Relazione del Card. Péter ERDŐ, Arcivescovo di Esztergom-Budapest (UNGHERIA)
S.Em.R. Card. Péter ERDŐ, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Presidente del Consiglio
delle Conferenze Episcopali Europee (C.C.E.E.) (UNGHERIA)
1. "Voi siete il
sale della terra... Voi siete la luce del mondo" (Mt 5,13-14) queste parole del
Signore si riferiscono a tutti i cristiani, ma, in quest'ora della storia dell'umanità,
in modo speciale a Voi, cari Fratelli e Sorelle in Africa. Durante la preparazione
di questa assemblea speciale si è cristallizzato l'accento singolare di questo incontro
sinodale: "la Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia,
della pace".
2. A Voi tutti porto il saluto più cordiale e il messaggio della
grande vicinanza dei vescovi europei, i quali rappresentati dai presidenti di tutte
le Conferenze Episcopali si sono incontrati in questi giorni a Parigi. Abbiamo potuto
rendere conto di un lavoro comune ormai consolidato con i vescovi africani nel quadro
dei programmi comuni del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa e della SECAM.
In diverse città africane ed europee si sono svolti questi lavori comuni che avevano
trattato argomenti come la migrazione, la schiavitù ed altri problemi umani e cristiani.
Come sapete bene, anche la terra d'Europa è una terra bagnata di sangue. Quando, dopo
il crollo del muro di Berlino, gli abitanti, e specialmente i cattolici della parte
occidentale e di quella orientale del nostro continente, si sono liberamente incontrati,
dovevano prendere atto di tutta la complessità della nostra storia comune. Soprattutto
i popoli dell'Est europeo si sentivano spesso nella loro storia colonizzati e sfruttati.
Persino nei primi secoli dell'epoca moderna c'erano interi villaggi del Sud Est europeo
di popolazione cristiana che sono finiti ai mercati di schiavi dell'Oriente. 3.
La storia recente dell'Europa ha lasciato anche molte ferite che sono ancora lontane
dalla piena guarigione. Se dopo la II Guerra Mondiale, guerra che ha estinto il più
grande numero di vite umane di tutta l'umanità, i popoli dell'Occidente, per esempio
i tedeschi e i francesi, con l'aiuto sostanziale di grandi uomini cattolici come Schumann,
Adenauer e De Gasperi, hanno trovato la via non soltanto della pacifica convivenza,
ma anche di una riconciliazione più profonda, oggi tocca alla parte centrale ed orientale
d'Europa di cercare la riconciliazione dei cuori, la purificazione della memoria e
la fratellanza costruttiva. Così sono molto spesso i vescovi cattolici che alzano
per primi il segno della riconciliazione, come hanno compiuto per primi i vescovi
tedesci e polacchi, un grande atto di riconciliazione, che all'inizio non è stato
compreso da molti gruppi delle loro società. Alcuni grandi ecclesiastici e teologi
di quel tempo, come specialmente Joseph Ratzinger, hanno trovato parole appassionate
per difendere quell'atto profetico. Negli ultimi anni ci sono stati simili atti di
riconciliazione e di fratellanza tra vescovi di Polonia ed Ucraina, di Slovacchia
ed Ungheria, ed altri. I mass media spesso non danno molto rilievo a questi avvenimenti.
Forse non mancano neppure gruppi che pensano di trovare il loro vantaggio politico
ed economico, sollecitando tensioni ed ostilità tra popoli, gruppi etnici o anche
religioni. "La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno vinta", come scrive
S. Giovanni (1, 5). Cristo è la luce del mondo. Egli illumina anche le tenebre della
storia umana e nessuna oscurità, nessun odio, nessun male può vincerlo. È in lui la
nostra speranza. Anche se la voce della Chiesa e la testimonianza di ciascun cristiano
sembrano deboli, anche se essa spesso non appare in prima pagina dei grandi mezzi
di comunicazione, questa voce sottile è più forte di ogni rumore, bugia, propaganda
o manipolazione. Siamo testimoni della forza dei martiri. Adesso cominciano a essere
beatificati e canonizzati i testimoni dell'Agnello, uccisi per la loro fede nel XX
secolo. Essi sono quelli che “vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato
le loro vesti, rendendole candide nel Sangue dell'Agnello" (Ap 7, 14). Durante le
lunghe persecuzioni, la loro memoria era coperta di silenzio. Eppure, essa è rimasta
viva anche nel cuore della comunità dei credenti. E adesso apriamo le fosse. È commovente
vedere da una parte, quanto è rimasto dei corpi dei martiri. Ogni translazione delle
spoglie di uno di loro scuote le anime di tutti i partecipanti di queste cerimonie.
