2009-10-07 17:07:57

Intervento del Card. Zenon GROCHOLEWSKI, Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica


S.Em.R. Card. Zenon GROCHOLEWSKI, Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica (CITTÀ DEL VATICANO)



I centri cattolici di educazione hanno svolto un ruolo importantissimo nell'opera di evangelizzazione e hanno contribuito molto allo sviluppo sociale e culturale del continente. Proprio al livello dell'insegnamento ed educazione la Chiesa in Africa ha da affrontare la più grande sfida.

a.) L'educazione più importante è quella dei seminaristi. Riguardo ai seminari, la Congregazione per l'Educazione Cattolica (CEC) è competente nei territori delle missioni soltanto “per quanto concerne il piano generale degli studi” e non in quello che si riferisce alla “formazione”. Circa l'insegnamento nei seminari è da sottolineare che già 70 istituti sono stati affiliati a una facoltà ecclesiastica, e principalmente alla Pont. Università Urbaniana (questo è un sesto di tutti i seminari affiliati nel mondo), che è obbligata a svolgere un regolare controllo dell'insegnamento. In questa materia c'è da preoccuparsi comunque del mancato talvolta collegamento organico fra l'insegnamento filosofico, che si svolge spesso in un luogo diverso o si appoggia su un istituto non adeguato, e l'insegnamento di teologia.

Comunque i problemi più gravi concernenti la formazione del clero in Africa (adeguato discernimento, formazione spirituale ed affettiva, ecc.) esulano dalla competenza della CEC, anche se l'insegnamento e la formazione sacerdotale sono elementi strettamente legati tra di loro. Nella prospettiva della formazione si deve soprattutto esigere che in ogni nazione sia elaborata una appropriata "Ratio institutionis sacerdotalis" (richiesta espressamente dal Concilio: OT, 1) e approvata dall'Autorità competente della Santa Sede che dovrebbe redigere un adeguato regolamento generale come richiesto dalla prima Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi dell'anno 1967. Ci vogliono, inoltre, le visite apostoliche regolari e qualificate nonché una preoccupazione costante per la formazione dei formatori, e in modo particolare una solida formazione spirituale di quei sacerdoti che studiano a Roma, in quanto principalmente loro saranno insegnanti e formatori nei seminari.

b.) Riguardo alle scuole cattoliche, la loro presenza in Africa è significativa: quasi 12.500 scuole materne con oltre 1.260.000 alunni; oltre 33.250 scuole primarie con circa 14.000.000 di alunni; e quasi 10.000 scuole secondarie con circa 4.000.000 allievi. Tale vasta realtà offre alla Chiesa un prezioso strumento di evangelizzazione, di dialogo e di servizio alle popolazioni del continente. È importante che queste scuole conservino e rafforzino la loro chiara identità cattolica. Ciò esige che la formazione degli insegnanti non sia solo professionale ma anche spirituale, perché considerino il loro lavoro come un apostolato da svolgere.

c.) Per quanto concerne gli istituti di studi superiori, il loro numero negli ultimi decenni si è moltiplicato. Oggi vi sono 23 Università Cattoliche, 5 Facoltà Teologiche e 3 Facoltà Filosofiche. Tutte queste istituzioni costituiscono un luogo privilegiato per evangelizzare le culture e formare uomini retti, operatori di pace, di riconciliazione, testimoni della fede. Vorrei proporre al riguardo alcuni accorgimenti utili:

- Piace sottolineare lo sforzo dato dalle facoltà ecclesiastiche al problema dell'inculturazione: questa esige una acuta saggezza evangelica ed è da affrontare seriamente alla luce dell'insegnamento della Chiesa.

- In tutte le università cattoliche, deve essere presente il pensiero teologico almeno con le cattedre dell'insegnamento teologico per i laici, della dottrina sociale della Chiesa, ecc.

- Ai tempi odierni si deve attribuire una particolare importanza a founare cattolici altamente qualificati per i mass media che “sono il nuovo areopago del nostro secolo”.

- Occorre anche intensificare la pastorale nelle università statali.








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