Elezioni in Bolivia. L’arcidiocesi di La Paz: no alla strumentalizzazione della fede
Dopo diversi articoli di stampa, l’arcivescovado di La Paz è intervenuto con una nota
per precisare quanto affermato da alcuni giornali boliviani: il fatto che due raggruppamenti
politici “Plan Progresso per la Bolivia” (PPB) e “Alianza Sociale” (AS), entrambi
in corsa per le elezioni del 6 dicembre prossimo, avevano dato inizio alle loro rispettive
campagne elettorali con celebrazioni eucaristiche nella cattedrale di La Paz. Nella
nota, l’arcivescovado ha precisato che “tali celebrazioni sono state richieste per
pregare per la salute di singole persone malate e non per i partiti politici”. In
queste poche parole l’arcidiocesi, guidata da mons. Edmundo Abastaflor, ha denunciato
l’inganno e la malafede che ha visto coinvolta la stessa arcidiocesi, completamente
all’oscuro di una manovra elettorale aliena e lontana dalla sua missione e dalla sua
volontà. “Gli spazi dei nostri templi - prosegue il comunicato - restano sempre aperti
alla partecipazione di tutte le persone naturalmente secondo i loro principi cristiani
e la loro buona fede”. In modo particolare il comunicato spiega che “queste celebrazioni
eucaristiche non sono mai state concordate con alcun partito politico e che, ovviamente,
non potrebbe essere altrimenti”. L’indicazione vale “anche per il prossimo futuro
poiché - si legge - si tratta di atti che nulla hanno a che fare con la funzione pastorale
e religiosa della nostra Chiesa”. Infine l’arcidiocesi di La Paz ha riaffermato “il
carattere sacro della liturgia” e perciò ancora una volta ha chiesto “ai raggruppamenti
politici di astenersi dall’utilizzare gli spazi sacri per scopi elettorali”. Quest’ultima
precisazione è in linea con una precedente nota dell’Episcopato boliviano, intervenuto
dopo l’annuncio di un candidato che assicurava di voler aprire i suoi comizi con la
celebrazione della Santa Messa. In Bolivia, il 6 dicembre, quasi 4 milioni di elettori,
ottemperando ad alcune diposizioni transitorie della nuova Costituzione in vigore
da pochi mesi, dovranno eleggere il presidente, il vice presidente della Repubblica
e i 166 membri dell'Assemblea legislativa plurinazionale. Ieri, nelle tre principali
città del Paese - La Paz, Santa Cruz y Cochabamba - è cominciata la fase finale della
campagna politica che, secondo i sondaggi, dovrebbe vedere come vincitore ancora una
volta il presidente Evo Morales con quasi il 50% delle preferenze. Molto indietro
gli altri due candidati rispettivamente al 18% e all'11%. La campagna elettorale è
già molto intensa e, come prevedevano gli osservatori, le opinioni sono molto polarizzate
e aggressive. In questo contesto sono stati diversi i tentativi, provenienti da più
parti, di strumentalizzare la fede religiosa e i suoi simboli per scopi elettorali
estranei alla natura e alla missione della Chiesa cattolica. Pertanto, a più riprese,
diversi vescovi boliviani hanno rifiutato queste ingerenze indebite.(A cura di
Luis Badilla)