2009-10-08 10:24:06

Intervento di Mons. Francisco João SILOTA, Vescovo di Chimoio (MOZAMBICO)


S. E. R. Mons. Francisco João SILOTA, M. Afr., Vescovo di Chimoio, Primo Vice Presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali d'Africa e Madagascar (S.C.E.A.M.) (MOZAMBICO)



Al numero 66 del II capitolo dell’Instrumentum laboris, si afferma: “Alcuni ritengono che la ragione profonda dell’instabilità delle società del continente sia legata all’alienazione culturale e alla discriminazione razziale che, nel corso della storia, hanno generato un complesso d’inferiorità, il fatalismo e la paura” (IL 66).

Proseguendo su questa linea di ricerca delle ragioni più profonde, mi rendo conto che il crearsi di questo complesso di inferiorità e di altre questioni è andato ancora più lontano, producendo qualcosa di estremamente grave in molti africani, che chiamerei, bene o male, un’alienazione antropologica. Poiché i fatti dimostrano che molti africani non solo negano quei valori che sono tipicamente loro, ma arrivano anche a negare se stessi. Non accettano la propria “Africanità”. L’orgoglio legittimo che L. Senghor volle infondere con l’ideologia della “Negritudine” è, per molti, una cosa che scivola loro addosso. La campagna per la “Autenticità” intrapresa a modo suo da D. Mobutu, è stata messa in ridicolo! Il “Comunalismo africano” con cui K. Nkrumah ha voluto contraddistinguere il modo di essere dell’uomo africano, è guardato con scetticismo e considerato come qualcosa di anacronistico!

Allora, le domande che sorgono sono: “Dove sei, Africa? Dove ti collochi? Non sarà per caso questo vuoto, questa mancanza di terreno o di base su cui poggi, a costituire paradossalmente la base del tuo dramma? Infatti, come si può conciliare il tuo spirito di accoglienza e di ospitalità con la discriminazione etnica, tribale e regionale che regna in seno alle tue società, ma anche nella Chiesa? Non sarà, questa discriminazione, il frutto di un “transfert” che alcuni dei tuoi figli attuano nei confronti degli altri per il fatto che negano sé stessi? Come spiegare l’evidente contraddizione che esiste fra l’amore incondizionato per la vita, che è tipico dell’africano, e i tradimenti che alcuni dei tuoi figli commettono contro i propri fratelli, causando loro sofferenze disumanizzanti o perfino togliendo loro la vita?

Africa, qual è la via d’uscita da questa contraddittoria situazione?








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