Il messaggio del Papa ai funerali delle vittime del nubifragio di Messina
Grande partecipazione stamani nel Duomo di Messina ai funerali delle vittime del nubifragio
che ha colpito la città la scorsa settimana. Il Papa si è unito al dolore delle popolazioni
coinvolte, esprimendo in un messaggio la sua “intensa e affettuosa vicinanza, insieme
al vivo auspicio di un comune e generoso impegno per superare difficoltà e sofferenze
causate dal tragico evento”. Da Messina il servizio di Patrizia Casale:
C’è il sole,
ma oggi è un giorno triste per Messina. Dentro il Duomo le bare delle vittime dell’alluvione:
sono 21. Alcune esequie si sono già tenute. Sono avvolte nel tricolore come in Abruzzo,
perché questa è una tragedia nazionale. Una, quella di una donna straniera, con la
bandiera romena. Su quella della piccola Ilaria De Luca, palloncini bianchi. Forte,
dentro e fuori il Duomo, la commozione dei messinesi e quella di altri cittadini venuti
dalla Calabria ed anche dall’Aquila per rendere omaggio ad una comunità colpita da
un dolore troppo grande. In prima fila il premier Berlusconi, il presidente del Senato
Schifani, i ministri siciliani Alfano e Prestigiacomo, il capo della Protezione Civile,
Bertolaso. In apertura, è stato letto il messaggio del Pontefice, a firma del cardinale
segretario di Stato Tarcisio Bertone: il Papa ha espresso la sua intensa e affettuosa
vicinanza invocando "dal Signore eterna pace e vita senza fine per i defunti" ed esortando
quanti sono nel dolore ad affidarsi alla Vergine Santa. Poi, sono stati ricordati
i nomi delle vittime uno per uno, scanditi dagli applausi. Fortissimo quello per Simone
Neri, il giovane morto dopo aver salvato otto persone e a cui sarà conferita la medaglia
d’oro al valore civile. Applausi anche per i dispersi. Durante l’omelia il vescovo
di Messina, mons. Calogero La Piana, ha accostato la sofferenza
delle vittime e dei loro familiari a quella di Cristo morente sulla Croce, la cui
anima si affida a Dio: “Sul legno della Croce ha chiesto al Padre il perché
di tanto dolore, di tanto abbandono, e di così grande ingiustizia che si abbatteva
su di Lui: 'Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?' ... grido intenso di dolore
ed atto di abbandono fiducioso al Padre. Sulla Croce, mentre avverte vicina la morte,
un secondo grido risuona, ancora più forte e più intenso del primo, sulla bocca di
Gesù: 'Nelle tue mani, o Padre, consegno il mio spirito'. E’ il grido della speranza,
della sua ferma fiducia nel riconoscersi Figlio prediletto dal Padre, da Lui amato
ed accolto”.
Mons. La Piana ha poi esortato le autorità a restituire
alla gente sicurezza e serenità:
“Ci sentiamo profondamente ed intimamente
uniti con quanti sono stati direttamente coinvolti nella tragedia di questi giorni,
solidali con le loro sofferenze e le loro ansie, ma anche con le loro speranze e la
loro volontà di ricominciare, ed uniamo la nostra voce alla loro per invocare aiuto,
sostegno e vicinanza delle istituzioni ... Ciò che non riusciamo a tollerare è il
reiterato tentativo di strumentalizzare per l’ennesima volta il dramma di questa nostra
terra e di questa nostra amata gente”. Al termine delle esequie, applausi
scroscianti all’uscita delle bare e tanta compostezza. Migliaia di persone in silenzio
hanno atteso i feretri. Ora però bisogna dare corpo alla speranza, ridare una casa
a chi l’ha perduta, ridare dignità a chi non ha più nulla.