Intervento del Card. John NJUE, Arcivescovo di Nairobi, Presidente della Conferenza
Episcopale (KENYA)
S.Em.R. Card. John NJUE, Arcivescovo di Nairobi, Presidente della Conferenza Episcopale
(KENYA)
L’Africa continua ad avere sete di buon governo. Molti paesi
in Africa continuano a dibattersi sotto il malgoverno, dove una fame di potere incontrollata
ha portato l’impunità, la corruzione, la manipolazione delle persone e altri mali
sociali e politici simili, prodotti da cuori umani bisognosi di conversione. La Chiesa
in Kenya e altrove in Africa ha continuato a impegnarsi per realizzare sistemi di
governo con dei consigli che affrontino la giustizia attraverso il servizio al bene
comune. Le lettere pastorali hanno continuamente affrontato il tema del malgoverno,
che può essere definito il cancro dell’Africa. È questo ad avere impoverito la gente
nel continente.
Molte persone sono oppresse e hanno urgente bisogno di sperimentare
le assicurazioni di Cristo: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; [...] mi ha mandato
per annunziare ai poveri un lieto messaggio, [...] per rimettere in libertà gli oppressi
(Lc 4, 17-21).
Queste persone oppresse devono essere invitate a partecipare
alla costruzione di sistemi di governo giusti attraverso la stesura di buone costituzioni.
La costituzione del Kenya e di altri paesi dell’Africa deve essere rivista per trattare
i temi del buon governo, dei diritti umani, della riconciliazione e del processo di
pace, che può essere realizzato solo attraverso sistemi giusti.
Ciò che è evidente
in Kenya e in Africa in generale è che alcuni leader preferirebbero mantenere delle
costituzioni che danno loro un potere incontrollato, portando all’anarchia e alla
dittatura. Le violenze post-elettorali in Kenya nel 2008 sono un valido esempio di
impunità. L’Accordo Nazionale, raggiunto dando vita ad un governo di grande coalizione,
ha portato grande sollievo ai keniani, i cui fratelli erano morti in massa o diventati
rifugiati nel proprio paese. Tuttavia, le riforme proposte come soluzione permanente
ai problemi sociopolitici devono ancora essere attuate. Il processo contro coloro
che hanno perpetrato le violenze post-elettorali deve ancora iniziare.
La Chiesa
in Kenya continua a ribadire l’urgenza di realizzare le riforme attraverso buoni sistemi
di giustizia. Essa continua a intensificare l’educazione civica per far conoscere
ai cittadini i loro diritti e doveri. Questa educazione è necessaria in tutta l’Africa,
in base ai problemi di ogni paese. Pertanto, è urgente avere un programma di formazione
per le persone al governo; formare politici validi e santi come agenti di buon governo;
creare cappellanie per i politici; rafforzare i media cattolici per favorire la formazione
morale di tutti; promuovere ovunque il ruolo profetico della Chiesa; provvedere in
modo deciso alla formazione permanente di tutti gli agenti di evangelizzazione, compresi
i politici, formazione basata su un solido catechismo e sulla Dottrina Sociale della
Chiesa. Questo sinodo ci offre un’opportunità speciale per riflettere sul cancro che
sta divorando il nostro continente e per il quale occorre trovare una cura. Il buon
governo non è una priorità, ma un obbligo. Potrei anche aggiungere che la politica
in Africa è talmente importante che non può essere lasciata solo ai politici, visti
i rischi che abbiamo già sperimentato. È giunto il momento di agire in modo costruttivo!