Relazione del Segretario Generale del Sinodo Mons. Nikola ETEROVIC all'apertura dei
lavori
Relazione del Segretario Generale del Sinodo Mons. Nikola Eterovic, Arcivescovo titolare
di Sisak
Padre Santo, Eminentissimi ed Eccellentissimi Padri, Cari fratelli
e sorelle,
“Con la forza dello Spirito Santo rivolgo a tutti questo appello:
‘Lasciatevi riconciliare!’ (2 Cor 5,20). Nessuna differenza etnica o culturale, di
razza, di sesso o di religione deve divenire tra voi motivo di contesa. Voi siete
tutti figli dell’unico Dio, nostro Padre, che è nei cieli. Con questa convinzione
sarà finalmente possibile costruire un’Africa più giusta e pacifica, all’altezza delle
legittime attese di tutti i suoi figli” [1]. Ispirato dallo Spirito Santo che guida
i credenti nello scrutare la sacra Scrittura, con queste parole, che mostrano la Sua
premura apostolica nell’esercizio della sollecitudine per tutta la Chiesa, Vostra
Santità ha espresso il suo amore per la Chiesa pellegrina in 53 Paesi africani, come
pure per tutta l’Africa, continente di grande dinamismo ma anche di non poche sfide.
Lo ha fatto a Yaoundé, capitale del Camerun, durante la sua prima Visita Apostolica
in Africa che ha avuto luogo dal 17 al 23 marzo 2009. In tale occasione Ella ha idealmente
aperto i lavori della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi.
Infatti, al termine dell’Eucaristia celebrata nello stadio Amadou Ahidjo, nella solennità
di San Giuseppe Sposo della Beata Vergine Maria, Ella ha consegnato ai Presidenti
di 36 Conferenze Episcopali dell’Africa e ai Capi di 2 Sinodi dei Vescovi delle Chiese
Cattoliche Orientali sui iuris, come pure dell’Assemblea della Gerarchia della Chiesa
Cattolica d’Egitto, l’Instrumentum laboris, documento di lavoro della presente Assise
sinodale. Lo stadio di Yaoundé era diventato il cuore del continente perché intorno
a Lei, Vescovo di Roma e Pastore universale della Chiesa, si erano stretti i Vescovi
delle Chiese particolari, “rappresentando in qualche modo la Chiesa presente tra tutti
i popoli dell’Africa” [2]. In tale occasione la Santità Vostra ha invitato tutti i
fedeli ad accompagnare i loro Pastori con la preghiera nella preparazione e soprattutto
nello svolgimento dei lavori del grande evento ecclesiale qual è la Seconda Assemblea
Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi. Vostra Santità ha dunque affidato la
celebrazione dell’Assise sinodale alla protezione della Beata Vergine Maria, Nostra
Signore d’Africa, invocando la sua intercessione affinché “la Regina della Pace sostenga
gli sforzi di tutti gli ‘artigiani’ di riconciliazione, di giustizia e di pace!” [3].
Nell’incontro con il Consiglio Speciale per l’Africa, nella sede della Nunziatura
Apostolica di Yaoundé, Ella, Santo Padre, ha per primo recitato la preghiera mariana
che ha voluto comporre per accompagnare la preparazione dell’Assise sinodale e per
implorare l’abbondanza di grazie dello Spirito Santo allo scopo di ottenere un rinnovato
dinamismo della Chiesa disposta a servire sempre meglio gli uomini di buona volontà
del continente africano. All’inizio dei lavori sinodali, facciamo nostra tale preghiera,
affinché le riflessioni dell’Assemblea sinodale contribuiscano a far crescere la speranza
per i popoli africani e per il Continente nel suo insieme; contribuiscano ad infondere
a ciascuna delle Chiese locali in Africa “un nuovo slancio evangelico e missionario
al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace, secondo il programma
formulato dal Signore stesso: “Voi siete il sale della terra Voi siete la luce del
mondo” (Mt 5, 13.14). Che la gioia della Chiesa in Africa di celebrare questo Sinodo
sia anche la gioia della Chiesa universale!” [4]. Tale auspicio di Vostra Santità
si sta realizzando. Ne sono testimoni i rappresentanti degli Episcopati di tutti i
continenti che volentieri hanno accettato la nomina pontificia per partecipare all’Assise
sinodale, significando la loro vicinanza alla Chiesa Cattolica in Africa, parte promettente
della Chiesa universale. Saluto pertanto, i rappresentanti delle Conferenze Episcopali
di altri 4 continenti, come pure i Vescovi provenienti da 17 Paesi. Insieme con i
loro confratelli d’Africa, essi sono disposti a pregare, a dialogare, a riflettere
sul presente e sul futuro della Chiesa Cattolica nel continente africano. In tale
modo essi si inseriscono nel processo sinodale di dare e di ricevere, di partecipare
alle gioie e ai dolori, alle speranze e alle preoccupazioni, condividendo i doni spirituali
per l’edificazione non solamente di alcune Chiese particolari d’Africa, bensì di tutta
la Santa Chiesa di Dio diffusa nel mondo intero.
Saluto cordialmente tutti
i 244 membri della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi,
di cui 78 partecipanti ex officio, 129 sono eletti e 36 sono di nomina Pontificia.
Tra essi vi sono 33 cardinali, 79 arcivescovi e 156 vescovi. Quanto agli uffici svolti,
vi sono 37 Presidenti delle Conferenze Episcopali, 189 Vescovi Ordinari, 4 Coadiutori,
2 Ausiliari e 8 (arci)vescovi emeriti. Rivolgo un cordiale benvenuto ai Delegati
fraterni, rappresentanti di 6 Chiese e comunità ecclesiali, ringraziando per avere
accettato l’invito di prendere parte a questo evento ecclesiale. Saluto, poi, 29
Esperti e 49 Uditori, disposti a dare il loro contributo al buon svolgimento dei lavori
sinodali, arricchendo la riflessione con le loro significative testimonianze. Ringrazio
pure la preziosa collaborazione degli Assistenti, dei Traduttori e del personale tecnico,
come pure dei generosi Collaboratori della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi.
Senza il loro qualificato e generoso contributo non sarebbe stato possibile organizzare
questa Assise sinodale.
La presente relazione è composta di VI parti: I.
Significato della Visita Apostolica in Africa II. Alcuni dati statistici III.
Indizione della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa IV. Preparazione della
Seconda Assemblea Speciale per l’Africa V. Osservazioni d’indole metodologica VI.
Conclusione
I. Significato della Visita Apostolica in Africa
Saluto
in modo particolare i 197 Padri sinodali provenienti dai Paesi africani. A loro nome
ringrazio Vostra Santità per la Visita Apostolica in Africa che è stata organizzata
con lo sguardo alla Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi.
