Bocciata in Italia la legge sull'omofobia: il commento di Cesare Mirabelli
In Italia la Camera ha respinto la proposta di legge sull'omofobia, che prevedeva
di inserire nell'ordinamento un’aggravante per i reati commessi per discriminazione
sull'orientamento sessuale. Il ministro per le Pari Opportunità Carfagna promette
un suo disegno di legge in materia. Intanto è spaccatura a destra e a sinistra. Il
servizio di Fausta Speranza:
Un
gruppo del Pdl considerato molto vicino al presidente della Camera Fini vota con l'opposizione.
Nel Pd Paola Binetti vota come la destra e qualcuno parla di possibile espulsione.
La polemica politica infuria più che sul risultato della votazione sulle dinamiche
di mancati accordi: sostanzialmente il provvedimento arriva in Aula con un accordo
di massima nel cosiddetto Comitato dei nove per il ritorno in Commissione. In questo
modo, si sottolinea anche dalla maggioranza, verrebbe messo al riparo dalla pregiudiziale
di costituzionalità presentata dall'Udc. Il Pd non è del tutto contrario a patto che
vengano garantiti tempi certi per il ritorno in Assemblea. Poi però, il Pd valuta
che sia meglio una possibile bocciatura in Aula che non un 'insabbiamento' certo del
testo in Commissione. In ogni caso, rimane il bisogno di riflettere su un punto preciso:
il testo di proposta di legge inseriva tra le aggravanti dei reati i fatti commessi
“per finalità inerenti all’orientamento o alla discriminazione sessuale della persona
offesa dal reato”. Questo può aprire a disuguaglianze? La violenza subita da un gay
poteva diventare più grave della stessa subita da qualunque altra persona o addirittura
da altri soggetti più deboli come persone con handicap o donne incinte? Ascoltiamo
la riflessione del prof. Cesare Mirabelli, ex giudice costituzionale: “Certamente
l’aggravante significa sanzionare più pesantemente. Vi può essere l’esigenza di una
protezione accentuata per determinate categorie di persone, quando risponda ad un’esigenza
di ragionevolezza. Ma la distinzione rischia di introdurre diseguaglianze: vi sono
e vi possono essere categorie egualmente deboli, rispetto alle quali la protezione
non si attuerebbe. E allora questo certamente pone dei problemi rispetto al principio
di proporzionalità ed eguaglianza. La protezione è sempre possibile: la legge penale
prevede un minimo ed un massimo di sanzioni e, in quest’ambito, possono essere certamente
colpite più gravemente lesioni di persone più deboli”.
Tra
i parlamentari che hanno bocciato la legge molti sostengono che sarebbe stata come
una "implicita premessa di altri e ben più importanti passaggi: riconoscimento giuridico
delle coppie omosessuali, adozione di bambini da parte di coppie del medesimo sesso
". Ancora il prof. Mirabelli:
“Questo dipende dagli
orientamenti politici e dagli indirizzi, che sono sottostanti rispetto a queste scelte.
Certamente, se sono espressione di una cultura o di un orientamento inteso a raggiungere
questi risultati, la soluzione che veniva adottata poteva essere una linea di apertura”.
La
Chiesa da sempre ribadisce la ferma condanna di ogni tipo di violenza e c’è poi tutto
lo sdegno in più se motivata da qualunque forma di razzismo. Anche la legge parte
da questi presupposti. Dunque non ci sono già gli strumenti legislativi per colpire
simili forme di violenza? L’opinione del prof. Mirabelli:
“Gli
strumenti ci sono, nel senso che si tratta di ipotesi di reato che già sono previste
e la previsione di un’aggravante vuole essere la sottolineatura di una maggiore gravità
del fatto. Ma gli strumenti possono essere già oggi utilizzati e sono quelli che operano
nell’ambito del minimo e del massimo delle pene previste per questi reati. E quando
si tratta di reati particolarmente odiosi, lo stesso giudice si può orientare ad una
sanzione più grave”.