, in modo da ridurre le tensioni.
Poi, il grande tema della
giustizia che è una rivelazione di Dio e che ha come scopo principale non il risarcimento,
ma il risanamento attraverso l’ammissione della colpa e il perdono.
Infine,
il cardinale Turkson riassume tutto in venticinque domande. Tocca ora ai Circoli minori
trovare le risposte adeguate dalle quali scaturiranno, poi, le Proposizioni finali.
In tarda mattinata, poi, a colloquio con i giornalisti nella Sala Stampa della
Santa Sede, il card. Wilfrid Napier, presidente delegato del Sinodo, ha ricordato
le tante attività della Chiesa nel campo della lotta all’Aids. Attività che comprendono
il fare informazione sulla patologia, curare i malati, partecipare a programmi che
distribuiscono farmaci antriretrovirali ed insegnare, soprattutto ai giovani, il giusto
valore della sessualità a scopo procreativo. In questo senso, il porporato ha condannato
un certo “imperialismo culturale” di chi vuole donare aiuti all’Africa, in cambio,
però, dell’accettazione di ideologie che non le appartengono.