Ne testimonia anche il motto che Vostra Santità ha scelto per la sua prima Visita
pastorale nel continente africano: “Voi siete il sale della terra ... voi siete la
luce del mondo” (Mt 5, 13. 14), lo stesso della presente Assemblea sinodale. Grazie,
Santo Padre, soprattutto per l’illuminato magistero impartito nel corso di tale Visita
Apostolica. Anche se materialmente si è realizzata in due Paesi: Camerun ed Angola,
essa ha interessato tutta l’Africa. Inoltre, essa ha ulteriormente rafforzato i vincoli
d’unità che nella fede, nella speranza e nella carità, caratterizzano i rapporti tra
il Vescovo di Roma e i suoi confratelli nell’episcopato, posti a capo delle Chiese
particolari d’Africa, come pure tra questi ed i fedeli affidati alle loro cure pastorali,
con riferimento ideale a tutti gli uomini di buona volontà del grande continente africano.
Infatti, il Vangelo, Buona Notizia, è stato indirizzato a tutti gli abitanti d’Africa
e di tutto il mondo. Riferendosi alla vita di santa Josephina Bakhita, che il Servo
di Dio Giovanni Paolo II ha canonizzato il 1 ottobre 2000, Vostra Santità ha proposto
la sua splendida figura come esempio dell’auspicata trasformazione degli uomini e
delle donne dell’intero continente, risultato del loro incontro con il Dio vivente.
Anche oggi, “il messaggio salvifico del Vangelo esige di essere proclamato con
forza e chiarezza, così che la luce di Cristo possa brillare nel buio della vita delle
persone” [5]. La luce del Vangelo dissipa le tenebre del peccato anche in Africa ove
uomini e donne sono disposti a lasciarsi trasformare da Dio Onnipotente, Padre, Figlio
e Spirito Santo, anelando di udire una parola di perdono e di speranza. “Di fronte
al dolore o alla violenza, alla povertà o alla fame, alla corruzione o all’abuso di
potere, un cristiano non può mai rimanere in silenzio” [6]. Tali mali coinvolgono
tutti gli abitanti dell’Africa che “implorano a gran voce riconciliazione, giustizia
e pace, e questo è proprio ciò che la Chiesa offre loro. Non nuove forme di oppressione
economica o politica, ma la libertà gloriosa dei figli di Dio (cfr. Rm 8, 21)” [7].
Gli uomini di Chiesa sono pertanto chiamati a farsi apostoli del Vangelo, Buona Notizia
anche per l’uomo africano. “Dopo quasi dieci anni del nuovo millennio, questo momento
di grazia è un appello a tutti i Vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli laici del
Continente a dedicarsi nuovamente alla missione della Chiesa a portare speranza ai
cuori del popolo dell’Africa, e con ciò pure ai popoli di tutto il mondo” [8]. Considerata
l’importanza di tale Messaggio Apostolico per tutta l’Africa, come pure per le riflessioni
sinodali, insieme con l’Instrumentum laboris, è sembrato assai utile consegnare ai
Padri sinodali i Discorsi di Vostra Santità nelle lingue disponibili: francese, inglese,
italiano, portoghese e spagnolo. Non vi è dubbio, che tali Documenti saranno di grande
aiuto ai Padri sinodali e che permetteranno l’approfondimento di alcuni argomenti
di fondo, in connessione con il tema della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa.
II.
Alcuni dati statistici
Ringraziamo insieme Dio buono e misericordioso per tanti
doni che la Chiesa in Africa ha ricevuto e che ha messo a servizio di tutti, specialmente
dei più poveri e bisognosi. In particolare, rendiamo grazie per il suo grande dinamismo,
che può essere indicato con le seguente statistiche. Su una popolazione mondiale
di 6.617.097.000 abitanti, i cattolici sono 1.146.656.000, cioè il 17,3%. In Africa,
invece, tale percentuale è ormai superata. Infatti, su 943.743.000 di abitanti, i
cattolici sono 164.925.000, cioè il 17,5%. L’aumento appare alquanto significativo
se si tiene conto che, per esempio, nel 1978, all’inizio del Pontificato di Papa Giovanni
Paolo II, il numero dei cattolici africani era di circa 55.000.000. Nel 1994, anno
in cui è stata celebrata la Prima Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi,
il loro numero era di 102.878.000 fedeli, cioè del 14,6% della popolazione africana. Anche
per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, notiamo, nello stesso periodo,
una notevole crescita. In tutti i settori si registra, grazie a Dio, un consistente
aumento. Esso riguarda, soprattutto, gli operatori pastorali: Vescovi, sacerdoti,
diaconi, religiose, laici impegnati, tra cui i catechisti occupano un posto di rilievo.
Può essere significativo paragonare i dati statistici dal 1994 con i dati disponibili
dell’anno 2007.
