2009-10-08 10:27:31

Intervento di Mons. Jean-Bosco NTEP, Vescovo di Edéa (CAMERUN)


S. E. R. Mons. Jean-Bosco NTEP, Vescovo di Edéa (CAMERUN)



Nel suo messaggio in occasione della giornata mondiale della pace del 2004, il compianto Papa Giovanni Paolo II, afferma che la vera pace non è possibile se non si fonda sul perdono e sulla riconciliazione. È affermare l’impotenza delle negoziazioni e delle armi.

Fin dall’inizio della democratizzazione in Africa, i governanti si sono rivolti alla Chiesa affinché li accompagni. Questo appello le ha conferito una nuova missione che ha fatto dire ai Padri del I Sinodo Speciale per l’Africa: “L’educazione al bene comune e al rispetto del pluralismo sarà uno dei compiti pastorali prioritari del nostro tempo” (Messaggio della Prima Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, 34). Papa Giovanni Paolo II rifiutava qualsiasi improvvisazione in una responsabilità così pesante.

Parlando delle “nuove prospettive della riconciliazione”, vogliamo fare eco a questo appello del Santo Padre e intendere la riconciliazione come un modo di essere e di vivere, cioè di costruire una vita piena di attenzioni, di tenerezza e di amicizia e un modo conseguente di vivere con l’altro, con Dio, con se stesso e anche con la natura. La riconciliazione dovrebbe manifestarsi in tutti gli aspetti della nostra vita sociale e religiosa e diventare una testimonianza d’amore.

La riconciliazione, come è stata organizzata in alcuni paesi africani, non ha dato i frutti sperati. Non ha cancellato né il risentimento né la paura. Non ha riscontrato molte adesioni dei cuori. In realtà, non potrebbe limitarsi all’aspetto sociale, pubblico. È innanzitutto un processo personale. La Chiesa ha il vantaggio di parlare al cuore dell’individuo più della politica. Essa deve rivolgersi direttamente alle coscienze individuali, alla capacità di riflessione e di decisione di ogni persona per la scelta della riconciliazione come fondamento della pace e quindi come garanzia di un ordine sociale credibile. Il cristiano sarà quindi condotto all’indispensabile necessità della conversione personale, alla riconciliazione, alla pace come base di una vita ecclesiale.

La nuova prospettiva della riconciliazione che auspichiamo fa appello alla cultura. Occorre instaurare nella Chiesa una cultura della riconciliazione, cammino necessario, anzi indispensabile per la pace.








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