2009-10-13 09:41:56

Intervento della Sig.ra Marguerite BARANKITSE, Fondatrice della Maison Shalom, Ruyigi (BURUNDI), Uditrice


Sig.ra Marguerite BARANKITSE, Fondatrice della Maison Shalom, Ruyigi (BURUNDI)



Esattamente 16 anni fa, il Burundi piombava ancora una volta in una guerra civile che è durata 12 anni.

La mia testimonianza di oggi vuole sottolineare in che misura chi si dice cristiano possa rinnegare il battesimo quando intende difendere la propria appartenenza etnica.

Era il 24 ottobre 1993. Ci eravamo rifugiati nel Vescovado di Ruvigi; quando giunsero gli assassini, dato che erano della mia stessa etnia, sono uscita per prima per bloccarli. Il primo assassino mi ha risposto che prima di tutto era un Tutsi e che doveva vendicare i suoi fratelli e le sue sorelle di sangue. Gli ho risposto: “Non ho scelto di essere una Tsutsi ma il battesimo sì, l’ho scelto”.

Sebbene fossero cristiani, non hanno provato vergogna a uccidere davanti ai miei occhi. Oggi, senza chiedere perdono agli orfani che hanno lasciato, né al vescovo (poiché hanno bruciato il suo vescovado), continuano ad andare a messa senza mostrare sul volto alcuna vergogna.

Abbiamo imparato a tacere. I pastori tacciono, il gregge tace e continuiamo a celebrare la messa domenicale come un rito, non come una comunione fraterna.

È nelle regioni a maggioranza cristiana che troviamo molti bambini di strada, bambini soldato, bambini “stregoni”ecc. Non lasciamoli in mano solo alle ONG!

Si, cari pastori, cari religiosi e care religiose, i bambini hanno soltanto noi come famiglia e infatti ci chiamano “papà” e “mamma”. Abbiate il coraggio di aprire loro le porte dei vostri vescovadi, conventi, case, per offrire loro l’identità, l’affetto della famiglia.

Imitiamo quel vescovo de I Miserabili di Victor Hugo che aprì la sua cattedrale di notte per offrire ospitalità a tutti i poveri. Sì, dobbiamo avere il coraggio di fare della nostra Africa un luogo dove si può “vivere” bene.








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