È doveroso ricordare anche
gli agenti pastorali che hanno sigillato con il sacrificio della vita il loro servizio
ecclesiale. Dal 1994 al 2008 sono morti in Africa ben 521 operatori pastorali. In
tale cifra sono inclusi anche 248 vittime della tragedia in Rwanda nel 1994 e, poi,
40 seminaristi minori uccisi nel 1997 in Burundi. Si tratta del personale non solamente
africano, ma anche dei missionari provenienti da altri Paesi. Per esempio, nell’anno
2006 sono stati uccisi 11 operatori pastorali: 5 sacerdoti diocesani, di cui 1 peruviano,
e 4 religiosi, di cui 1 portoghese e 1 brasiliano, 1 religiosa italiana e 1 missionaria
laica portoghese; nel 2007 hanno perso vita 4 operatori pastorali: 1 sacerdote diocesano,
2 religiosi e 1 suora svizzera; nel 2008 sono morti 5 operatori missionari di cui
1 religioso dell’Inghilterra e 1 fratello francese. Con gli occhi della fede, dietro
i dati statistici possiamo riconoscere un grande dinamismo di evangelizzazione del
continente africano che spinge gli operatori pastorali all’impegno generoso ed indiviso,
fino al dono della propria vita nel martirio. Insieme con l’azione di grazia a Dio
Onnipotente per tale dono della sua infinita misericordia, preghiamo affinché tale
dinamismo continui, anzi che si rafforzi, per il bene delle Chiese particolari in
Africa e nel mondo intero. I Pastori delle Chiese particolari non mancheranno di riconoscere
tra tale numero eletto di servitori del Vangelo coloro che potrebbero essere canonizzati,
secondo le norme della Chiesa, non solo per aumentare il numero dei santi africani,
tra cui non pochi martiri, bensì per ottenere più intercessori nel cielo affinché
le care Chiese particolari del continente continuino, con rinnovato zelo, il loro
pellegrinaggio terrestre nella lode di Dio e al servizio del prossimo. Oltre all’evangelizzazione,
sua missione principale, la Chiesa Cattolica è assai attiva anche nel campo della
carità, della salute, dell’educazione e, in genere, in numerose iniziative di promozione
umana. Come esempi significativi ricordiamo la Fondazione per il Sahel, istituita
il 22 febbraio 1984, Anno Santo della Redenzione, dal Papa Giovanni Paolo II, in seguito
alla sua visita Apostolica in Burkina Faso e al memorabile Appello di Ouagadougou
del 10 maggio 1980 [11]. Otto anni fa, il 12 febbraio 2001, il compianto Papa Giovanni
Paolo II costituì la Fondazione Il Buon Samaritano, fondata con finalità di sostenere
gli infermi più bisognosi, soprattutto i malati dell’AIDS [12]. Nel continente
africano, poi, vi sono: Caritas nazionali e Caritas internazionale. Nel continente
africano attuano 53 Caritas nazionali di cui 20 hanno anche una finalità aggiunta,
in genere relativa alla promozione della solidarietà e allo sviluppo integrale dell’uomo
e della società. Pertanto, le Caritas non poche volte svolgono insieme la missione
che in alcuni Paesi è propria della Commissione di Giustizia e Pace. Vi è poi la Caritas
del Medio Oriente e dell’Africa del Nord. Tutte le organizzazioni nazionali sono coordinate
dalla Caritas Africa che ha il centro a Kampala, Uganda. Commissioni Giustizia
e Pace. Oltre al Segretariato Justice and Peace del SECAM, vi sono 8 Commissioni regionali
e 34 nazionali, presso le rispettive Conferenze Episcopali. Inoltre, numerose organizzazioni
internazionali e nazionali cattoliche si prodigano nell’aiutare la popolazione africana
[13]. Vi sono anche 12 Istituti e Centri di promozione della Dottrina sociale della
Chiesa [14].
Pastorale della salute. La Chiesa Cattolica è assai presente
nel campo della pastorale sanitaria. Secondo gli ultimi dati ricavati nell’anno 2007
[15], esistono in tutto il Continente africano 16.178 centri sanitari dei quali: 1.074
ospedali, 5.373 ambulatori, 186 lebbrosari, 753 case per anziani ed invalidi, 979
orfanotrofi, 1997 asili per i bambini, 1.590 consultori matrimoniali, 2.947 centri
di rieducazione sociale, 1.279 centri sanitari vari. Ovviamente, da tali dati risulta
la testimonianza, lodevole e significativa, di molti cristiani, soprattutto di persone
di vita consacrata e laici cattolici, impegnati nelle menzionate strutture sanitarie.
Per quanto riguarda poi il tipo di malattie, le statistiche segnalano tra le emergenze
sanitarie più allarmanti quella derivata dell’HIV/AIDS. È motivo di gratitudine rilevare
che, secondo i dati forniti dall’UnAids, il 26 % delle strutture sanitarie nel mondo
che si interessano al fenomeno dell’AIDS sono gestite da organizzazioni cattoliche
[16]. La Chiesa Cattolica è in prima linea nella lotta contro il diffondersi della
malattia. Essa è pure assai attiva nella cura dei malati di AIDS, come mostra per
esempio il metodo DREAM, promosso con successo dalla Comunità di Sant’Egidio. Tuttavia,
non bisogna dimenticare che i dati statistici mostrano che la malaria è la causa maggiore
di decessi nel continente africano. Le persone qualificate di tutta la comunità internazionale
dovrebbero dedicare più energie e mezzi sia per prevenire la sua diffusione, sia per
trovare un valido rimedio a tale temibile ed assai diffusa infermità che provoca ogni
anno nel mondo la morte di circa 1.000.000 di persone, di cui l’85% sono bambini sotto
i cinque anni. Scuole cattoliche. La Chiesa Cattolica, come mater et magistra,
insieme con l’annuncio del Vangelo, da sempre promoveva l’educazione integrale delle
persone per mezzo delle sue scuole. Tale importante opera continua anche ai nostri
giorni. Infatti nel continente africano vi sono 12.496 scuole materne con 1.266.444
iscritti; 33.263 scuole elementari con 14.061.806 alunni; 9.838 scuole superiori con
3.738.238 alunni. Negli Istituti Superiori studiano 54.362 studenti; nelle Università
11.011 studenti frequentano gli studi ecclesiastici e 76.432 altre discipline.
III.
Indizione della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa
L’idea di convocare
la Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi maturava nel corso
degli anni. Tale possibilità veniva presa in considerazione, negli ultimi anni del
Pontificato di Papa Giovanni Paolo II, mentre il compianto Card. Jan Pieter Schotte
era Segretario Generale della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi. In particolare,
di tale idea si è discusso varie volte nelle riunioni del Consiglio Speciale per l’Africa
della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi. Pertanto, anche dopo la mia nomina
a Segretario Generale nel 2004, il tema ha continuato ad essere attuale. In particolare,
lo stesso Papa Giovanni Paolo II ne ha parlato pubblicamente, il 15 giugno 2004, in
occasione dell’Udienza concessa al Consiglio Speciale per l’Africa della Segreteria
Generale formulando la seguente domanda: “Non sarebbe giunto il momento, come sollecitano
numerosi Pastori d’Africa, di approfondire questa esperienza sinodale africana? L’eccezionale
crescita della Chiesa in Africa, il rapido ricambio dei Pastori, le nuove sfide che
il Continente deve affrontare esigono risposte che solo la prosecuzione dello sforzo
richiesto dalla messa in opera dell’Ecclesia in Africa potrebbe offrire, ridando così
rinnovato vigore e rafforzata speranza a questo Continente in difficoltà” [17].
Da parte loro, i Membri del Consiglio Speciale per l’Africa hanno ringraziato
il Santo Padre per tale sollecitudine apostolica nei riguardi delle loro Chiese particolari
e si sono impegnati, con rinnovato ardore, a preparare bene l’Assise sinodale. Durante
la riunione del Consiglio Speciale per l’Africa nei giorni 15 e 16 giugno 2004, è
stato deciso di sottoporre alla benevola decisione del Papa Giovanni Paolo II la proposta
di convocare ufficialmente la Seconda Assemblea Speciale per l’Africa. I Membri del
Consiglio hanno incaricato il Segretario Generale di proporre al Santo Padre di annunciare
tale decisione nel 10 anniversario della celebrazione della Prima Assemblea Speciale
per l’Africa del Sinodo dei Vescovi. In particolare, è stato suggerito di farne annuncio
il 13 novembre 2004, nella ricorrenza del 1650 anniversario della nascita di Sant’Agostino,
grande Africano e gloria della Chiesa universale. L’occasione era propizia, poiché
in tale data ha avuto luogo a Roma un Simposio organizzato dal SECAM (Symposium of
Episcopal Conferences of Africa and Madagascar) e dal C.C.E.E. (Consilium Conferentiarum
Episcoporum Europae) per ricordare il 10 anniversario del Sinodo per l’Africa. Secondo
il parere dei Membri del Consiglio Speciale per l’Africa, bisognava avere un tempo
sufficiente di preparazione per la celebrazione dell’Assise sinodale, che avrebbe
potuto avere luogo nel mese di ottobre dell’anno 2009, in ricorrenza del 15 anniversario
della celebrazione della Prima Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi.