La grande tensione tra l'estrema debolezza di un essere umano che è rimasto ucciso
e la forza sublime della stessa persona illuminata ormai dalla gloria dei martiri,
dà un fortissimo impulso spirituale alle nostre comunità. Cari Confratelli! Noi
altri, cattolici d'Europa, abbiamo imparato dalla nostra storia a seguire con attenzione
anche la sorte dei cristiani africani ed abbiamo imparato anche a stimare la Vostra
fedeltà, la Vostra testimonianza, e i martiri africani che danno la loro vita anno
per anno in numero preoccupante - per Cristo e per la Sua Chiesa, così anche per noi.
La Chiesa in Africa ha meritato la nostra gratitudine e la nostra profonda stima.
4. Il Servo di Dio Giovanni Paolo II ci insegnava con forza e lucidità sulla divina
misericordia. I circoli del male che sembrano a volte persino diabolici e che possono
rattristare e spingere verso la disperazione intere società umane, costruendo le strutture
dell'odio, della violenza, della vendetta e dell'ingiustizia tra gruppi etnici, popoli
o classi sociali, non sarebbero superabili con la sola forza umana, se non ci fosse
la divina misericordia che ci rende anche capaci di seguire il comandamento di Cristo:
"siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso" (Lc 6, 36). Se il nostro
Signore ci ha comandato questo, tale comando è anche garanzia della possibilità di
compierla. È lui che ci darà la forza per essere misericordiosi, e rompere ogni struttura
del male. 5. Siamo convinti che lo scambio dei doni non è un programma che vale
soltanto tra la parte occidentale ed orientale d'Europa. Questo è doveroso anche tra
i fedeli, tra le chiese particolari anche a livello continentale ed universale. Le
possibilità della solidarietà e della determinazione di non dimenticare i fratelli
bisognosi neanche in tempi di crisi è ferma tra i cattolici d'Europa. Allo stesso
tempo, desideriamo studiare meglio le Vostre esperienze liturgiche, catechetiche,
la dinamica delle vocazioni sacerdotali, le possibilità di costruire insieme la Chiesa
di Cristo in Europa, in Africa e ovunque nel mondo. 6. Certamente non ci illudiamo:
le grandi forze economiche e politiche del mondo, molto spesso, non agiscono secondo
la logica della carità e della giustizia, e a volte sembrano dimenticare anche la
vera realtà, la natura delle cose e dell'essere umano. La dignità umana, inoltre,
non dipende dalla nostra efficienza, non è proporzionata al successo di questo mondo.
Ogni essere umano, come tale, ha la stessa dignità inalienabile. Perché creato a immagine
e a somiglianza di Dio. La dignità umana non è incompatibile con la sofferenza. Falsa
sarebbe una ideologia che dicesse che per salvare la nostra dignità, sarebbe meglio
morire che soffrire. Questo era l'atteggiamento dell' antichità greco romana, non
ancora illuminata dalla luce del Vangelo. L'esempio di Cristo ci insegna che la massima
sofferenza può essere il momento della massima dignità e gloria. Dopo che il traditore
lasciò il cenacolo, Gesù disse: "Ora il Figlio dell'Uomo è stato glorificato, e Dio
è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà
da parte sua, e lo glorificherà subito" (Gv 13, 31 32). Se nel momento attuale
molti nel nostro mondo non ascoltano la voce del Creatore e non sono aperti ad accettare
la verità e a praticare la carità, la natura della realtà creata rimane quello che
è. La giustizia e la misericordia divina si fanno valere comunque nel funzionamento
del mondo e nello svolgimento della storia. Così, cari Confratelli, Vi assicuriamo
delle nostre preghiere e della nostra solidarietà perché possiate trovare le vie per
promuovere la riconciliazione, la giustizia e la pace e che siate un conforto anche
per noi con le Vostre esperienze, la Vostra fede e la Vostra testimonianza.