Biografia di Jacques Diouf, Direttore Generale della FAO e Invitato Speciale al Sinodo
JACQUES DIOUF, Direttore Generale della FAO
Jacques Diouf è nato a Saint Louis,
in Senegal, nel 1938. È stato eletto per la prima volta Direttore Generale della FAO
l’8 novembre 1993 e poi confermato altre tre volte per la medesima carica. Il suo
terzo mandato è iniziato nel gennaio 2006 e scadrà nel 2012. Laureato in Scienze
dell’Agricoltura presso l’Ecole nationale d’agriculture di Grignon-Paris, ha poi conseguito
un master in Scienze dell’Agricoltura Tropicale all’Ecole nationale d’application
d’agronomie tropicale di Nogent-Paris. Infine, ha svolto un dottorato in Filosofia
delle Scienze Sociali nel settore Agricolo, alla Facoltà di Diritto e Scienze Economiche
della Sorbonne, a Parigi. Dal 1963, Diouf ha ricoperto diversi incarichi di responsabilità
in istituzioni nazionali e internazionali, impegnate sul fronte dello sviluppo agricolo.
È stato infatti Direttore dell’European Office and the Agricultural Programme of the
Marketing Board (Paris/Dakar); Segretario Esecutivo dell’African Groundnut Council
(Nigeria) e della West Africa Rice Development Association (Liberia); ancora, Consigliere
e Direttore Regionale presso l’International Development Research Centre (Ottawa);
Segretario Generale e Consigliere Speciale alla Central Bank for West African States
(Senegal). La sua grande esperienza è stata ampiamente messa al servizio del Governo
senegalese: Diouf è stato Parlamentare, membro dell’Esecutivo in qualità di Segretario
di Stato per la Scienza e la Tecnologia, Presidente del Foreign Relations Committee
di Dakar e Ambasciatore della Missione Permanente della Repubblica senegalese presso
le Nazioni Unite. È inoltre lunga la lista delle sue pubblicazioni, dei premi e
dei riconoscimenti accademici ricevuti da parte dei Governi e delle Università di
tutto il modo, dall’Argentina all’Ungheria, dal Messico alla Liberia, dalla Francia
al Camerun, per citarne alcuni. I suoi scritti e gli interventi ufficiali tenuti
presso la FAO rivelano la sua ferma convinzione sull’importanza dello sviluppo dell’Africa
per la stabilità anche delle altre aree geografiche, sulla necessità di partire proprio
dalla riforma del settore agricolo per combattere la fame in Africa, infine la sua
profonda fede nel dialogo interculturale e nella cooperazione internazionale. In
un discorso tenuto nel giugno 2006, Diouf afferma: “Sconcerta il comune buonsenso
il fatto che ogni anno si spendano circa 975 miliardi di dollari in spese militari
e si destinino agli aiuti allo sviluppo poco meno di 80 miliardi di dollari. Ed
è ugualmente bizzarro che una società da una parte dia - e poco - e dall’altra tolga,
negando l’accesso ai mercati con meccanismi quali i sussidi o l’esportazione sottocosto
di surplus alimentare che, insieme alle politiche protezionistiche, di fatto escludono
i paesi più poveri e meno competitivi dal commercio internazionale. In questo quadro,
l’impegno dei capi di stato e di governo (…) di dimezzare il numero di coloro che
soffrono la fame e la povertà estrema entro il 2015, ribadito con l’adozione degli
Obiettivi di Sviluppo del Millennio, rappresenta una svolta epocale. Con esso si prende
atto che fame e povertà sono due dei più grandi flagelli dell’umanità e, soprattutto,
si afferma che vincere la fame è possibile, giacché la Comunità Internazionale ha
le risorse, le conoscenze e i mezzi per farlo. (…) La costruzione di un mondo
più giusto è, innanzitutto, un imperativo morale. Ma non solo. Colmare il divario
tra nazioni ricche e nazioni povere è ormai una necessità politica, perché da un mondo
di ingiustizia e disuguaglianza traggono origine estremismo, fondamentalismo, odio
etnico e violenza”.