Il tema potrebbe riguardare la Chiesa in Africa intesa come Famiglia di Dio chiamata
ad annunciare il Vangelo di Gesù Cristo per la salvezza e la riconciliazione, la giustizia
e la pace. Il Servo di Dio Giovanni Paolo II aveva accolto volentieri tale proposta.
In occasione dell’Udienza Pontificia ai partecipanti al Simposio dei Vescovi dell’Africa
e dell’Europa radunati a Roma egli ha annunciato: “Accogliendo i voti del Consiglio
post-sinodale, interprete dei desideri dei Pastori africani, colgo l’occasione per
annunciare la mia intenzione di convocare una seconda Assemblea Speciale per l’Africa
del Sinodo dei Vescovi” [18]. Al contempo, egli ha affidato tale progetto alla preghiera
dei fedeli, mentre ha invitato “caldamente tutti a implorare dal Signore per l’amata
terra d’Africa il dono prezioso della comunione e della pace” [19]. Il compianto
Pontefice ha espresso in un’altra occasione il suo appoggio all’idea di una Seconda
Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi. Nella lettera che ha voluto
indirizzare all’Ecc.mo Segretario Generale, in occasione della XIII riunione del Consiglio
Speciale per l’Africa del 24 e 25 febbraio 2005, Papa Giovanni Paolo II ha, tra l’altro,
espresso la sua visione della Seconda Assise sinodale. “Prendendo atto del dinamismo
nato dalla prima esperienza sinodale africana, questa Assemblea cercherà di approfondire
e di prolungarla, fondandosi sull’Esortazione Apostolica post-sinodale Ecclesia in
Africa, e tenendo conto delle nuove circostanze ecclesiali e sociali del continente.
Avrà come compito quello di sostenere le Chiese locali e i loro Pastori e di aiutarli
nei loro progetti pastorali, preparando così il futuro della Chiesa nel continente
africano, che vive situazioni difficili, sia sul piano politico, economico e sociale
sia per ciò che concerne la pace” [20]. In seguito, il Papa Giovanni Paolo II ha elencato
alcune di tali difficoltà: conflitti armati, la povertà persistente, le malattie e
le loro conseguenze devastanti, a cominciare dal dramma dell’AIDS, la corruzione e
il diffuso senso di insicurezza in varie regioni. I fedeli, insieme con tutti gli
uomini di buona volontà devono adoperarsi per costruire una società prospera e stabile,
assicurando un futuro degno per le sue nuove generazioni. La Chiesa Cattolica, che
negli ultimi decenni ha conosciuto un grande sviluppo, ne rende grazie a Dio. Allo
stesso tempo, il Pontefice precisava: “Affinché questa crescita continui, incoraggio
i Vescovi a vegliare sull’approfondimento spirituale di quanto è stato realizzato,
come pure sulla maturazione umana e cristiana del clero e dei laici” [21]. Al termine,
affidando la preparazione dell’evento ecclesiale all’intercessione materna di Nostra
Signora d’Africa, il Papa Giovanni Paolo II auspicava: “Possa la futura Assemblea
speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Africa, favorire anche un rafforzamento della
fede nel Cristo Salvatore e un’autentica riconciliazione!” [22].
La Divina
Provvidenza ha voluto che il Papa Giovanni Paolo II passasse a miglior vita il 2 aprile
2005. Nel Conclave dello stesso mese, gli Em.mi Cardinali hanno eletto, il 19 aprile
2005, Vescovo di Roma il Santo Padre Benedetto XVI. Due mesi dopo la sua elezione
al soglio pontificio, Sua Santità Benedetto XVI si è pronunciato anche in merito alla
convocazione della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi.
Dopo uno studio appropriato della questione, il Santo Padre ha riconfermato la decisione
del suo predecessore. Salutando i Membri del Consiglio Speciale per l’Africa della
Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, il Sommo Pontefice ha detto: “Confermando
quanto aveva deciso il mio venerato Predecessore il 13 novembre dello scorso anno,
desidero annunciare la mia intenzione di convocare la Seconda Assemblea Speciale per
l’Africa del Sinodo dei Vescovi. Nutro grande fiducia che tale Assise segni un ulteriore
impulso nel continente africano all’evangelizzazione, al consolidamento e alla crescita
della Chiesa e alla promozione della riconciliazione e della pace” [23]. L’indizione
ufficiale dell’Assise sinodale ha avuto luogo il 28 giugno 2007, vigilia della solennità
dei Santi Pietro e Paolo. In tale occasione è stato indicato il tema e la data della
celebrazione: “Il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto la Seconda Assemblea Speciale
per l’Africa del Sinodo dei Vescovi sul tema La Chiesa in Africa al servizio della
riconciliazione, della giustizia e della pace. ‘Voi siete il sale della terra ...
Voi siete la luce del mondo’ (Mt 5, 13.14), da tenersi in Vaticano dal 4 al 25 ottobre
dell’anno 2009” [24]. Dopo la decisione del Santo Padre, i Membri del Consiglio Speciale
hanno affrettato il lavoro di preparazione dell’Assise sinodale.
IV. Preparazione
della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa
Maturata l’idea di una Seconda
Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, i membri del Consiglio Speciale
hanno avuto il compito di preparare nel miglior modo possibile la celebrazione di
tale evento ecclesiale. In primo luogo bisognava redigere i Lineamenta, documento
preparatorio dell’Assise sinodale. A tale preparazione sono state dedicate varie riunioni
del Consiglio Speciale per l’Africa della Segreteria Generale. Nella riunione,
tenutasi nei giorni 25 e 26 febbraio 2005, i Membri del Consiglio Speciale per l’Africa
hanno concordato lo schema dei Lineamenta con precise indicazioni circa il suo contenuto.
