Intervento di Mons. Giorgio BERTIN, Vescovo di Djibouti (SOMALIA)
S. E. R.Mons. Giorgio BERTIN, O.F.M., Vescovo di Djibouti, Amministratore
Apostolico "ad nutum Sanctæ Sedis" di Mogadiscio (SOMALIA)
Da alcuni
anni nella ricorrenza della morte di Mons. Salvatore Colombo OFM, vescovo di Mogadiscio
ucciso il 9.7.1989, ho incominciato a ricordare nella Messa non solo lui, ma anche
una serie di altre persone che sono state uccise mentre erano a servizio della giustizia,
della pace e dei poveri in Somalia. Tra di essi vi sono stati alcuni cattolici, come
la dottoressa Fumagalli, Annalena Tonelli e Sr. Leonella; vi sono stati dei fratelli
“protestanti”; vi sono stati dei musulmani somali, e sono stati la maggioranza in
questo paese musulmano; vi sono state anche altre persone non appartenenti ad alcuna
fede. Chiamo questa giornata del 9 luglio “giornata dei martiri della Somalia”. Essa
ci serve a ricordare che molte persone di convinzioni diverse hanno sacrificato la
loro vita per più giustizia, più fraternità e più pace in Somalia.
Non siamo
solo noi cattolici a volere riconciliazione, giustizia e pace in Somalia o in Africa.
Ci sono tante altre persone e istituzioni di buona volontà. Due domeniche fa il Vangelo
ci diceva: “chi non è contro di noi, è per noi” (Mc 9, 40). Questo significa che abbiamo
il dovere di collaborare con tutti.
Concretamente vi suggerisco alcuni punti
non esaustivi, pensando sia alla Somalia che all'Africa: 1. fare la memoria “insieme
agli altri” delle persone migliori che hanno servito al bene di un dato popolo;
2.
avere dei momenti di preghiera in comune con i credenti di altre fedi a favore della
pace;
3. arrestare il traffico di armi e la libera circolazione di criminali
di guerra;
4. invitare la comunità internazionale a una più grande collaborazione
non solo alla lotta contro la pirateria, ma anche per la ricostruzione dello stato
in Somalia;
5. collaborare con i musulmani di buona volontà per isolare e neutralizzare
l'opera nefasta di gruppi islamici radicali che sono la causa di problemi anzitutto
per i musulmani stessi e poi per gli altri;
6. appoggiare e sviluppare l' azione
della Santa Sede e dei suoi diplomatici.