Cresce la fame nel mondo: oltre un miliardo senza cibo
Le persone che soffrono la fame nel mondo sono 1,02 miliardi, il 9% in più rispetto
all’anno scorso, e l’incremento più forte si registra nei Paesi ricchi. Lo denuncia
il rapporto pubblicato oggi dalla Fao e dal Pam, il Programma alimentare mondiale.
I dati, spiegano i due organismi, dimostrano il fallimento dell’obiettivo assunto
con la Dichiarazione Onu del millennio, quello di dimezzare entro il 2015 la fame
nel mondo. L’obiettivo, sostengono Fao e Pam, va ricalibrato e subito. Servizio di
Francesca Sabatinelli.
In 39 anni
è il picco più alto: la fame nel 2009 colpisce oltre un miliardo di persone. Un fatto
intollerabile spiegano la Fao e il Pam, che disegnano la mappa della sottonutrizione.
Il record lo mantiene la regione Asia-Pacifico, seguita dall'Africa Subsahariana,
dall'America Latina, dal Nord e dall’est Africa. E’ colpa sì della crisi economica
globale ma - spiega il direttore generale della Fao, Jacques Diouf - si hanno mezzi
tecnici ed economici per eliminare questa piaga: a mancare è una maggiore volontà
politica. E non solo, per Sergio Marelli, presidente della Focsiv,
Federazione degli Organismi Cristiani per il Servizio Internazionale Volontario, oltre
a mancare le politiche quelle che ci sono vengono anche applicate in modo sbagliato: R.
- Non si è voluto negli ultimi decenni sostenere le piccole agricolture, le aziende
su scala familiare, favorendo invece le politiche di grandi coltivazioni, delle grandi
multinazionali per i prodotti di esportazione, che sono sicuramente oggi in crisi
per la crisi economica, ma altrettanto sono una delle cause; per cui ancora oggi si
deve assistere al fatto che un miliardo di persone non abbiano cibo in quantità e
qualità sufficiente. La Coldiretti sostiene, e noi con loro, questo nuovo orizzonte
del "chilometro 0", cioè produrre per consumare in loco, accorciando le filiere e
cioè i passaggi di commercializzazione e così eliminando quegli attori che proprio
sui mercati internazionali speculano anche, ormai, sulle derrate alimentari, quindi
speculano proprio sulla pelle della povera gente. Il dato che non si investe in agricoltura
è altrettanto eloquente. Pensiamo che negli anni ’80 il 18 per cento degli aiuti allo
sviluppo veniva investito in agricoltura. Lo scorso anno la Fao dice che si è investito
solo il 3 per cento. D. – Sergio Marelli, insomma fa comodo
ai Paesi industrializzati, ai Paesi ricchi, tenere i poveri sotto scacco in questo
modo? R. – Ci sono i mezzi produttivi, ci sono i mezzi economici,
c’è cibo sufficiente per sfamare tutta la popolazione. Certo che fino a quando le
terre fertili dei Paesi del sud del mondo continueranno ad essere messe a coltura
per produrre agro-carburanti, cioè per risolvere un problema, ancora una volta, dei
Paesi ricchi del nord del mondo, che consumano molta energia e oggi devono far fronte
ai cambiamenti climatici e alle crisi ambientali, è chiaro che si continuerà purtroppo
a promuovere una politica di affamamento, di impoverimento dei Paesi del sud del mondo.
I mezzi ci sono, occorre che a questi mezzi corrisponda una volontà politica per far
sì che di questi beni, del cibo, dell’acqua, delle derrate, delle risorse agricole,
ne possano godere tutti e non solamente essere tornaconto di profitti miliardari per
pochi soggetti.