Nella successiva riunione del 21 e 22 giugno 2005, la bozza del Documento è stata
oggetto di profondo studio. Nel frattempo, il 13 gennaio 2006, il Santo Padre Benedetto
XVI ha formulato il tema dell’Assemblea Sinodale. Pertanto, i Membri del Consiglio
Speciale hanno potuto riflettere con più precisione sul progetto del Documento, apportando
varie modifiche che sono state in seguito inserite nel testo. Esso è stato inviato
per posta elettronica ai Membri del Consiglio Speciale per l’Africa, per un’ultima
approvazione, pregando di far pervenire eventuali rilievi fino al 24 aprile 2006.
Due Membri del Consiglio, rappresentanti rispettivamente i gruppi di lingua francese
e inglese, insieme con la Segreteria Generale hanno esaminato ed integrato le osservazioni
pervenute nei giorni 27 e 28 aprile 2006. Pertanto, il documento ha potuto essere
tradotto in 4 lingue: francese, italiano, inglese e portoghese, alle quali si è aggiunta
anche la versione in arabo. I Lineamenta sono stati pubblicati il 27 giugno 2006.
Il testo è stato presentato nella Sala Stampa della Santa Sede dall’Em.mo Card. Francis
Arinze, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
e dall’Ecc.mo Mons. Nikola Eterovi, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi. Il
Documento è stato ampiamente diffuso, anche tramite il sito internet vaticano alle
pagine della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi. Le Conferenze Episcopali,
le Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, ed altri organismi interessati, hanno avuto
il tempo fino alla fine del mese di ottobre 2008 per far pervenire alla Segreteria
Generale del Sinodo dei Vescovi le risposte al Questionario dei Lineamenta. Tali risposte
sono servite per redigere l’Instrumentum laboris, documento di lavoro della Seconda
Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi.
L’Instrumentum laboris
La
percentuale delle risposte ai Lineamenta è divisa in varie categorie di istituzioni
con le quali la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi mantiene rapporti ufficiali.
Istituzioni Risposte %
Conferenze Episcopali 36 25 30 83,33 Riunioni
Internazionali di Conf. Ep. 6 26 1 16,66 Chiese Orientali Cattoliche sui iuris 2
27 1 50 Assemblea Gerarchia Cattolica d’Egitto 1 0 Dicasteri della Curia Romana 25
28 14 56 Unione Superiori Generali 1 1 100
La Segreteria Generale del Sinodo
dei Vescovi ha pure ricevuto contributi di alcune Università Cattoliche e di Istituzioni
d’Insegnamento Superiore, come pure di varie persone, anche laiche, che hanno a cuore
il presente e il futuro della Chiesa Cattolica in Africa. Le risposte pervenute
sono state esaminate dal Consiglio Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi nella
riunione del 27 e 28 ottobre 2008. I Membri del Consiglio hanno concordato lo schema
del Documento, fornendo indicazioni precise sul contento, ovviamente, rispettando
i contributi degli Episcopati dei singoli Paesi. La Segreteria Generale, con l’aiuto
di alcuni esperti, ha redatto la bozza del Documento che è stato discusso nella XVIII
riunione del Consiglio Speciale per l’Africa che ha avuto luogo il 23 e il 24 gennaio
2009. Dopo aver apportato varie modifiche, allo scopo di perfezionare il testo, il
Documento è stato accettato con unanime consenso. L’Instrumentum laboris è stato
dunque tradotto in quattro lingue: francese, italiano, inglese e portoghese. Il 19
marzo 2009, il Santo Padre Benedetto XVI ha avuto la bontà di consegnarlo personalmente
a Yaoundé, Camerun, ai Capi dei Sinodi dei Vescovi delle Chiese Orientali Cattoliche
sui iuris e ai Presidenti delle Conferenze Episcopali d’Africa, per cui ancora Gli
rinnoviamo i più sentiti ringraziamenti. In seguito, la Segreteria Generale del Sinodo
dei Vescovi ha favorito un’ampia diffusione del Documento che sarà approfondito nel
corso della presente Assemblea sinodale.
Nomina Membri della Presidenza dell’Assise
sinodale
Il 14 febbraio 2009 il Sommo Pontefice Benedetto XVI ha nominato tre
Presidenti Delegati della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi:
le loro Eminenze Reverendissime i Signori Cardinali: Francis Arinze, Prefetto emerito
della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; Théodore-Adrien
Sarr, Arcivescovo di Dakar, Senegal, e Fox Wilfrid Napier, O.F.M., Arcivescovo di
Durban, Sud Africa. Al contempo, Sua Santità ha nominato il Relatore Generale, Sua
Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Arcivescovo
di Cape Coast, Ghana, e due Segretari Speciali, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor
António Damião Franklin, Arcivescovo di Luanda, Angola, e Sua Eccellenza Reverendissima
Mons. Edmond Djitangar, Vescovo di Sarh, Ciad [29].
Ringraziamento ai Membri
del Consiglio Speciale per l’Africa
Di tre Cardinali Presidenti Delegati
nominati dal Sommo Pontefice Benedetto XVI, due sono stati membri del Consiglio Speciale
per l’Africa della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi. Sono sicuro di condividere
il parere dei Padri sinodali qui presenti nel rivolgere un cordiale ringraziamento
a tutti i Membri del Consiglio Speciale per l’Africa per il loro prezioso servizio
ecclesiale. Di 12 Membri eletti il 7 maggio 1994, al termine della Prima Assemblea
Speciale per l’Africa, hanno perseverato fino alla fine ben 9. Nel frattempo, l’Em.mo
Card. Hyacinthe Thiandoum, Arcivescovo emerito di Dakar, Senegal, è deceduto nel 2003;
lo raccomandiamo volentieri all’infinita misericordia di Dio. Uno si è ritirato nel
2006 per raggiunti limiti d’età, Sua Eminenza il Card. Armand Gaétan Razafindratandra,
Arcivescovo emerito di Antananarivo, Madagascar, e uno nel 2007 per motivi di salute,
Sua Eccellenza Mons. Paul Verdzekov, Arcivescovo emerito di Bamenda, Camerun. Essi
sono stati sostituiti, rispettivamente, da Sua Eccellenza Mons. Anselme Titianma Sanon,
Arcivescovo di Bobo-Dioulasso, Burkina Faso, da Sua Eccellenza Mons. Odon Maria Arsène
Razanakolona, Arcivescovo di Antananarivo, e da Cornelius Fontem Esua, Arcivescovo
di Bamenda, Camerun. Con l’inizio dei lavori della presente Assemblea cessano dal
loro mandato, che hanno esercitato per 15 anni, i Membri del Consiglio Speciale per
l’Africa della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi. Durante tale periodo hanno
partecipato a ben 19 riunioni. Il servizio prezioso del Consiglio Speciale alla Chiesa
pellegrina in Africa si può dividere in tre fasi. Nella prima, in seguito alla Prima
Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, il Consiglio aveva l’esigente
compito di collaborare ad un progetto per l’Esortazione Apostolica Post-sinodale,
come servizio al Santo Padre in vista della stesura dell’Esortazione Apostolica Post-sinodale
Ecclesia in Africa firmata da Papa Giovanni Paolo II a Yaoundé, il 14 settembre 1995,
festa dell’Esaltazione della Santa Croce. In seguito, il Consiglio Speciale ha incoraggiato
l’applicazione di tale importante Documento. La terza fase è coincisa con la preparazione
della presente Assise sinodale.
