Nel 1979 Herta Müller fu licenziata. Faceva la traduttrice di tedesco e si era rifiutata
di collaborare con la polizia segreta del regime di Ceausescu. Oggi, 20 anni dopo,
ha vinto il Nobel per la Letteratura. La cinquantaseienne scrittrice e poetessa di
lingua tedesca è nata in Romania, nella regione del Baneto, ma oltre 20 anni fa è
scappata in Germania con il marito, Richard Wagner. Con lui faceva parte di un gruppo
di scrittori dissidenti che si opponevano al regime comunista. Ed Herta Müller nelle
sue opere – come “Il macello di Ceausescu” e “Il paese delle prugne verdi”- ha raccontato
proprio gli anni più bui della storia del suo Paese, quelli della dittatura. “Con
la forza della poesia e la franchezza della prosa, descrive il panorama dei diseredati”,
ha detto di lei l’Accademia di Stoccolma. Il suo primo libro stampato in Romania,
“Niederungen”, scritto in tedesco, fu pubblicato soltanto in versione censurata. In
un dossier segreto il suo nome in codice era Cristina e in quelle 914 pagine la polizia
di regime la definiva “un pericoloso nemico dello Stato da combattere”. (A cura
di Valentina Fizzotti)