2009-10-12 19:55:05

Intervento di Mons. Joseph Edra UKPO, Arcivescovo di Calabar (NIGERIA)


S. E. R. Mons. Joseph Edra UKPO, Arcivescovo di Calabar (NIGERIA)



Una riconciliazione sostenibile impedisce di guardare al passato, in quanto focolaio di nuovi conflitti. Essa consolida la pace, spezza il circolo della violenza e rafforza le istituzioni democratiche appena stabilite o reintrodotte. In quanto operazione che parte dal passato, la riconciliazione promuove la guarigione personale dei sopravvissuti, la riparazione di ingiustizie passate, la costruzione o ristabilimento di relazioni non violente tra persone e comunità, e la condivisione delle parti in conflitto di una visione e di una comprensione del passato. In pratica una riconciliazione così completa non è facile da raggiungere. L’esperienza di un brutale passato fa della ricerca della coesistenza pacifica un’operazione delicata e intricata.

La Chiesa in Africa deve continuare a promuovere il dialogo con le altre religioni coinvolgendo i media, le scuole e la società civile.

Partecipare attivamente alle Commissioni per la Verità e la Riconciliazione (Truth and Reconciliation Missions). Quelle messe a punto dal Governo sedano le collere, ma non promuovono una riconciliazione sostenibile. Dobbiamo potenziare le T&R perché sanino anche le ferite spirituali e migliorino la vita delle comunità.

Dovrebbero essere organizzati seminari sulla dottrina sociale della Chiesa presso i municipi, nelle scuole, e per i politici, indipendentemente dai loro partiti.

Risanando i ricordi e usandoli come segnali di avvertimento, insegnando alle giovani generazioni come individuare i primi segni di una nuova sfiducia potenzialmente pericolosa; offrendo un’educazione che porti alla risoluzione dei conflitti e alla trasformazione, un’educazione e programmi di formazione alla pace e alla riconciliazione; intensificando l’apostolato ai carcerati e il reinserimento degli ex prigionieri; rendendo accessibili occasioni grazie alle quali le comunità che escono da conflitti possano condividere le loro esperienze e imparare da altri che hanno affrontato esperienze simili; incoraggiando e sostenendo i ministri dell’istruzione ad analizzare ed esaminare in che modo i sistemi educativi devono cambiare ed espandersi al fine di promuovere una pace sostenibile.








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