V. Osservazioni d’indole metodologica
Nell’udienza
concessami il 23 giugno 2007, il Santo Padre Benedetto XVI ha approvato i criteri
circa la partecipazione all’Assise sinodale, concordati in seno al Consiglio Speciale
per l’Africa della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, riunitosi nei giorni
15 e 16 febbraio 2007. Dopo l’approvazione del Sommo Pontefice, tali criteri sono
stati comunicati ai Presidenti delle Conferenze Episcopali e ai Capi dei Sinodi delle
Chiese Orientali Cattoliche sui iuris. Secondo la decisione del Santo Padre Benedetto
XVI, all’Assise sinodale partecipano ex officio tutti i cardinali africani, senza
limite d’età, come pure i Presidenti delle 36 Conferenze Episcopali e Capi di due
Chiese Orientali Cattoliche sui iuris (Copta ed Etiope). Per assicurare un’adeguata
rappresentanza dell’episcopato, per ogni 5 Vescovi o frazione di 5 si prevedeva l’elezione
di 1 Vescovo rappresentante. Inoltre, si voleva avere almeno un rappresentante di
ogni Paese africano. In conformità alle norme dell’Ordo Synodi Episcoporum, il
Santo Padre ha completato il numero dei Padri sinodali. In particolare, ha nominato
i rappresentanti degli episcopati di altri continenti, o di Paesi in cui vi è un considerevole
numero di cattolici d’origine africana. Sono presenti anche Vescovi rappresentanti
di Paesi che offrono notevole aiuto alla Chiesa Cattolica in Africa sia nel personale,
come missionari e missionarie, sia di natura finanziaria. Inoltre, come gesto di riconoscimento
dell’opera ben svolta, Sua Santità ha annoverato tra i Padri sinodali quei membri
del Consiglio Speciale per l’Africa che per vari motivi non sono stati eletti dai
loro confratelli. Il Santo Padre Benedetto XVI, ha poi accettato la proposta del
Consiglio Speciale di invitare un significativo numero di Uditori, uomini e donne,
impegnati nell’evangelizzazione e nella promozione umana in Africa. In tale modo si
spera di avere una visione assai ampia sulla vita ecclesiale e sociale del continente,
vista anche da parte dei laici. Ovviamente, anche il compito degli Esperti è importante,
soprattutto nell’assistere i due Segretari Generali nel corso dei lavori sinodali.
A questo punto può essere utile segnalare alcune procedure metodologiche la cui
messa in pratica dovrebbe facilitare i lavori di questa Assemblea sinodale e rafforzare
ancora di più i rapporti di comunione ecclesiale tra i Padri sinodali. 1. All’inizio
dell’assise sinodale si raccomanda vivamente la lettura del Vademecum che ogni partecipante
ha già ricevuto. In esso è indicato dettagliatamente il modo di procedere, in osservanza
delle norme della Lettera Apostolica Apostolica sollicitudo e dell’Ordo Synodi Episcoporum,
e secondo la prassi collaudata nei precedenti Sinodi. 2. Come risulta dal Calendario
dei lavori, inserito in lingua latina alla fine del Vademecum, sono previste 20 Congregazioni
generali e 9 Sessioni dei Circoli minori. 3. Per facilitare una partecipazione
maggiore di tutti, ogni padre sinodale potrà intervenire in aula sinodale per 5 minuti. 4.
Inoltre, al termine delle Congregazioni Generali pomeridiane, dalle 18 alle 19, vi
sarà un’ora di discussione libera. Il primo giorno la discussione sarà allargata a
più tempo, necessario per riflettere sull’applicazione dell’Ecclesia in Africa. Dopo
una presentazione organica, fatta da un Padre sinodale, SER Mons. Laurent Monsengwo
Pasinya, Arcivescovo di Kinshasa, sarà aperto il dialogo che dovrebbe permettere di
rivivere l’entusiasmo con cui è stata celebrata la Prima Assemblea Speciale per l’Africa
del Sinodo dei Vescovi. Inoltre, tale occasione permetterà di segnalarne risultati
positivi, come pure aspetti che non sono stati sufficientemente messi in pratica o
che dovrebbero essere applicati più a fondo. Tale discussione servirà per introdurre
i lavori in continuità ideale con l’Assise sinodale celebrata 15 anni fa. 5. È
assai importante sottolineare che la libera discussione dovrà essere circoscritta
al tema del Sinodo: “La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia
e della pace. ‘Voi siete il sale della terra ... voi siete la luce del mondo’ (Mt
5, 13. 14)”. Si tratta di un argomento assai importante e ricco di contenuto, che
bisogna approfondire in vari aspetti ecclesiali e cercare di tradurre in iniziative
di attività pastorale. I Presidenti Delegati sono pertanto pregati di fare attenzione
affinché la discussione non esca dal tema stabilito. 6. In modo simile, i Padri sinodali
dovrebbero seguire nei loro interventi, per quanto possibile, la struttura dell’Instrumentum
laboris, per rendere più ordinata la discussione. Essi sono cordialmente pregati di
indicare nei loro interventi il numero, o per lo meno, la parte dell’Instrumentum
laboris. La Segreteria Generale cercherà di tenerne conto nel comporre la lista degli
oratori. Pertanto, prima dovrebbero parlare coloro che tratteranno del primo capitolo
dell’Instrumentum laboris, poi del secondo, del terzo e, infine, del quarto. Ovviamente,
i Padri possono già iscriversi, indicando su quale parte del Documento intendono parlare. 7.
Le sintesi dei testi pronunciati, curate dai singoli Padri sinodali, normalmente vengono
pubblicate. Se qualcuno non volesse che il suo intervento venga diffuso, è pregato
di segnalarlo nella Segreteria Generale. Come è noto, è sempre possibile anche consegnare
alla Segreteria Generale i testi in scriptis che saranno tenuti in dovuta considerazione
dalla Presidenza dell’Assise sinodale. 8. Le lingue adoperate per le discussioni
sono quattro: francese, italiano, inglese e portoghese. In tali lingue è assicurata
la traduzione simultanea. 9. Nelle menzionate lingue sarà possibile fare anche
le Proposizioni. Si prega che ogni proposizione sia concisa e breve, trattando un
solo argomento. Non sarebbe molto utile ripetere la nota dottrina della Chiesa. I
padri sinodali dovrebbero piuttosto proporre consigli intesi a favorire un rinnovamento
della vita ecclesiale e una prassi pastorale della Chiesa nel promuovere l’evangelizzazione
e la promozione umana, specialmente per quanto riguarda la riconciliazione, la giustizia
e la pace.
