Migliorare la sanità in Africa per sviluppare il continente: ne hanno parlato oggi
i Padri sinodali riuniti in Vaticano
I problemi sanitari dell’Africa sono stati al centro, stamani, della 13.ma Congregazione
generale del secondo Sinodo dei Vescovi per l’Africa, in corso in Vaticano sui temi
della riconciliazione, la giustizia e la pace. In particolare, i presuli si sono soffermati
sulla piaga dell’Aids e sul commercio di medicinali illegali che attanaglia in continente.
Ribadita, al contempo, la necessità di rispettare il valore della vita, messo a dura
prova dalle politiche sulla salute riproduttiva. Il servizio di Isabella Piro:
La vita è
sacra, dal concepimento fino alla morte naturale e la Chiesa ha il compito di intervenire
in sua difesa. Parlano chiaramente i Padri sinodali di fronte ad un’Africa attanagliata
da Aids, malaria, tubercolosi. Chiedono un accesso equo e globale alle cure mediche,
ricordano l’importanza di formare gli operatori pastorali sulle questioni bioetiche,
plaudono all’impegno interreligioso ed ecumenico per fronteggiare le pandemie.
Ma
sono amare le pagine dell’Africa sulla sanità: vi si legge il dramma dell’aborto,
della prostituzione, della promiscuità sessuale diffusa dal relativismo. E poi la
piaga della vendita di medicinali non approvati nei Paesi di produzione, ma diffusi
in Africa. Le proprietà curative di tali farmaci spesso non sono stati provate, ma
vengono venduti al continente africano in via sperimentale. I dosaggi, però, sono
pericolosi e spesso se ne ignorano le conseguenze.
Un’altra denuncia che arriva
dal Sinodo riguarda i bambini-soldato, soprattutto in Uganda: 20 mila o 30 mila, nessuno
sa con certezza quanti siano i minori costretti alla guerra, che diventano schiavi
delle armi e dello sfruttamento sessuale, soffrono la fame, non ricevono istruzione
né cure mediche. La loro difesa, allora, passa attraverso un’etica consistente che
la Chiesa deve promulgare guardano alla Bibbia.
Altro scenario tragico quello
del Ciad, dove la riconciliazione sembra possibile solo a colpi di denaro e diventa
un mercanteggiare. In questo contesto, forse un concordato tra il Paese e la Santa
Sede, suggerisce il Sinodo, potrebbe aiutare a rafforzare l’autorità della Chiesa
locale che si adopera per la pace.
Dal fronte giovani, invece, arrivano notizie
incoraggianti: la pratica delle Giornate nazionali della Gioventù sembra diffusa,
in Africa, e i ragazzi diventano testimoni di una riconciliazione che oltrepassa i
confini geografici, le razze le culture.
Quindi, i Padri Sinodali si soffermano
sul dialogo con l’Islam e sottolineano che esso può essere conseguito attraverso la
carità: anche i musulmani, infatti, credono al Dio della carità. E nell’ambito di
questa missione di concretizzazione della carità divina, diventa indispensabile operare
perché la libertà religiosa sia diffusa in tutto il mondo musulmano.
E ancora:
il Sinodo si sofferma sullo sfruttamento minerario delle risorse naturali dell’Africa
da parte delle multinazionali straniere. La Chiesa, dice, non può rimanere in silenzio
di fronte a questo fatto che fomenta i conflitti interetnici e la vendita delle armi.
Poi, un appello per i lavoratori cinesi che operano in tutta l’Africa, per i quali
il Sinodo chiede una pastorale migrante per favorire la loro evangelizzazione.
Infine,
l’appello dei presuli è all’autofinanziamento delle Chiese particolari in Africa,
così da interrompere la dipendenza dall’Occidente.
Ieri pomeriggio, invece,
l’Aula Sinodale ha visto l’intervento di Jacques Diouf. Il direttore generale della
Fao si è rivolto a Benedetto XVI e ai Padri Sinodali in veste di Invitato Speciale.
"La sécurité alimentaire est indispensable à la réduction de la pauvreté…" La
sicurezza alimentare è indispensabile, ha detto, alla riduzione della povertà, all’educazione
dei bambini, alla salute della popolazione, ma anche ad una crescita economica duratura.
Essa, ha aggiunto, condiziona la stabilità e la sicurezza del mondo.
Diouf
ha poi ricordato le tante risorse naturali dell’Africa, ribadendo che esse vanno messe
al servizio dell’emancipazione economica della popolazione. Poi, i dati drammatici:
a causa della crisi economica mondiale, l’insicurezza alimentare è cresciuta ed oggi
in Africa il 24% della gente è malnutrita, con un aumento del 12% rispetto allo scorso
anno.
Quale soluzione cercare, dunque? Diouf ne ha indicate alcune, come migliorare
le infrastrutture, incoraggiare il commercio interregionale, guardare ad un codice
internazionale di buona condotta sugli investimenti stranieri diretti all’agricoltura.
"Un monde libéré de la faim est possible…" Un mondo libero dalla fame è
possibile, ha detto ancora Diouf, se esiste una volontà politica ad alto livello,
citando poi gli esempi del Cameroun, dell’Etiopia, del Ghana che hanno ridotto questa
piaga.
E ancora, il direttore generale della Fao si è detto soddisfatto dei
risultati dell’ultimo G8, che ha visto lo stanziamento di 21 miliardi di dollari in
tre anni per la sicurezza alimentare.
"Je veux aussi rendre hommage à l’action
de l’Église sur le terrain à côté des plus pauvres…" Infine, Diouf, di religione
islamica, ha reso omaggio alla Chiesa, ai missionari, ai religiosi per il loro impegno
attivo a fianco dei più poveri ed ha sottolineato la sintonia tra la Chiesa cattolica
e l’Islam sul diritto all’alimentazione.