2009-10-13 15:29:09

Gli strumenti di 400 anni di osservazione del cielo in mostra ai Musei Vaticani. Intervista con la curatrice, Ileana Chinnici


Una mostra dedicata a 400 anni di osservazione del cielo: si tratta dell’allestimento presso i Musei Vaticani presentato stamani in Sala Stampa della Santa Sede. Si intitola “Astrum 2009: Astronomia e strumenti. Il patrimonio storico italiano quattrocento anni dopo Galileo” e sarà visitabile dal 16 ottobre al 16 gennaio. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

E’ la prima volta che si raccoglie il patrimonio di tutti gli Osservatori astronomici italiani: l’idea è venuta quest’anno in cui si celebra l’Anno internazionale dell’astronomia. E’ un percorso scientifico di grande valore storico e culturale, con alcuni pezzi di particolare rilievo di cui ci parla la curatrice della Mostra, Ileana Chinnici, dell’Osservatorio di Palermo:

 
“Ci sono dei pezzi di particolare interesse, sia dal punto di vista storico, sia dal punto di vista scientifico, e questa è stata l’opportunità migliore per dare visibilità e per mostrare ad un pubblico più vasto questa tipologia particolare, se vogliamo, non solo di strumenti ma anche di altri materiali conservati negli Osservatori astronomici: libri, carte d’archivio e altro. Certamente, per la parte relativa all’astronomia pre-galileiana ci sono gli astrolabi: sono tra i pezzi più pregevoli. Subito dopo, ci sono dei telescopi molto preziosi del ‘600, e poi dei telescopi abbastanza interessanti e dei documenti unici, come alcuni manoscritti, o alcuni degli strumenti di padre Angelo Secchi. Tra i manoscritti, ne cito uno che abbiamo messo in mostra ma appartiene alla Biblioteca nazionale centrale di Firenze. E’ il manoscritto del “Sidereus Nuncius” di Galileo: ci sembrava particolarmente significativo, perché anche se non appartiene agli Osservatori è fortemente legato all’astronomia. In particolare, viene mostrata la pagina nella quale Galileo traccia uno schizzo del telescopio, questo strumento che in qualche modo ha cambiato il modo di fare astronoma. Inoltre, fra gli altri manoscritti ci sono, ad esempio, il diario delle osservazioni di Schiaparelli, che osserva quelle strutture sul pianeta Marte che poi chiamerà “i canali”, che apriranno una serie di dibattiti interessantissimi sull’esistenza o meno di vita su questo pianeta".
 
La mostra in qualche modo fotografa l’uomo che in questi secoli ha guardato al cielo, con curiosità scientifica ma anche con slancio poetico e spirituale. Lo ha ricordato in Sala Stampa Vaticana l'arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, che ha sottolineato anche come la mostra riproponga alla riflessione la questione del rapporto tra scienza e teologia:

 
"Due insegnamenti, due magisteri che non sono sovrapponibili: sono paralleli. Hanno loro statuti, loro metodologie, loro epistemologie e si devono - certo - anche ascoltare, però sono indipendenti e non conflittuali. E questa è stata indubbiamente una grande conquista rispetto a certe intersezioni che facevano sì che la teologia imponesse perimetri di ricerca e la scienza, d’altra parte, considerasse teologia o filosofia come reperti di un paleolitico intellettuale non rilevante. Ma, devo dire, che in questi ultimi anni - e forse proprio una mostra sull’astronomia è significativa a questo riguardo - senza cancellare la teoria dei due livelli ci si sta orientando verso una teoria del dialogo, che è stata sostenuta soprattutto da uno studioso, Tischner, e poi da Michael Heller, che ha vinto il Premio Templeton 2008. Secondo tale teoria, i due statuti sono indipendenti ma non è possibile camminare su uno senza sentire la voce dell’altro o guardare anche l’altro, se si vuole avere una visione d’insieme".

 
La mostra è stata realizzata anche con il contributo della Specola Vaticana. Il suo direttore padre Josè Gabriel Funes ha spiegatio ai giornalisti quale oggetto della mostra appartenga alla Specola:

 
“E’ un astrolabio del XVI secolo, prima ancora del calendario. E’ uno strumento pre-galileiano. Questo astrolabio fu regalato a Papa Leone XIII in occasione del suo giubileo sacerdotale. La rifondazione della Specola Vaticana nel 1891 è legata in qualche modo a questa esposizione. La mostra “Astrum 2009” percorre la storia della Specola Vaticana, che è la stessa storia degli Osservatori italiani e degli altri Osservatori di tutto il mondo. Alla fine, siamo arrivati in Arizona con il telescopio vaticano, perché lì ci sono i cieli oscuri dei quali hanno bisogno gli astronomi. Ricordo che poco tempo fa è stato pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana e da De Agostini il libro intitolato “Infinitamente grande - L’astronomia e il Vaticano”. Racconta la storia della Specola Vaticana e tratta anche alcuni temi che sono relativi alla ricerca di cui ci occupiamo noi, astronomi del Papa. Questo libro, ma in genere la storia della Chiesa, mostra l’interesse che i Papi hanno avuto per la ricerca astronomica. In questo libr,o ci sono diversi discorsi dei Papi sull’astronomia e si illustra il supporto che hanno dato all’Osservatorio della Santa Sede. Recentemente, Papa Benedetto XVI ha inaugurato i nuovi locali della Specola Vaticana che ci aiuteranno a svolgere meglio le nostre attività".







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