Sinodo per l'Africa: più spazio alle donne. L'arcivescovo di Accra: la sfida delle
sette
Mattinata densa di riflessioni, oggi, al secondo Sinodo dei Vescovi per l’Africa,
in corso in Vaticano, sui temi della riconciliazione, la giustizia e la pace. In presenza
di Benedetto XVI, i Padri Sinodali hanno concentrato la loro attenzione sull’importanza
dell’educazione, sul bisogno di pace nella Regione dei Grandi Laghi e sull’Anno Sacerdotale.
In chiusura di Congregazione, poi, spazio anche ad alcuni uditori. In programma per
oggi pomeriggio, invece, l’intervento di Rudolf Adada, già Capo dell’Unione Africana
delle missioni di pace per il Darfour. Il servizio di Isabella Piro:00:02:53:62
È
sopravvissuta al massacro del Rwanda, ha perdonato i suoi aggressori ed oggi porta
la riconciliazione nelle prigioni. La testimonianza di un’uditrice ha fatto tremare
l’Aula del Sinodo, stamani. Davanti alla prova concreta che la pace è possibile anche
nei contesti più atroci, le sue parole hanno lasciato tutti senza fiato.
Ma
sono state tante le riflessioni che si sono rincorse durante i lavori di oggi e tanti
anche i suggerimenti arrivati dai Padri Sinodali. Innanzitutto, il grande tema dell’educazione:
i vescovi auspicano un sistema di gestione scolastica che garantisca la libertà della
Chiesa per una formazione di qualità dei giovani, sollecitando quindi un partenariato
diretto tra l’Unesco e le istituzioni ecclesiastiche. E ancora, il Sinodo pensa alla
creazione, in Africa, di un Istituto superiore cattolico, specializzato nell’insegnamento
sociale, a partire dalla Dottrina Sociale della Chiesa.
Nella riflessione dei
Padri Sinodali, spazio anche alla comunicazione e all’informazione, con l’esigenza,
emersa in Aula, di dare vita ad un’agenzia di stampa continentale per la Chiesa in
Africa, continente in cui, tra l’altro, sono operative almeno 163 radio in 32 Paesi,
gestite da diocesi ed organizzazioni cattoliche.
Poi, i presuli si sono soffermati
sul significato dell’Anno Sacerdotale, indetto da Benedetto XVI per commemorare i
150 anni dalla morte del Santo Curato d'Ars, colui che può ispirare quella fedeltà
a Cristo che aiuta ad illuminare le possibili zone d’’ombra delle comunità ecclesiali.
E
ancora, i vescovi hanno riflettuto sui problemi relativi all’aborto che, nel linguaggio
definito “sconcertante” delle organizzazioni internazionali, viene erroneamente associato
alla salute riproduttiva. Centrale anche il tema del dialogo interreligioso con la
proposta, avanzata in Aula, di inserire alcuni esperti del settore nelle Commissioni
Giustizia e Pace. Altro suggerimento applaudito, quello di convocare prossimamente
una Conferenza Internazionale sulla pace e la riconciliazione nella Regione dei Grandi
Laghi.
Poi, spazio alle donne: “Cosa sarebbe la Chiesa senza di loro?”, si
è detto in Aula. Loro che donano la vita e non abbandonano mai i propri figli auspicano
un maggior coinvolgimento nell’evangelizzazione.
Quindi, la parola è andata
ad uno dei delegati fraterni, Bernhard Ntahoturi, arcivescovo della provincia della
Chiesa anglicana del Burundi, che ha sottolineato l’importanza dell’ecumenismo per
rivelare al mondo il Dio dell’amore e della vita. L’Africa è il continente delle opportunità,
ha continuato il delegato fraterno, e la Chiesa deve essere segnata dalla fraternità,
per liberare il Paese dai suoi mali.
Ieri pomeriggio, invece, il Sinodo ha
volto il suo sguardo verso le donne africane costrette alla poligamia e quindi lontane
dai sacramenti. Per loro, è stata chiesta una riflessione approfondita, così che possano
godere della misericordia di Dio.
E ancora, in Aula si è detto che la Chiesa
non dimentica i malati di Aids, anzi: li aiuta e li sostiene, attraverso alcune agenzie,
come il Cafod (Catholic Agency For Overseas Development), da più di vent’anni presente
in Africa. Molti i risultati positivi ottenuti finora, anche grazie all’aiuto dei
farmaci retrovirali che, però, hanno sottolineato i vescovi, restano ancora inaccessibili
ai più poveri.