"Progettare il nostro futuro urbano" nella Giornata mondiale dell'habitat
In un mondo in cui le città crescono a un ritmo altissimo c’è bisogno di pianificare
il futuro e andare incontro ai bisogni dei cittadini. E’ questo il senso del tema
della Giornata Mondiale dell’Habitat di quest’anno, che ricorre oggi, “Planning our
Urban Future” (“Progettare il nostro futuro urbano”). La giornata è stata istituita
dalle Nazioni Unite per sensibilizzare la comunità internazionale sul problema degli
insediamenti umani, sul diritto fondamentale a un riparo adeguato per tutti. Fra le
sfide urbane più importanti di questo secolo, scrive il Segretario generale dell’Onu,
Ban Ki-moon nel suo messaggio, “includono la rapida crescita di molte città e il declino
di altre, l’espansione del settore informale e il ruolo che le città rivestono nel
causare o limitare i cambiamenti climatici”. Ci sono testimonianze che i governi in
gran parte non riescano a far fronte a queste sfide. Fra le conseguenze più visibili
ci sono l’espansione urbana incontrollata e lo sviluppo non programmato. Inoltre sono
centinaia di milioni i cittadini che sono sempre più vulnerabili all’innalzamento
del livello del mare, alle inondazioni delle zone costiere e ad altri rischi climatici
legati al clima. Ma la tendenza riguarda sia i paesi sviluppati che quelli in via
di sviluppo: da un lato la crescita di aree suburbane e comunità chiuse ricche, dall’altro
il simultaneo aumento di zone popolari sovraffollate, enclave etniche, quartieri poveri
e abitazioni informali. “E’ necessario un progetto urbano migliore e più equo – scrive
il segretario generale - Nuove idee provenienti dalle città moderne di tutto il mondo
possono mostrarci la strada verso un’urbanizzazione sostenibile. Tuttavia c’è ancora
molto da fare: i cosiddetti ‘poveri urbani’ hanno bisogno di avere accesso alla terra
e di accrescere i loro possedimenti, inoltre tutte le città hanno bisogno di trasporti
pubblici più sicuri e che rispettino l’ambiente, sicurezza nelle abitazioni, cliniche
e servizi pubblici; sono anche necessari finanziamenti per lo sviluppo urbano”. Alla
base del programma delle Nazioni Unite in questo ambito c’è la pianificazione territoriale,
che può funzionare, però, “soltanto laddove esiste una buona gestione urbanistica
e i cittadini poveri vengono coinvolti nelle decisioni che influiscono sulla loro
vita”. (V.F.)