2009-10-07 14:43:06

Mons. Migliore all’Onu: più solidarietà e più società civile


Non ci sarà vera riforma delle Nazioni Unite se non si riuscirà a incorporare le voci della società civile. Così l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, è intervenuto all’incontro della 64esima Sessione dell’Assemblea generale dedicato al tema del lavoro dell’Organizzazione. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Dalla società civile provengono voci critiche in tema di aiuto umanitario, di promozione del ruolo del diritto e di denuncia di pesanti violazioni dei diritti umani. Con queste parole mons. Migliore saluta con favore l’espresso riconoscimento da parte del segretario generale dell’Onu del ruolo critico della società civile all’interno dell’Organizzazione che cerca di darsi riforme. Riuscire a lavorare davvero insieme e “con rinnovato impegno di responsabilità” è il vero obiettivo, sottolinea mons. Migliore che cita subito le più grandi sfide su cui misurarsi: l’imminente Conferenza di Copenaghen chiede un’azione in tema di cambiamenti climatici, una questione che – dice mons. Migliore – ha “sia cause che conseguenze di livello globale”. Tutti hanno il “dovere di usare le risorse della terra in modo sostenibile”. Qualcuno le ha usate finora “in modo sproporzionato e abusandone”. Poi c’è la questione nucleare: tanto è stato fatto ma tanto resta da fare per assicurare “seri progressi nel controllo e nel disarmo di questi strumenti di distruzione”. Nel mondo globale, “soluzioni nazionali non possono che rappresentare solo una parte della formula per promuovere pace e giustizia”. Ricordando la crisi economica globale e sottolineando le conseguenze per i Paesi più poveri, mons. Migliore è tornato a chiedere che “Nazioni Unite e Paesi sviluppati agiscano insieme per assicurare assistenza ai tanti Paesi che non sono in grado di fronteggiare la crisi economica e che pure devono far fronte alle sfide della sicurezza e dello sviluppo”. L’osservatore permanente della Santa Sede chiede “più ampia solidarietà”, “rinnovato impegno a mettere al primo posto i poveri”. Guardando in particolare all’anno di crisi – dice mons. Migliore – “impariamo dagli errori e ricordiamo il dovere di rispondere all’esigenza di cooperazione”. Con una raccomandazione: “L’aiuto allo sviluppo per essere efficace deve promuovere nei poteri locali la responsabilità ad affrontare i cronici malfunzionamenti a livello politico, amministrativo e sociale”.







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