10. L’uso dei mezzi elettronici sta ormai diventando di uso comune.
Anche nell’Assise sinodale si cercherà di farne un uso appropriato per facilitare
il dialogo e per approfondire la comunione episcopale. Tra l’altro, vi saranno varie
elezioni e votazioni con l’apparecchio che avete a vostra disposizione. Ringraziamo
in anticipo i tecnici per il buon funzionamento del sistema e per la loro assistenza.
Intanto, i Padri dovrebbero aiutarsi reciprocamente, soprattutto all’inizio delle
sedute, indicando al vicino, se necessario, come adoperare tali mezzi. 11. Per
favorire una maggiore partecipazione dei Padri sinodali, si raccomanda che un Padre
sinodale chiamato a svolgere un ufficio non assuma alcun altro incarico all’interno
del Sinodo. 12. Secondo la prassi collaudata, anche a questa Assemblea Sinodale
prendono parte in congruo numero alcuni Delegati fraterni, rappresentanti di altre
Chiese e comunità ecclesiali. In modo particolare, sono lieto di annunciare la partecipazione
del Patriarca della Chiesa Ortodossa Tewahedo Etiope Sua Santità Abuna Paulos. Egli
ha volentieri accolto l’invito del Sommo Pontefice Benedetto XVI e, a Dio piacendo,
sarà con noi martedì mattina, 6 ottobre c.m. Siamo grati al Signore per la qualificata
partecipazione al Sinodo del rappresentante della menzionata Chiesa cristiana presente
in Africa ininterrottamente dai tempi apostolici. 13. Due invitati speciali sono
ugualmente attesi nel corso dei lavori sinodali. Si tratta del Sig. Jacques Diouf,
Direttore Generale della FAO, che dovrebbe informare i Padri sinodali sugli sforzi
della FAO per garantire la sicurezza alimentare in Africa. Il Sig. Rudolf Adada, già
Capo della Joint United Nations/African Union Peacekeeping Mission per il Darfur,
è stato invitato per riferire sugli sforzi di pace nella regione del Darfur, che interessa
vari Paesi africani.
VI. Conclusione
“Lasciatevi riconciliare!” (2 Cor
5,20). Il pressante invito del Santo Padre Benedetto XVI ai cristiani d’Africa, ripete
l’esortazione di San Paolo ai cristiani di Corinto. Illuminato dallo Spirito Santo,
dono del Signore risorto, l’Apostolo delle Genti aveva personalmente sperimentato
l’importanza della riconciliazione per la fede cristiana: “Tutto questo però viene
da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero
della riconciliazione” (2 Cor 5, 18). La riconciliazione richiede il perdono ricevuto
dal Padre e dato ai fratelli, secondo l’ammaestramento del Signore Gesù: “perdona
a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore” (Lc 11,
4; cfr Mt 6, 11). La Chiesa annuncia tale lieta novella della riconciliazione e propone
di realizzarla attraverso i sacramenti, in particolare, quello della penitenza. Si
tratta della “riconciliazione ‘fontale’ dalla quale scaturisce ogni altro gesto o
atto di riconciliazione, anche a livello sociale” [30]. In tale reciprocità bisogna
rispettare la giustizia, che include anche la pena per eventuali crimini commessi.
Tuttavia è la parola del nostro Maestro: “Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia
io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti ma i peccatori”
(Mt 9, 13). La misericordia cristiana non annulla ma supera la giustizia umana.
L’insegnamento sulla riconciliazione, sorgente della pace e della giustizia, diventa
pertanto il cuore della riflessione dell’Assemblea Speciale per l’Africa. Esso presuppone
l’Annuncio della Buona Notizia e la sua assimilazione. Al contempo, di fronte a tanti
esempi di conflitti, di violenza ed anche di odio, sembra urgente intraprendere una
nuova evangelizzazione anche là ove la Parola di Dio è stata già annunciata. La situazione
varia da un Paese all’altro. Dall’Egitto, Etiopia ed Eritrea, ove si è mantenuta la
continuità del cristianesimo con i tempi apostolici, fino all’Africa sub-sahariana
ove alcune Chiese particolari hanno celebrato 500 anni della fondazione, mentre altre
hanno ricordato solennemente il primo secolo dell’evangelizzazione. Se si va dalla
costa verso l’interno del continente vi sono Paesi in cui i primi missionari sono
venuti appena 50 anni fa. Ad ogni modo, tutti i cristiani sono chiamati a riconciliarsi
con Dio e con il prossimo. In tale urgente e permanente compito, essi devono essere
guidati dai Pastori, Vescovi, sacerdoti, religiosi, diaconi, come pure da persone
di vita consacrata. La disponibilità alla riconciliazione è il barometro della profondità
dell’evangelizzazione di una persona, di una famiglia, di una comunità, di una Nazione,
come pure delle Chiese particolari e di quella universale. Solamente da un cuore riconciliato
con Dio, possono spuntare iniziative di carità e di giustizia nei riguardi del prossimo
e della società intera. “Voi siete il sale della terra ... voi siete la luce del
mondo” (Mt 5, 13. 14). Tali impegnative parole, che sono al contempo una constatazione
della dignità cristiana e un invito a viverla sempre meglio, sono indirizzate a tutti
i cristiani, oggi in modo particolare a quelli dell’Africa. Essi sanno, nella grazia
dello Spirito Santo, che la risposta affermativa presuppone la conversione e la ferma
volontà di seguire Gesù Cristo. La Chiesa Cattolica in Africa deve illuminare ancora
di più le complesse realtà del continente con la luce del Signore Gesù, diventando
sempre di più il sale della terra africana, immettendo il gusto divino nelle realtà
di ogni giorno. La Chiesa in Africa è assai dinamica, come del resto mostrano i
dati statistici. Mentre ne ringraziamo Dio con cuore pieno di riconoscenza, preghiamo
l’Onnipotente Padre, Figlio e Spirito Santo che tale crescita quantitativa diventi
sempre di più anche qualitativa. In tale modo i cristiani, guidati dai loro Pastori,
potranno avvicinarsi all’ideale a cui il Signore Gesù chiama ogni suo discepolo e
cioè a diventare il sale della terra e la luce del mondo (cfr. Mt 5,13.14). Solamente
uniti a Lui, che dà il senso a tutto ciò che esiste e, soprattutto, all’esistenza
umana, i cristiani possono svolgere la vocazione di essere il sale della terra, di
offrire il sapore divino, eterno, ai beni terreni, alle cose materiali di cui devono
servirsi per svolgere la loro vita umana nel modo cristiano. Solamente rivestendosi
di Gesù Cristo, luce del mondo, i cristiani possono riflettere tale luce nelle tenebre
del mondo attuale, conducendo tanti uomini di buona volontà, in cerca della luce vera,
verso la sua sorgente inesauribile: il Signore Gesù, morto e risorto, colui che è
“l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine” (Ap 22,13). Affidiamo
la realizzazione di tale proposito all’intercessione di tutti i santi africani, in
modo particolare della Beata Vergine Maria, facendo nostro l’auspicio del Santo Padre
Benedetto XVI affinché la Chiesa in Africa “possa continuare a crescere nella santità,
nel servizio alla riconciliazione, alla giustizia e alla pace [...] perché il lavoro
della Seconda Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi possa soffiare sul fuoco dei
doni che lo Spirito ha riversato sulla Chiesa in Africa [..] Dio benedica l’Africa!”[31]. Grazie
per il paziente ascolto. La grazia dello Spirito Santo ci accompagni nel nostro lavoro
sinodale.
