2009-10-07 11:56:33

Intervento di Mons. Emílio SUMBELELO, Vescovo di Uíje (ANGOLA)


S. E. R. Mons. Emílio SUMBELELO, Vescovo di Uíje (ANGOLA)



Nel nostro contesto angolano, la giustizia deve procedere di pari passo con il perdono. Senza perdono non può esservi riconciliazione e, di conseguenza, la pace, visto che lo sviluppo di qualsiasi popolo o nazione risulta ritardato indefinitamente in assenza di meccanismi di perdono.

Negli ultimi 30 anni una buona parte dei paesi africani - e l’Angola non sfugge alla regola - ha subito cambiamenti profondi. Le innumerevoli ed enormi agitazioni della popolazione, collegate alla guerra, hanno trasformato la società africana. Attualmente oltre la metà della popolazione vive in zone urbane. Una delle prime conseguenze riguarda la sua identità etnico-tribale: popoli di origine e sostrato sociale diversi ora vivono insieme nello stesso ambiente urbano, dando origine a una fusione culturale. Seconda conseguenza sono i conflitti interetnici, generati dalle condizioni di disagio economico e di grande disuguaglianza sociale.

Il vero perdono deve comprendere la ricerca della verità. Fa parte di questa verità riconoscere il male fatto e, se possibile, porvi rimedio. Infatti, il perdono non elimina né diminuisce l’esigenza di riparazione che è propria della giustizia, ma che esige di reintegrare le persone e i gruppi nella società. Passi concreti: 1) promuovere attraverso le CIP, Pro Pace, opportuni studi sulle prevaricazioni dei gruppi etnici o sulle ingiustizie, per accertare la verità come primo passo per la riconciliazione. 2) Puntare sulla “ricostruzione umana” che passa attraverso la modificazione del comportamento della personalità male impostata e/o che ha sofferto qualche scossa nelle sue strutture e/o nelle strutture della sua società. La “ricostruzione umana” è quindi un lavoro che ci si attende dalla Chiesa, affinché l’“individuo distrutto” torni a farsi persona, ad accettare se stesso e impari a dare nuovi impulsi che si trasformino in capacità di accettare gli altri.








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