2009-10-10 11:47:57

Intervento di Mons. Velasio DE PAOLIS, Arcivescovo titolare di Telepte, Presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede


S. E. R. Mons. Velasio DE PAOLIS, Arcivescovo titolare di Telepte, Presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede (CITTÀ DEL VATICANO)

Il tema della giustizia occupa un posto fondamentale nella riflessione di questa assemblea. Essa è nel titolo, e percorre anche tutto il testo dello Instrumentum Laboris, come pure della Relatio ante disceptationem.
La vita cristiana ha alla radice l’amore cristiano, che Gesù presenta come segno della sua presenza nei suoi discepoli (Cf. 13, 25). Ma la realizzazione della testimonianza dell’ amore passa necessariamente attraverso la testimonianza della giustizia.
Il concetto rigoroso di giustizia, che appartiene all’antichità ed è stato elaborato e perfezionato dalla tradizione cristiana come virtù che dà a ciascuno ciò che gli spetta fa parte del patrimonio cristiano; anzi nella fede cristiana assurge ad uno splendore nuovo, perché nella fede cristiana risplende in modo luminoso la dignità della persona umana, con la serie dei diritti e doveri, che ne sono il prolungamento. La giustizia così, pur strada dell’ amore e via all’amore, e quindi aperta alla gratuità e all’amore, conserva un suo ruolo specifico, come sottolinea il Santo Padre Benedetto XVI nell’Enciclica Caritas in Veritate, n. 6.
La giustizia deve essere tradotta nella prassi; anzi è la prassi che costituisce la verifica della dottrina che si enuncia. Sarebbe vano proclamare i diritti, se essi non fossero protetti con mezzi adeguati. La giustizia si instaura con una retta amministrazione della giustizia, che assicura all’interno della comunità il suum per ogni fedele. Questo presuppone che esistano e vengano rettamente usati mezzi adeguati, si rispettino le, leggi della Chiesa, attraverso gli organismi competenti, particolarmente attraverso i tribunali previsti dalla legislazione canonica. La giustizia viene garantita quando tutti si sottomettono alla stessa legge della Chiesa e si rispettano i diritti di tutti. Si esige soprattutto che l’esercizio dell’autorità sia veramente evangelico, come servizio alle persone, secondo l'insegnamento di Gesù e sul suo esempio. Come i discepoli si riconoscono dalla pratica dell’ amore evangelico, analogamente l’esercizio dell’ autorità in modo evangelico si riconosce dal fatto che è attuato ad immagine del Figlio dell’uomo che è venuto non per essere servito, ma per servire e fare dono della propria vita.







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