[1] Benedetto XVI, Discorso al Consiglio Speciale per l’Africa (Yaoundé,
19 marzo 2009): L’Osservatore Romano, 20-21 marzo 2009, p. 14. [2] Ibidem. [3]
Ibidem. [4] Ibidem. [5] Benedetto XVI, Il discorso del papa all’arrivo nella
capitale del Camerun, (Yaoundé 17 marzo 2009): L’Osservatore Romano, 19 marzo 2009,
p. 5. [6] Ibidem. [7] Ibidem. [8] Ibidem. [9] Cfr. Secretaria Status Rationarium
Generale Ecclesiæ, Annuarium statisticum Ecclesiæ 1994, Città del Vaticano 1995.
[10] Cfr. Secretaria Status Rationarium Generale Ecclesiæ, Annuarium statisticum
Ecclesiæ 2007, Città del Vaticano 2009. [11] Nel corso dei 25 anni, la Fondazione
ha distribuito circa 40.000.000 Dollari USA in 9 Paesi: Burkina Faso, Capo Verde,
Ciad, Gambia, Guinea Bissau, Niger, Mali, Mauritania e Senegal, finanziando i progetti
di accesso all’acqua e di ripristino di terreni coltivabili, come pure di formazione
e d’istruzione. [12] La Fondazione è affidata al Pontificio Consiglio per la Pastorale
della Salute. [13] Bisogna menzionare, in ordine alfabetico, le seguenti: AVSI
(Associazione Volontari per il Servizio Internazionale); Caritas Internationalis;
Catholic Relief Services (CRS); Community of S. Egidio; Konrad Adenauer Stiftung;
International Commission for Catholic Prison Pastoral Care (ICCPPC); Misereor; Pax
Christi International; COSMAM (Confédération des Conférences des Supérieur[e]s Majeur[e]s
d'Afrique et Madagascar); Rencontre et développement (CCSA); Associazione nolite timere
Onlus, Adozioni a distanza. [14] African Forum Catholic Social Teaching, Harare,
Zimbabwe; Institut des Artisans de Justice et de Paix (IAJP), Cotonou, Bénin; Centre
Ubuntu, Bujumbura, Burundi; Mediation Sociale et Justice et Paix, Yaoundé, Cameroun;
Centre d’Etudes pour l’Action Sociale (CEPAS), Kinshasa, Congo; Centre Carrefour,
Port-Matthurin, Via Mauritius; Center for Social Justice and Etics/Catholic University
of Eastern Africa (CUEA), Nairobi Kenya; Institute of Social Ministry in Mission Tangaza
College/Catholic University of Eastern Africa (CUEA); Justice and Peace Desk Conference
of Major Superiors, Lesotho; Catholic Institute for Development Justice and Peace
(CIDJAP), Enugu, Nigeria; Christian Professionals of Tanzania (CPT), Dar es Salaam,
Tanzania. [15] Cfr. Secretaria Status Rationarium Generale Ecclesiæ, Annuarium
statisticum Ecclesiæ 2007, Città del Vaticano 2009, p. 357. [16] Cfr. Riccardo
Cascioli, Aids, Africa e bugie, Avvenire, 28 marzo 2009, p. 3. [17] Giovanni Paolo
II, Il discorso del Santo Padre alla Riunione del Consiglio post-sinodale dell’Assemblea
Speciale per l’Africa della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi (15 giugno
2004): L’Osservatore Romano, 17 giugno 2004, p. 7. [18] Giovanni Paolo II, Discorso
ai partecipanti al Simposio dei Vescovi d’Africa e d’Europa promosso dal Consiglio
delle Conferenze Episcopali d’Europa (13 novembre 2004): AAS XCVI, 2004, p. 955. [19]
Ibidem. [20] Giovanni Paolo II, Lettera al Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi
in occasione della 13a riunione del Consiglio Speciale per l’Africa della Segreteria
Generale del Sinodo dei Vescovi (23 febbraio 2005): http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/letters/2005/documents/hf_jp-ii_let_20050223_eterovic-synod_en.html. [21]
Ibidem. [22] Ibidem. [23] Benedetto XVI, L’Udienza generale del 22 giugno 2005:
L’Osservatore Romano 23 giugno 2005, p. 1. [24] L’annuncio è stato pubblicato il
29 giugno 2007 sull’edizione de L’Osservatore Romano di venerdì 29 giugno 2007, p.
1. [25] Non hanno risposto le Conferenze Episcopali del Gambia e della Sierra Leone,
della Guinea Equatoriale, del Lesotho, del Malawi e dell’Oceano Indiano (C.E.D.O.I.). [26]
Ha risposto solamente la AMECEA (The Association of Member Episcopal Conferences in
Eastern Africa).
[27] Non è pervenuta la risposta della Chiesa Metropolitana
sui iuris Etiopica. [28] Non hanno risposto 2 Congregazioni: Cause dei Santi e
Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica Consacrata; 2 tribunali:
Penitenzieria Apostolica e Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica; 5 Pontifici
Consigli: per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, per i Testi Legislativi, per
il Dialogo Interreligioso, per la Cultura, per le Comunicazioni Sociali; e Prefettura
per gli Affari Economici della Chiesa. [29] Cfr. L’Osservatore Romano, 15 febbraio
2009, p. 1. [30] Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica Post-sinodale Reconciliatio
et Paenitentia, 4: AAA LXXVII, 1985, p. 194. [31] Benedetto XVI, Il discorso del
Papa all’arrivo nella capitale del Camerun (17 marzo 2009): L’Osservatore Romano,
19 marzo 2009, p. 5.